A proporre la teoria è James Hall, professore alla Southampton University ed ex critico d’arte per The Guardian. Ed è proprio sulle pagine del giornale che l’esperto ha raccontato della possibile connessione tra i cipressi presenti nella Notte stellata e la Tour Eiffel.
In particolare, esisterebbe un rapporto tra i cipressi e l’iconica struttura in ferro battuto presentata a Parigi nel 1889. E anche con le modalità con cui fu presentata. Per l’occasione fu organizzato uno spettacolo notturno con fuochi d’artificio, luci ed esplosioni. Secondo Hall, la stessa situazione sarebbe stata trasportata da Van Gogh nella sua opera, dove la notte è illuminata da un analogo brillare di stelle, cielo e nuvole.
Ma non solo. Hall ricostruisce il clima e le ragioni che hanno portato alla costruzione della Tour Eiffel. Virtuosismo tecnologico e ingegneristico che avrebbe dovuto mostrare l’avanguardia tecnica della Francia, un’impresa più impressionante anche rispetto alle piramidi. O agli obelischi.
“La Notte stellata di Van Gogh sarebbe quindi la risposta della natura e della storia al mostruoso tremante metallo di Eiffel, che cercava di superare gli egiziani. Il cipresso-obelisco domina Saint-Rémy e la sua chiesa più o meno allo stesso modo in cui con i suoi 300 metri la Torre Eiffel domina Parigi“.
A sostenerlo è Hall, che ricorda come l’opera sia stata realizzata mentre Van Gogh era ricoverato in un manicomio vicino a Saint-Rémy. I cipressi attorno alla clinica, in quest’ottica, sarebbero una sorta di evocazione mistica della forza della natura.
Nel giugno 1889, lo stesso mese in cui fu inaugurato il monumento, Van Gogh scrive infatti al fratello Theo: “Non riesco a togliermi i cipressi dalla testa. Mi piacerebbe dipingerli come ho fatto con girasoli, mi stupisce che nessuno l’abbia ancora fatto. Sono bellissimi nelle linee e nelle proporzioni, come un obelisco egizio”.
Torna così l’obelisco, che quindi funzionerebbe come elemento di raccordo tra i cipressi (che Van Gogh vedeva simili al monumento egizio) e la Tour Eiffel (che nel suo slancio ingegneristico avrebbe voluto superare la magnificenza dell’antica costruzione). Hall ha dunque proceduto a confrontare i cipressi della Notte stellata con quelli di Wheat field with Cypresses. In entrambe le opere i cipressi sono la prima componente ad essere dipinta. La loro base pare rinforzata da cipressi più piccoli, come fossero i piedi su cui poggia la torre. Oppure un modo per allargare la base e accentuare la forma piramidale della composizione.
Troppo poco per convincerci? Aspettiamo di leggere la ricerca completa che uscirà in aprile per Burlington Magazine.