C’è tempo ancora fino al 20 febbraio per visitare la mostra “Lilibet. The Queen” alla Agostino Art Gallery di Milano (Via Solari, 72)
Esposti una selezione di pezzi unici e multipli realizzati da alcuni dei protagonisti della pop art e della street art internazionale: Endless, Marco Lodola, Mr. Brainwash, Raptuz, Jamie Reid, TVboy, Mauro Vettore che rendono omaggio alla Regina Elisabetta II, monarca dei record, sovrana di stile, ultima vera icona pop del nostro tempo che ha ispirato serie televisive, film, canzoni e opere d’arte.
Il percorso espositivo comprende, tra le altre opere, una grande tela di Endless (“Lizzy Vuitton Fragile”), artista londinese che coniuga arte contemporanea e arte di strada. La Regina risplende in una scultura luminosa di Marco Lodola, tra i cui soggetti ricorrono spesso icone mondiali, da Marilyn Monroe a Mao Tse-tung. Seguono tre ritratti ironici e irreverenti di Sua Maestà firmati da Mr. Brainwash e “God Save The Queen” di Luigi Maria Muratore, aka Raptuz. Di Jamie Reid (Londra, 1947), noto soprattutto per aver curato l’immagine punk dei Sex Pistols, alcune litografie basate su una famosa fotografia scattata da Cecil Beaton alla regina Elisabetta II, descritta da Sean O’Hagan di “The Observer” come «l’immagine più iconica dell’era punk».
TVboy, infine, rappresenta la Regina in abiti punk. Alle sue spalle è riprodotta con graffiti e colature di colore la bandiera del Regno Unito, mentre sulla sua maglietta compare la scritta “Punk’s not dead”. Artista italiano di base a Barcellona, Salvatore Benintende (Palermo, 1980), è esponente del movimento NeoPop e padre di TVboy, il suo alter ego. Si aggiunge in mostra anche il lingotto tridimensionale di Mauro Vettore in resina foglia d’oro e materiali di riciclo, nella capsula di plexligas (cm 26x12x7 ) dal titolo Brexit.
Vettore è un artista italiano di rottura, che cattura e fissa nella resina i suoi lingotti quali simboli e icone della contemporaneità, tra le quali la più famosa ad oggi, Diabolik. Realizzati con strati di plexiglass che formano un parallelepipedo impreziosito da foglia d’oro o d’argento e dall’incisione che lo rendono realistico, i lingotti sono a loro volta inclusi nella resina. Ognuno è stato intepretato come metafora attraverso cui l’autore denuncia il potere dell’alta finanza e delle banche, di quei sistemi a scatole cinesi che rimandano ai paradisi fiscali, agli status symbol del potere e della ricchezza.