Si apre il prossimo 23 febbraio negli spazi milanesi di Agostino Art Gallery “Hommage à la peinture”, la mostra dedicata a Fabrizio Vatta, artista veneto allievo di Emilio Vedova
La ricerca di Fabrizio Vatta muove al confine tra realismo ed espressionismo, attraverso un gesto vibrante che prima costruisce e poi nega la figura.Nasce nel 1956 a Mestre dove vive e lavora. Studia a Venezia e si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia con Emilio Vedova. Studia assiduamente la pittura antica, Tintoretto, Velasquez e soprattutto Rembrandt che diventano i punti di riferimento della sua ricerca e influenzano in quegli anni profondamente il suo lavoro. Affronta principalmente il tema del ritratto.
Abbandona in seguito i modelli stilistici ai quali si era avvicinato come la pop-art, l’iperrealismo, l’amore dichiarato per Francis Bacon, si delinea un linguaggio più autonomo e personale di matrice espressionista difficilmente etichettabile perché rifugge da mode e stili precisi, collocandosi a metà strada tra la grande tradizione pittorica del passato e le istanze pressanti e contraddittorie che caratterizzano il nostro tempo.
Dal 23 febbraio arriva in mostra a Milano con “Hommage à la peinture”, curata da Cinzia Lampariello Ranzi, negli spazi di Agostino Art Gallery in Via Solari. L’esposizione, che sarà aperta fino al 20 marzo 2023, propone una selezione di opere recenti ad olio su tela e su tavola, alcune delle quali di grandi dimensioni. Fulcro del lavoro di Fabrizio Vatta, è la figura umana, ritratta nell’atto di compiere azioni quotidiane o inserita in situazioni più complesse. Lo spazio rappresentato, tuttavia, non è mai uno spazio fisico, ma mentale, capace di suggerire riflessioni che vanno oltre la superficie della pittura, sfociando nella sfera personale e collettiva.
Tra le opere esposte si segnalano, in particolare, “L’isola di Geremy”, una grande tela pervasa dal sentimento di speranza del protagonista, e “L’ombra sott’acqua”, in cui è evidente il senso di smarrimento dell’uomo contemporaneo.
Presente in mostra anche una serie di dipinti caratterizzati da una visione dall’altro, come se i soggetti ritratti fossero spiati da un drone. Chiude il progetto, un omaggio ad Andy Wharol, il più grande voyeur della cultura americana, che osserva e registra la messa in scena della pittura.
«I ricercati tagli fotografici delle composizioni – scrive il critico d’arte Gaetano Salerno – conferiscono immediata credibilità e drammaticità a queste immagini che comunque non cessano di alludere al fantastico e all’onirico; il colore forma e deforma, individua e cancella. In questo binomio realizzativo, disegnare una traccia per poi occultarla trasmette l’essenza sfaccettata della vita: assorbire un dato reale, una suggestione fisica per poi esploderla nella materia che ne amplifica esponenzialmente il sentimento di base, ammantando ogni angolo della sfera visibile della sua essenza con pasta cromatica fluida e dinamica, scrive la teologia di un mondo occulto in divenire in cui esserci, figurare, rappresentata la sola antitesi al nichilismo».
Fabrizio Vatta. Hommage à la peinture
A cura di Cinzia Lampariello Ranzi
Agostino Art Gallery
Via Solari 72, 20144 Milano
23 febbraio – 20 marzo 2023
Orari: da martedì a venerdì 11.00-13.00 e 16.00-19.30, sabato 16.00-19.30, sabato mattina e domenica su appuntamento (mob.388.4366649-388.6353167).
Ingresso libero