Da Jannis Kounellis ad Alberto Burri, tra centralità del segno ed esaltazione della materia, la galleria italiana a due passi da Piccadilly Circus ci riporta nostalgicamente alle grandi personalità artistiche di quel decennio.
In attesa di inaugurare la personale dedicata a Mario Dellavedova (24 marzo), Sprovieriha allestito una preziosa mostra incentrata sul grande fermento artistico e culturale degli anni Sessanta in Italia, specificatamente nella Capitale. L’esperienza dell’ArteInformale ha costituito un’eredità fondamentale per tutti quegli artisti che si sono trovati a traghettare l’esperienza del dopoguerra verso i nuovi lidi della Pop Art, dell’Arte Povera e della Minimal Art, tra gli altri. ROMA 60, questo il titolo della rassegna, raccoglie nei luminosi spazi della galleria londinese una vera e propria antologia dei fitti dialoghi artistici, tra spazio, segno e materia, che hanno contraddistinto la scena artistica romana di quegli anni.
Due sculture in ferro di Ettore Colla, Meridiana (cerchio con sbarra e valvola) del 1966 e Meridiana Quadrata (1968), create con materiale di scarto, riassemblano poeticamente le periferie industriali romane: frammenti di una grossa macchina rotta che, come diceva Giulio Carlo Argan, rappresentano e allegorizzano fiabescamente noi persone. Particolarmente evocativa in questo senso l’opera Cementarmato (1959) di Giuseppe Uncini che rivela le trame in ferro del materiale da costruzione, tracciando un’opprimente finestra sbarrata. Si passa poi ad una Pittura (1951) di Alberto Burri che mette al centro della tela il processo creativo stesso, indagando sui materiali e sulle loro proprietà fisiche.
Tramite un sapiente confronto, un candido Schermo di Mauri del ’58-59 viene accostato a un monocromo Untitled di Schifano del ’60. Ne emerge una comune ricerca dell’azzeramento e dell’appiattimento assoluto che però si allontana dall’Informale, contenendo già in embrione temi nuovi, come il discorso sul cinema nel caso di Mauri. Alle ricerche luministiche e geometriche di Francesco Lo Savio si contrappone poi la Grande Ala dorata (1969) che emerge dalla scura tela di Franco Angeli. A chiudere la mostra non poteva mancare Jannis Kounellis, maestro dell’Arte Povera fresco della nuova retrospettiva al Walker Art Center di Minneapolis e al Museo Jumex, Città del Messico, la prima in Nord America da oltre 35 anni. L’opera in questione è un Untitled del 1961 parte della serie Alfabeti che mette al centro dell’opera il segno – numeri, frecce, lettere, simboli – decontestualizzandolo e innescando nello spettatore una riflessione sulla comunicazione e sul linguaggio artistico.
Come dimostra la rassegna di Sprovieri, quando la selezione è di livello bastano poche opere (appena 9) per evocare il sapore di un’intera temperie artistica.Sul finire degli anni ’50 ai tavolini del Caffè Rosati nasceva la famosaScuola di Piazza del Popoloe da lì a poco Kounellis avrebbe esordito nella vicina galleria “La Tartaruga”. L’arte contemporanea italiana stava per conoscere uno dei periodi più floridi della sua storia. C’era una volta Roma.
ROMA 60
Franco Angeli, Alberto Burri, Ettore Colla, Jannis Kounellis, Francesco Lo Savio, Fabio Mauri, Mario Schifano, Giuseppe Uncini
20 Gennaio – 24 Marzo 2023, 23 Heddon St, London
https://www.sprovieri.com/exhibitions/roma-60