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D3CAM3R0N3 // spazi e pratiche di resistenza culturali a Perugia

D3CAM3R0N3 - Exhibition view, Palazzo Lucarini, Trevi, 2023 - Courtesy D3CAM3R0N3
D3CAM3R0N3 – Exhibition view, Palazzo Lucarini, Trevi, 2023 – Courtesy D3CAM3R0N3
D3CAM3R0N3 è un progetto di residenza ideato dall’artista Francesca Cornacchini (Roma, 1991). Il titolo, riferimento esplicito all’opera di Boccaccio, rimanda all’idea di un ritiro al di fuori della città di un gruppo di giovani.

Nel progetto, la cornice storica di Casa Francesconi (Casco dell’Acqua, Perugia) diviene lo spazio ideale di incontro al di là delle geografie del mondo dell’arte di un gruppo composto da Giulio Bensasson, Alessandro Calizza, Chiara Cor, Federica Di Pietrantonio, Chiara Fantaccione, Andrea Frosolini, Gianmaria Marcaccini, Davide Silvioli, Vaste Programme; tutti artisti e un curatore, attivi nella scena romana.

Ripercorrendo la storia del luogo che ospita la residenza si intrecciano elementi di un vissuto privato, intimo e le tracce di una memoria collettiva sottolineata dalla presenza di ospiti illustri e di un passato segnato dalla resistenza.

La storia di questa casa ha inizio nel Settecento e subisce una svolta decisiva nel secolo successivo, quando diviene proprietà dello studioso Francesco Francesconi (1823-1892). Illustre personaggio del suo tempo, che si circondò della compagnia di intellettuali, religiosi, scrittori, rendendo questa abitazione un punto di incontro per personalità di spicco provenienti da diversi ambiti culturali.

Casa Francesconi da proprietà proletaria diviene una sorta di corte rinascimentale, teatro di incontri segnati da un’idea di convivialità, condivisione e anche resistenza culturale. A quest’ultimo concetto tiene molto Francesca Cornacchini, il cui legame di parentela con colui che dà il nome alla casa stessa ci fa fare un salto temporale fino ai giorni nostri, quando l’artista romana ha deciso di ridare vita a questo luogo, rispettando l’identità comunitaria che dalla sua fondazione lo aveva contraddistinto.

Il progetto racchiude in sé una serie di urgenze che riguardano il fare artistico e il suo essere resistenza culturale, che vengono colte ed accolte da questo gruppo selezionato dall’artista su invito, rimarcando l’esigenza di accogliere all’interno di un luogo privato delle persone scelte per affinità.

Proseguimento naturale della residenza è poi una mostra omonima nata dalla collaborazione con una realtà del territorio, Palazzo Lucarini a Trevi, e con le figure curatoriali di Maurizio Coccia e Mara Predicatori.

D3CAM3R0N3 affonda le sue radici nell’idea di ritirarsi in un posto remoto per rivendicare uno spazio- tempo nuovo, fatto di condivisione e ricerca, collettività e ritrovo. Non si tratta di una residenza finalizzata alla produzione, ma piuttosto una legittimazione di momenti di evasione come necessari del fare artistico, inteso nella sua accezione pratica e poetica.

D3CAM3R0N3 - Exhibition view, Palazzo Lucarini, Trevi, 2023 - Courtesy D3CAM3R0N3
D3CAM3R0N3 – Exhibition view, Palazzo Lucarini, Trevi, 2023 – Courtesy D3CAM3R0N3

Gli ospiti invitati trovano qui il luogo ideale per ragionare su un tempo che è il tempo del lavoro ma anche il tempo dell’ozio, il tempo zitto, sospeso e immobile di una campagna vuota. Nelle giornate trascorse assieme l’abitazione si riempie di momenti che sono scanditi da un cercare che non deve per forza trovare un fine pratico ma che intende piuttosto sfuggire alla logica stessa della produttività a tutti i costi.

Nella mostra a Palazzo Lucarini la restituzione di questa ricerca prende la forma in opere che nascono da un’esigenza naturale e non da un compito imposto. Dalla casa al museo, gli ospiti della residenza riempiono lo spazio di un immaginario collettivo e condiviso.

A scandire questo tempo, presenze senza identità, in zentai, oppure mascherate da figure zoomorfe, muovono i propri passi in stanze che si trasformano in un altrove. Il tempo è paralizzato e romantico, come in un diorama. La musica segue i passi di chi abita i luoghi, ne sottolinea la presenza. Acque tiepide, eteree, incorniciate da ninfee bellissime quanto finte, spaventose nel loro rivelarsi prive di vita.

Personaggi al limite tra reale e virtuale ci portano via dai luoghi che conosciamo, mentre delle panchine, uno spazio di ristoro, ci invitano a rimanere, a temporeggiare. L’incontro tra i vari lavori rimanda alla condivisione della quotidianità che ha accompagnato i giorni di residenza, in un dialogo continuo tra il luogo intimo della casa e lo spazio istituzionale del museo.

Questo contenuto è stato realizzato da Alessandra Cecchini per Forme Uniche.

https://www.instagram.com/palazzolucarini/

https://www.instagram.com/d3cam3ron3/

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