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Il concetto di pace in una scultura: Gianfranco Meggiato in piazza Cavour, a Roma

Gianfranco Meggiato, Incontro – Simbolo di Pace, Roma, Art Installation, ph. Massimiliano Lazzi
Un abbraccio collettivo, oltre le trincee, a un anno dall’invasione ucraina: lo scultore Gianfranco Meggiato con un’opera pubblica per piazza Cavour, a Roma

Riportare l’arte pubblica nelle piazze e nelle strade di Roma. A partire da questa volontà BAM Eventi d’Arte, con il patrocinio del Municipio I della Capitale, hanno compiuto un primo passo in questa direzione: con l’installazione di Gianfranco Meggiato, L’incontro-Simbolo di Pace a piazza Cavour, sotto la curatela di Rocco Guglielmo e Alessandro Romanini, la città si è riappropriata di un contemporaneo aperto e diffuso, in grado di raccontarci il presente.

Gianfranco Meggiato, scultore veneziano che ha nel suo percorso mostre che vanno dalla Valle dei Templi di Agrigento, a Montecarlo, a Pietrasanta, oltre alla presenza in numerossisime fiere mondiali, porta l’attenzione sul nostro complesso presente, a un anno dall’invasione ucraina e dall’inizio di un conflitto che continua. L’incontro-Simbolo di Pace, è infatti una grande scultura monumentale che fino a dopodomani occuperà lo spazio antistante il Palazzo di Giustizia (sede della Corte Suprema di Cassazione), e che chiama alla necessaria riflessione della politica quanto dei singolo cittadini del mondo, nell’immaginare un “cessate il fuoco”, un futuro di pace.
Albert Einstein, Dalai Lama, Nelson Mandela, Mahatma Gandhi e molti altri. Una trincea di sacchi di juta, una fortificazione militare su cui l’artista ha impresso quaranta riflessioni e pensieri di pace di alcuni dei personaggi più importanti del Novecento, ospita al suo centro una scultura in lega di alluminio marino, una Musa Silente di quattro metri di altezza, l’incontro che – secondo l’artista – vuole simboleggiare l’importanza del ricongiungimento tra i popoli e la conquista della libertà.

«Quello che vorremmo è che questa opera possa far riflettere su tutte le guerre. Questa installazione vuole ispirare un pensiero sulla diversità, affinché la diversità diventi normalità. L’opera di Meggiato vuole rappresentare un abbraccio collettivo e il significato profondo della sua installazione è che bisogna superare le proprie trincee interiori e le proprie solitudini per ritrovarsi in un grande abbraccio corale», ha dichiarato l’Assessora municipale alla Cultura Giulia Silvia Ghia.

Gianfranco Meggiato, Incontro – Simbolo di Pace, Roma, Art Installation, foto Massimiliano Lazzi

«Una delle frasi che mi ha colpito di più – ha dichiarato Meggiato – è di John Fitzgerald Kennedy:

La pace mondiale, come la pace della comunità, non richiede a ciascun uomo di amare il suo prossimo – richiede solo loro di vivere insieme nella reciproca tolleranza, sottomettendo le loro dispute ad un giusto e pacifico accordo.”

Ecco in queste poche parole è racchiusa l’essenza di questa contemporaneità dove non c’è tolleranza verso il diverso da te, non c’è possibilità di accordi pacifici, dove esiste solo sopruso e sopraffazione. Ebbene io voglio sperare che dopo un momento di generale follia si torni a parlare di pace, di rispetto tra culture diverse, di valori condivisi.
Il pianeta con le sue fragilità e i suoi limiti è troppo piccolo per essere scenario di lotte imperialistiche senza fine e predazioni illimitate. Dobbiamo assumere la consapevolezza che siamo tutti onde dello stesso mare, cellule dello stesso organismo e che il rispetto tra diversi è la base di tutti i rapporti da quelli Interpersonali fino a quelli tra superpotenze».

Gianfranco Meggiato, Incontro – Simbolo di Pace, Roma, Art Installation, foto Massimiliano Lazzi
Un disegno per la pace

“Se la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità a che serve la memoria?” è la frase di Primo Levi che potrete scorgere, tra le tante altre di Martin Luter King, Orazio, Spinoza, Hemingway, John Fitzgerald Kennedy o Anna Frank, impresse sui sacchi di juta che circondano la Musa, ma l’intervento di Meggiato in piazza Cavour non finirà una volta disinstallato; la sua vita continuerà in un catalogo edito da Mondadori dove l’artista ha chiesto anche una collaborazione speciale.
Oltre a una copertina a richiamare i sacchi della trincea metropolitana, lo scultore ha invitato una serie di bambini di diversi paesi del mondo di fare un disegno sul tema “Cosa vuol dire per te la pace”.
Perché, come ricorda lo stesso artista, «Dobbiamo assumere la consapevolezza che siamo tutti onde dello stesso mare, cellule dello stesso organismo e che il rispetto tra diversi è la base di tutti i rapporti da quelli interpersonali fino a quelli tra potenze geopolitiche».

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