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Il Cinquecento veneto in sei nuove sale riallestite alle Gallerie dell’Accademia

De' Pitati Bonifacio Detto Bonifacio Veronese, 1535-40, Ricco Epulone, tela, 206 x 438, cat 291 © G.A.VE Archivio fotografico, foto Intraprese fotografiche, 2023 – “su concessione del Ministero della Cultura”
De’ Pitati Bonifacio Detto Bonifacio Veronese, 1535-40, Ricco Epulone, tela, 206 x 438, cat 291 © G.A.VE Archivio fotografico, foto Intraprese fotografiche, 2023 – “su concessione del Ministero della Cultura”

Le Gallerie dell’Accademia di Venezia hanno riallestito la Loggia palladiana con l’apertura di sei nuove sale in un inedito percorso dedicato al Cinquecento veneto. Inaugurazione: 16 marzo 2023

Riaperta al pubblico nell’aprile del 2021 dopo un restauro di due anni, la loggia realizzata su progetto di Andrea Palladio viene riallestita con 50 opere d’arte, tra cui alcune presentate per la prima volta, che raccontano l’arte veneta e italiana che va dai primi decenni del Cinquecento fino ai primi anni del Seicento. Per l’occasione alcuni dipinti sono stati sottoposti a interventi di manutenzione straordinaria.

Per la prima volta nella storia delle Gallerie viene dedicato un intero spazio alla produzione di Jacopo Bassano e della sua fiorente bottega, con capolavori come l’Ecce homo e il Riposo dalla Fuga in Egitto, mai esposti prima d’ora, o il Miracolo dell’acqua in prestito dal Castello Reale di Varsavia.

Il riallestimento delle sale al primo piano (dalla XII alla XVI), condotto secondo il progetto scientifico curato da Roberta Battaglia e Giulio Manieri Elia, con la collaborazione di Michele Nicolaci, segna, dopo il riallestimento dell’intero piano terra (sale 1-13) e delle sale del Rinascimento al primo piano (sale VI-XI), un ulteriore significativo passo avanti nella revisione complessiva del percorso del museo.

«L’attuale apertura di nuove sale», osserva il Direttore Manieri Elia, «va considerata nel quadro complessivo dell’opportunità unica di ripensare il percorso storico-artistico, sanando alcuni passaggi o nodi critici nella costruzione narrativa. Un’occasione per dare alle raccolte del museo nuova chiarezza e coerenza espositive, in linea con la storia e la missione educativa originaria delle Gallerie dell’Accademia».

La loggia palladiana si apre con una sequenza di dipinti di Bonifacio de’ Pitati (sala XII). Delle due sale che si affacciano sulla loggia, la prima (XIII) offre un excursus sui protagonisti del Rinascimento tra Venezia, Brescia e Bergamo, con dipinti di Savoldo, Romanino, Moretto. Nella sala IX Lorenzo Lotto. Le successive sale (XIV e XIVa) vengono, per la prima volta nella storia del museo, interamente dedicate a Jacopo Bassano e alla sua fiorente bottega, gestita dai figli Francesco e Leandro. Le ultime due sale del percorso (XV e XVI) offrono un’esemplificazione del panorama artistico lagunare di tardo Cinquecento e primo Seicento, dominato dalla rielaborazione della grande tradizione cinquecentesca di Tiziano, Veronese, Tintoretto, di cui si fanno principali interpreti Palma il Giovane e Padovanino. Testimonianza delle presenze “foreste” nelle collezioni veneziane seicentesche, il San Francesco di Annibale Carracci.

acopo Da Ponte Detto Bassano, 1563 c., San Girolamo in meditazione, Tela, cm 119 x 154, cat 652 © G.A.VE Archivio fotografico, foto Intraprese fotografiche, 2023 – “su concessione del Ministero della Cultura”

Gallerie dell’Accademia di Venezia
Campo della Carità, Dorsoduro 1050, Venezia
041 5222247 / 041 2413942
www.gallerieaccademia.it

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