Il prossimo 21 marzo la maison meneghina Art-Rite ha in calendario un’asta di 90 lotti di arte moderna e contemporanea
Nel catalogo, come sempre, c’è n’è per tutti i gusti e per tutti i tipi di collezionisti. Chi ama la sicurezza di un autore classico come Giorgio de Chirico in apertura di asta trova quattro sue litografie, chi invece predilige artisti che lavorano con il corpo o con gli oggetti trova lavori, ad esempio, del fotografo e performer austriaco Arnulf Rainer o di Daniel Spoerri. Quest’ultimo si è aggiudicato la copertina del catalogo con “Ferro da stiro cotto” (lotto 68, stima 7-9 mila euro). A un primo sguardo non può che ricordare il famosissimo Ferro da stiro con chiodi (Cadeau), il ready made di Man Ray, il cui originale fu rubato durante la sua prima esposizione a Parigi nel 1921. Ed effettivamente l’artista svizzero-rumeno, fondatore nel 1967 della Eat Art, ha attinto profondamente dalle esperienze dada e surrealiste, culminando – soprattutto con i “Tableau piege” – in assemblaggi degli avanzi lasciati durante i pasti, evidenziando, come gli esperti di Art-Rite spiegano nel catalogo «una significativa commistione tra dadaismo, estetiche pop e situazionismo e giungendo ad una sintesi in cui l’esito ultimo della creazione artistica è testimone unico del dialogo che si è svolto a tavola tra i commensali. Forse, uno degli aspetti meno enfatizzati dei suoi lavori è proprio questo elemento conviviale che fa delle creazioni di Spoerri uno dei primi grandi esempi di arte partecipativa in cui lo spettatore è parte integrante della produzione dell’opera». Rainer, ai lotti 82, 83 e 84, porta in asta tre esempi della serie “The elastic band series of face farces” stimati 1-2 mila euro ciuscuno.
Nomi altisonanti del secondo ‘900 italiano compaiono con pezzi più “democratici”, come serigrafie e opere su carta (da Alberto Burri ad Agostino Bonalumi e Bruno Munari). Ad esempio al lotto 33 vi è una serigrafia di Burri. La sua attività grafica «può essere fatta risalire a partire dalla seconda metà degli anni ’50 e indipendentemente da quanto si possa pensare non è mai stata identificata come un’attività minore dall’artista- spiegano dalla maison – Per Burri infatti l’opera grafica non rappresenta un punto di arrivo quanto invece di inizio, capace di risaltare gli aspetti di progettualità, ponderazione e sperimentazione delle tecniche tradizionali».
Andando un po’ più indietro nel secolo breve si incontra l’esperienza illustrativa di Mario Sironi “riassunto” esaustivamente così in catalogo «è stato capace di sviluppare una pratica caratterizzata da una molteplicità di influenze e fasi. Partì infatti da una prima stagione simbolista, fino ad arrivare agli anni del futurismo, approdando poi al “ritorno all’ordine” del gruppo Novecento (di cui fu tra i fondatori) nel 1922 sino alla pittura murale degli anni ’30 e agli scenari apocalittici relativi alla sua ultima fase produttiva. Sironi fu inoltre un artista poliedrico, non solo pittore ma anche architetto, illustratore, scenografo, critico d’arte e poeta». Il lavoro in asta si intitola “Fantasmi d’oltralpe”. E’ stato realizzato nel 1925 (lotto 6, stima 9-12 mila euro) ed è una storica tavola per l’illustrazione pubblicata in “La Rivista Illustrata del Popolo d’Italia” (anno III, n. 6, giugno 1925, pag. 7) che, come detto, rappresenta un raro esempio della sua attività illustrativa.
Per quel che riguarda la figurazione, bello il “Ragazzo” blu di Ottone Rosai (lotto 14) nel cui sguardo, forse malinconico e turbato, s’intravede il profondo lavoro d’introspezione compiuto dall’autore. Solitamente, nei cataloghi d’asta, è più comune trovare i paesaggi del pittore fiorentino. Il dipinto in asta è stimato 8-12 mila euro.
Tornando alla presenza internazionale e concentrandosi su composizioni impostate e geometriche si segnala “Couleur Lumiére – 3” del 2004 di Horacio Garcia Rossi (lotto 50, stima 3–6 mila euro), il cui lavoro supera l’idea di artista come singolo e focalizzato invece sul continuo coinvolgimento dell’osservatore. Julio Le Parc, considerato uno dei pionieri delle correnti Op Art e Kinetic Art, è in asta con “Reliev 26 – Theme a variation n. 6” del 1981 (lotto 51, stima 9-12 mila euro) che ben rappresenta il suo linguaggio capace di frantumare e ricomporre le immagini in modalità differenti di fronte allo sguardo di chi osserva, generando un senso di instabilità sensoriale.
Un salto nella Pop Art è possibile con Cesare Tacchi (lotto 59, stima 8-10 mila euro), esponente della Scuola di Piazza del Popolo e Pop Art italiana e capace di costruire la propria ricerca attorno al concetto di “oggetto-quadro”, tele imbottite volte al superamento della semplice bidimensionalità dell’opera comprendenti inoltre interventi pittorici con cui si rifaceva direttamente all’arte del passato. L’immaginario pop trova ulteriore estremizzazione nella storicità del libro d’artista ad opera di Keith Haring (lotto 61, stima 2-4 mila euro), costituito da litografie realizzate in occasione della prima mostra in Italia dell’artista statunitense presso la Galleria Lucio Amelio di Napoli nel giugno 1983.
Si prosegue con Mario Schifano (lotto 62), la cui pratica è sempre stata fortemente ispirata al ruolo dell’immagine all’interno della società contemporanea e declinata sotto forma di tecniche spazianti dalla pittura al collage. Si approfondisce in catalogo: «Se gli inizi della sua attività vedono la definizione di lavori d’ispirazione informale, è negli anni ’60 che comincia a creare opere monocrome, con l’applicazione degli iconici smalti, con rimandi alla produzione tipica della nuova società industriale, per poi approdare, negli anni ’70, alle sperimentazioni su tela emulsionata e nella fase più tarda della sua produzione, in particolare dagli anni ’90, in una continuazione sul tema della televisione e sul medium pittorico».
L’asta si terrà in presenza presso Palazzo Largo Augusto – Largo Augusto, 1/A, ang. Via Verziere, 13, Milano. L’esposizione di una selezione di lotti sarà visitabile il 17 e il 20 marzo dalle 11:00 alle 14:00 e dalle 15:00 alle 18:30 CET.
Asta n. 62
21 marzo 2023, ore 17:00