Artprice ha pubblicato il report sul mercato dell’arte 2022: turnover globale di 16,5 miliardi di dollari, il quarto miglior totale annuo della storia. Calo spettacolare in Cina, USA locomotiva del mercato globale (44%) e collezioni private eccezionali che hanno fatto la parte del leone
Il report di Artprice fotografa, per il 2022, un mercato dell’arte forte nonostante abbia incontrato una serie di importanti ostacoli globali come gli effetti persistenti della pandemia in alcune regioni del mondo, l’invasione militare dell’Ucraina da parte della Russia, un forte aumento dei prezzi dell’energia, il ritorno dell’inflazione e una maggiore consapevolezza dell’impatto del cambiamento climatico, un tema che ha lasciato un segno sostanziale sugli operatori del mercato dell’arte.
Secondo Thierry Ehrmann (CEO Artmarket.com, Founder Artprice) in questo contesto globale particolarmente teso, il mercato delle aste di opere d’arte ha mostrato una resilienza e, addirittura, una vitalità senza precedenti. Nonostante un calo del 19% del S&P 500 nel 2022, più di un milione di opere d’arte sono state offerte nelle aste di fine art in tutto il mondo durante l’anno, un record assoluto nella storia delle aste d’arte. L’anno è stato chiaramente contrassegnato dalle sei opere che hanno raggiunto oltre $ 100 milioni ciascuna da Christie’s, stabilendo un nuovo record storico per la casa d’aste e assicurando a New York la posizione di capitale di gran lunga più forte del mercato di fascia alta. Si è assistito anche all’emergere di nuovi mercati in tutto il mondo, da Seoul a Città del Capo, passando per Sydney, Dallas e Tokyo.
Il fatturato globale delle aste di belle arti è stato di 16,5 miliardi di dollari, il quarto miglior totale annuo della storia, dopo i massimi del 2011 (18,5 miliardi di dollari), 2014 (18 miliardi di dollari) e 2021 (17 miliardi di dollari). Ma il 2022 ha visto uno squilibrio insolito e senza precedenti tra Asia, dove gli affari hanno subito una brusca contrazione, e l‘Occidente, dove è stato raggiunto il picco.
Oriente e Occidente
Nel 2022 il fatturato si è fortemente ridotto in alcuni Paesi mentre è rimasto stabile o è cresciuto generosamente in altri. In Asia, il totale annuo del Giappone ha aggiunto 18 milioni di dollari, mentre la Corea del Sud ha perso 100 milioni di dollari. Tuttavia il calo più spettacolare si è verificato in Cina, cuore del mercato asiatico, che ha perso due miliardi di dollari, in particolare a causa del rinvio di molte vendite inizialmente previste per il 2022. Dopo aver resistito all’impatto della pandemia nel 2020 e nel 2021, nel 2022 il valore del mercato dell’arte cinese è stato di 3,9 miliardi di dollari. Questa è stata la prima volta che il fatturato annuo delle aste d’arte in Cina è sceso al di sotto della soglia dei quattro miliardi di dollari da oltre un decennio.
Nel frattempo, il resto del mondo ha registrato una crescita notevole del +16% grazie a una splendida performance negli Stati Uniti, che hanno generato 1,5 miliardi di dollari in più rispetto al 2021 (+26%). Spinto dalla crescente domanda e, soprattutto, dalla presenza di opere eccezionali provenienti da ragguardevoli collezioni private, il mercato americano è stato la locomotiva di un mercato globale che, esclusa la Cina, ha raddoppiato il fatturato rispetto al 2020. Nel 2022, esclusa la Cina, il fatturato globale delle aste d’arte ha raggiunto il livello annuale più alto di sempre con un totale di 12,6 miliardi di dollari, ovvero il 76% del mercato globale dell’arte.
Il report racconta le collezioni straordinarie private che hanno permesso questi ottimi risultati, come per Christie’s che deve il 41% del suo fatturato totale a tre collezioni. Nel secondo capitolo si indagano i principali marketplace, con una analisi dei Paesi più attivi in asta. Si spiega nel dettaglio come il mercato dell’arte cinese abbia perso due miliardi mentre gli USA abbiano rappresentato il 44% del mercato globale, di come il Regno Unito abbia recuperato il suo equilibrio e le ottime di performance di Francia e Germania (che ha registrato il suo anno migliore di sempre). Un focus racconta gli sviluppi in Asia, soffermandosi sul mercato di Hong Kong e raccontando la crescita di nuovi poli, come Seoul, e il ritorno sulla cresta dell’onda del Giappone.
Sempre il capitolo due fornisce uno sguardo alle principali case d’asta, alle loro performance, ai loro migliori record e alle loro strategie di sviluppo.
Infine il capitolo tre si concentra sugli artisti e sulle opere che hanno segnato l’anno, con Andy Warhol che ha conquistato il posto più alto sul podio e si è confermato il grande leader del mercato. Claude Monet, al secondo posto, ha visto il miglior totale annuale di sempre, terzo Pablo Picasso.
Il 2022 è stato un anno segnato da notevoli record d’asta, molti stabiliti durante la vendita di Paul Allen. Per scoprire tutti i nuovi top price realizzati, la classifica delle 100 opere più care vendute nell’anno e la top 500 degli artisti (classifica per turnover), ecco sul link per scaricare il report completo: