Danse Fantasque, a Genova il balletto degli allievi dell’Accademia Nazionale di Danza di Tirana. La recensione
E’ bello vedere dei giovani danzatori stranieri felici di andare in scena in un palcoscenico italiano, sotto la direzione di due coreografi di pregio come Valerio Longo e Patrick de Bana. Questo è quanto accaduto il 23 dicembre nella Sala Maestrale ai Magazzini del Cotone del Porto Antico di Genova dove si sono esibiti gli allievi dell’Accademia Nazionale di Danza di Tirana. Il balletto dal titolo Danse Fantasque, comprendeva due parti, la prima dedicata a Ottorino Respighi e la seconda a Niccolò Paganini.
La boutique fantastique, composta da Rossini e orchestrata da Respighi, è un balletto narrativo ambientato nella Francia dell’ultimo Ottocento, in un famoso negozio di bambole meccaniche danzanti. Di giorno le bambole attraggono i clienti con le loro danze, mentre di notte hanno una vita segreta, autonoma. Il negoziante vende a due diverse famiglie una coppia di innamorati che saranno separati l’indomani quando verranno consegnati ai rispettivi acquirenti. La coppia soffre per l’imminente separazione e cerca scampo nascondendosi. Il mattino seguente le bambole animate sono in rivolta e spingono fuori dal negozio gli acquirenti. I ballerini poi tornano e tutti danzano festosi mentre i clienti sbalorditi guardano dalla vetrina.
Valerio Longo, attualmente impegnato nella tournè di “ASTOR – Un secolo di Tango”, produzione Balletto di Roma realizzata in occasione del centenario di Astor Piazzolla, in soli dodici giorni è riuscito a dar vita all’impegnativo balletto rossininiano dandogli un taglio tra il classico e il contemporaneo mettendo in luce la figura del giocattolaio eseguito da un ottimo giovane danzatore dell’Accademia.
Di stampo totalmente diverso il balletto creato da De Bana sul Concerto n. 4 per violino e orchestra di Niccolò Paganini. In questo concerto in cui la natura del violino è dualistica, ovvero da una parte troviamo l’espressione cantabile, elegiaca, affidata a una melodiosità pura e lirica e dall’altra invece il solista fa ricorso alle mirabolanti trovate destinate a stupire, il coreografo delinea perfettamente la tensione espressiva voluta dal compositore. Impronta su movimenti base geometrici l’inizio del concerto, movimenti su cui tornerà alla fine quando si giunge al ritorno, liberatorio, dei temi principali.
Ma non perde di vista neanche la predominanza del solista che ha la sua conseguenza sull’organizzazione formale della partitura. Così come piace ascoltare la straordinaria gradevolezza melodica del Concerto, frutto di non banalità creativa, così piace guardare le linee della danza che sembrano riflettere perfettamente il vibrare delle corde del violino, un preciso calcolo sugli effetti di tensione e compiacimento da ottenersi su chi ascolta e vede. Una coreografia, quella di De Bana, di gran pregio creata ad hoc sui giovani ballerini che hanno dimostrato una notevole duttilità nel passare dal classico accademico della prima parte al contemporaneo armonioso e scattane del secondo tempo.
Soddisfatti tutti al termine della serata, dalla direttrice dell’Accademia di Tirana, Arbana Blerina, ai due coreografi, e agli ideatori della serata, Claudio Orazi, sovrintendente del Carlo Felice, e Roberto Giovanardi, presidente del Tavolo della Danza. Forse ci si aspettava più pubblico visto che lo spettacolo era anche gratis, ma forse è stato proprio questo l’errore. Chi aveva prenotato il biglietto e poi, essendo l’antivigilia di Natale, ha preferito dedicare la sua attenzione all’acquisto degli ultimi regali, non si è curato di lasciare il posto vuoto. Alla danza va dato il giusto valore e anche un prezzo politico del biglietto avrebbe sicuramente garantito una maggiore affluenza.