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Ferrara, Parigi, Berthe, Gabrielle e i caffè chantant: il soffio sensuale di Giovanni Boldini

Giovanni Boldini, Busto di giovane sdraiata, 1912 c.Olio su tela, 65×80,5 cm, Ca’ la Ghironda Modern Art Museum, Bologna

Fino al 10 aprile 2023, a Palazzo Mazzetti (Asti) è in scena Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque, a cura di Tiziano Panconi. Giovanni Boldini è stato un genio della pittura e più di ogni altro ha saputo restituire le atmosfere rarefatte di un’epoca straordinaria. Letteratura e moda, musica e lusso, arte e bistrot si confondono nel ritmo sensuale del can can e producono una straordinaria rinascita sociale e civile.

Ottanta opere – tra cui Signora bionda in abito da sera (1889 ca.), La signora in rosa (1916), Busto di giovane sdraiata (1912 ca.) e La camicetta di voile (1906 ca.) – sono protagoniste di una narrazione cronologica e tematica al tempo stesso. L’esposizione presenta una ricca selezione di opere che esprimono al meglio la maniera di Boldini, il suo saper esaltare con unicità la bellezza femminile e svelare l’anima più intima e misteriosa dei nobili protagonisti dell’epoca.

Allestimento, Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque, Palazzo Mazzetti (Asti)

Ma chi era davvero Boldini? Era un ragazzo della provincia padana venuto dal basso, finito nei salotti dell’alta società, nel cuore pulsante della civiltà e di un’epoca che lo avrebbe consacrato quale uno dei suoi più iconici protagonisti. La mostra Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque pone l’accento sulla capacità dell’artista di psicoanalizzare i suoi soggetti, le sue “divine”, facendole posare per ore, per giorni, sedute di fronte al suo cavalletto, parlando con loro senza stancarsi di porle le domande più sconvenienti, fino a comprenderle profondamente e così coglierne lo spirito, scrutandone l’anima. Riusciva a cogliere l’attimo fuggente, quel momento unico in cui un’occhiata più sincera rivelava lo stato d’animo e la mimica del corpo si faceva più espressiva.

Giovanni Boldini, Ragazza sdraiata con abito scozzese, 1891ca.Olio su tavola, 23,3×26,7 cm, Collezione privata, Courtesy Gallerie Enrico

L’esposizione si articola in sei sezioni tematiche: Il viaggio da Ferrara a Firenze, verso Parigi; La Maison Goupil; La fine del rapporto con Berthe, Gabrielle e i caffè chantant; Il “soffio vitale” nel ritratto ambientato; Il gusto fin de siècle; Le nouveau siècle-che seguono gli anni di attività di Boldini e ne narrano la completa parabola espressiva.

Con avidità mefistofelica Boldini, per oltre sessant’anni, aveva fatto sfilare sulle sue sedute Impero le donne più avvenenti dell’alta società francese, immobili e intimidite sotto lo sguardo rapace e diretto del genio che le adulava e le invitava a esprimersi senza indecisioni, perché a un artista, come a un medico, si doveva confidare proprio tutto. Metabolizzava l’essenza delle loro personalità controverse, riducendo a niente quel presupposto perbenismo che avevano voluto manifestare entrando per la prima volta nel suo studio.

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