Imprenditori, collezionisti, filantropi. Maria Manetti Shrem e Jan Shrem venderanno da Sotheby’s a New York il prossimo maggio 17 opere eccezionali provenienti dalla loro collezione, dai tagli di Lucio Fontana (1,8-2,5 milioni) a un ritratto di Jacqueline di Pablo Picasso del 1964 (18-25 milioni)
«Maria Manetti Shrem e Jan Shrem sono appassionati collezionisti, imprenditori e visionari di grande successo, e non da ultimo, filantropi di prim’ordine che con il loro straordinario contributo hanno sostenuto un’ampia serie di cause, dalle belle arti alla musica, dall’istruzione alla ricerca medico-ospedaliera». Sotheby’s descrive così i coniugi Shrem che venderanno all’asta alcune opere il prossimo maggio a New York. Il ricavato andrà a finanziare le cause artistiche e medico-scientifiche che da sempre sono care alla coppia.
Maria Manetti è italo-americana, nata a Firenze durante la Seconda Guerra Mondiale. Si è trasferita in America giovanissima, a 20 anni. E sempre giovanissima si è sposata e si è stabilita a San Francisco. È negli Stati Uniti che ha avuto l’idea di presentare il meglio dell’Italia in America, portando i grandi stilisti italiani all’attenzione di questo nuovo pubblico. Ha avuto un grande successo creando un sistema di distribuzione internazionale per marchi come Fendi, Dolce & Gabbana e Gucci e, a sua volta, ha contribuito a trasformarli nei marchi globali che sono oggi.
Nel 2022 ha ricevuto dal sindaco Dario Nardella le Chiavi della città di Firenze con queste motivazioni “splendida mecenate fiorentina, icona di lifestyle e di italianità, un autentico faro di ispirazione e di motivazione, che riunisce in sé bellezza e determinazione, eleganza e passione, coraggio e generosità, una amica delle arti capace di guidarci in un percorso di educazione al bello e di insegnarci – nel più nobile spirito mediceo – come l’arte di vivere coincida con l’arte di donare”.
Jan e Maria Shrem hanno dato il loro sostegno a più di 40 programmi di beneficenza in tutto il mondo. Oltre ai principali centri di ricerca medico-ospedaliera (UCSF-neurologia e ortopedia, CPMC-cardiologia, Ospedale Pediatrico Meyer), tra i beneficiari figurano il Metropolitan Opera di New York, la UC Davis, l’Opera di San Francisco, la Royal Drawing School di Londra, il MoMA di San Francisco, il Festival Napa Valley, KQED e numerose iniziative e progetti a Firenze, tra cui Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, l’Ospedale Pediatrico Meyer, la Fondazione Andrea Bocelli e, non ultima, la Fondazione Palazzo Strozzi.
Jan e Maria sono famosi anche per aver finanziato un museo didattico pluripremiato (il Jan Shrem and Maria Manetti Shrem Museum of Art) presso l’Università della California di Davis «dove artisti contemporanei di spicco insegnano a giovani aspiranti talenti nello spirito di una bottega dell’arte rinascimentale- spiegano da Sotheby’s- Gli Shrem sono consapevoli che l’arte e la cultura possono sopravvivere e fiorire solo se vengono coltivate e insegnate».
Alcune opere della collezione Shrem in asta
Tra le opere in vendita, la maison ha dato qualche anticipazione: un raro Pablo Picasso di grandi dimensioni del 1964 che raffigura Jacqueline con il nuovo gatto di casa e un sorprendente Lucio Fontana blu dipinto nell’ultimo anno di vita dell’artista. Non mancheranno opere di Oscar Dominguez, Odilon Redon, Bruce Nauman, Marc Quinn, Tony Smith e Richard Long, Not Vital, Mimmo Paladino.
Picasso dipinge la compagna Jacqueline tante, tantissime volte, fin dal loro primo incontro nel 1954. Ogni volta si sforza di trovare una soluzione o uno spunto differente. Non si lascia quindi sfuggire l’occasione di ritrarla in compagnia di un gatto nero, trovato una mattina del 1964 nel giardino della loro casa a Mougins. Inoltre, l’introduzione del gatto nei dipinti di Picasso gli permette di alludere ancora una volta a Manet, il cui Le Déjeuner sur l’herbe aveva ispirato una serie di opere precedenti. Ora, però, viene in mente l’Olympia di Manet, altrettanto scandalosa, in cui un gatto nero si aggira sul bordo del letto della cortigiana. Lì, come qui, l’introduzione del gatto accresce l’atmosfera erotica di questa rara serie di dipinti. Saranno dieci, alla fine, i dipinti di nudo realizzati a Jacqueline insieme all’animale. Di questi solo tre sono ancora in mani private; uno è quello ora proposto in asta da Sotheby’s. A quasi quarant’anni dall’ultimo passaggio in asta di un’opera della serie.
Il blu della tela, eseguita nell’ultimo anno di vita di Fontana, sembra una dedica dell’artista all’amico e collega Yves Klein, che del blu ha fatto il suo marchio di fabbrica. I due si incontrarono per la prima volta in occasione della prima mostra personale di Klein nel 1957, dove Fontana rimase affascinato dai suoi monocromi. Tanto da acquistarne uno. I due rimasero in contatto e si incontrarono spesso durante i rispettivi viaggi. Entrambi realizzavano opere minimali dall’afflato mistico. Fontana con i suoi Tagli, serie a cui questo Concetto Spaziale, Attese del 1968 appartiene, in particolare voleva superare il confine tra pittura e scultura, superando gli usuali confini dimensionali.
Alunno del 1966 della UC Davis, Bruce Nauman fu allievo di Wayne Thiebaud e William Wiley. L’artista è stato da sempre incuriosito dall’idea di creare un’”architettura dell’esperienza”, in cui produrre ambienti ideati appositamente per sconvolgere e disorientare il visitatore. Una delle maggiori manifestazioni di questo concetto è Green Passage with Four Corridors, del 1984, che presenta una serie di ostacoli non percorribili (sotto forma di tavoli, sedie e altri oggetti domestici di uso comune) e vicoli ciechi inondati di luce fluorescente, che insieme creano un ambiente onirico, familiare e al tempo stesso alieno e disorientante. Sotheby’s propone uno studio su larga scala dell’opera. Un pezzo molto raro, considerando che negli ultimi dieci anni sono state offerti solo due studi di questa dimensione.
L’arte e la coltivazione dei vigneti hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita di Jan e Maria. In Pégase di Odilon Redon le due passioni si fondono. Il Pegaso è stato per molti anni l’emblema della celebre azienda vinicola degli Shrem nella Napa Valley, Clos Pegase. E allo stesso tema è anche un tema ricorrente nell’opera di Redon, è il simbolo della libertà e della creatività, due elementi che Jan e Maria hanno coltivato e cercato di stimolare in se stessi e in chi gli stava attorno