Dopo il grande successo della mostra Somaini e Milano al Museo del Novecento e Palazzo Reale, quest’ultima conclusasi lo scorso gennaio, fino al 15 luglio 2023 la Fondazione Francesco Somaini dedica un’intera esposizione all’intensa attività pittorica del grande scultore, in attesa della pubblicazione del catalogo ragionato della meno nota produzione grafica dell’artista.
Oltre ad ottanta opere conducono lo spettatore nel cuore dell’officina creativa di Francesco Somaini, la cui produzione scultorea viene sapientemente messa a confronto con la meno nota attività pittorica, che si sviluppa nell’intervallo di tempo tra il 1950 e il 1965. La nuova iniziativa espositiva allestita in Fondazione Somaini presenta trentotto dipinti rappresentativi delle diverse fasi creative e delle tecniche via via utilizzate, distribuiti in sezioni tematiche e cronologiche che documentano le stagioni dell’aggiornamento alle avanguardie d’Oltralpe, dell’adesione al MAC-Espace e dell’Informale. Dipinti e graffiti su tavola, opere pittoriche su tela, su lamiera ripresa a fuoco, lavori posti a confronto con disegni a matita, carboncino, inchiostro e sculture coeve in gesso, conglomerato ferrico, piombo, rame, ferro e bronzo. Il vincolo imprescindibile tra pratica scultorea e pittura nella produzione dell’artista viene ampliamente indagato attraverso un serrato raffronto stilistico e formale dei lavori realizzati con i più disparati medium dell’arte. La matrice scultorea, l’attenzione alla componente materica e l’accurata selezione dei materiali di supporto dei dipinti è rintracciabile nelle diverse tecniche adoperate per la realizzazione pittorica, che nasce nella quasi totalità dei casi come atto generato in seguito alla pratica scultorea, e raramente come progetto preparatorio della stessa. Il confronto tra la produzione pittorica e quella plastica permette di evidenziare lo stretto rapporto tra le due attività, nell’ambito dell’immaginazione e talora della rappresentazione del processo artistico. Somaini talvolta torna infatti a riflettere nella pittura su sculture già realizzate, riservando loro un secondo sguardo critico, una sorta di rilettura a colori, alternativa alla ripresa fotografica, pratica del resto da lui stesso condotta.
La selezione dei dipinti offre un paradigma tecnico estremamente variegato: dall’utilizzo di mordenti su tavola alla stesura di smalti ripresi a fuoco su lamiera, in dialogo con una serie di opere plastiche eseguite in vari materiali, tra cui il conglomerato ferrico, la celebre miscela di cemento e limatura di ferro, brevettata dall’artista nel 1955, a testimonianza del forte interesse dell’artista per le leghe metalliche desuete, le patinature e le più ricercate finiture dei materiali. Le istanze che muovono Somaini nel trattamento dei materiali scultorei e nella loro elaborata finitura, sono indissolubilmente legate alla continua ricerca dei cangiantismi cromatici e dei registri chiaroscurali costantemente perseguiti nella pratica pittorica.
Estremamente significativa è inoltre la serie di piccoli graffiti su tavola realizzati nel 1957, affollati di motivi ricorrenti, traiettorie mentali che si fanno espressione grafica ed anticipano sorprendentemente gli sviluppi della produzione plastica della grande stagione informale, per la quale l’artista ha raggiunto la fama internazionale. Ma ancor prima, tra i grandi sostenitori della pittura di Somaini si colloca una personalità cruciale nella storia della critica d’arte del secolo scorso, Carlo Ludovico Ragghianti, curatore della rassegna epocale tenutasi a Prato nel 1955, Sessanta maestri del prossimo trentennio, in occasione della quale lo studioso diede una delle interpretazioni più acute della produzione dell’artista lombardo:
“Francesco Somaini, scultore e pittore, in alcuni studi mostra un’esigenza profonda di spogliare, di andare alla radice essenziale delle cose: la capacità di sondaggio di un organismo si accompagna a un’eguale capacità di sintesi, che porta le sue immagini verso la calma monumentale di una compagine architettonica; ma lo sviluppo della forma, sorgente e come nascente da uno spazio partecipe con una scoperta vibrazione di vitalità, mantiene un tormento a volte tagliente, che si accentua nei disegni”.
Il ritrovamento del carteggio intercorso tra Ragghianti e Somaini negli anni che vanno dal 1952 al 1966, testimonia l’importanza del critico nell’avvicendarsi dei successi dell’artista: sono non a caso gli anni della convulsa contaminazione dei generi, dove si esprime la breve ma prolifica parabola pittorica di Somaini. La lettura critica di Ragghianti rappresenta, a metà degli anni cinquanta, un interesse spiccato per la duplice via condotta da Somaini, “scultore e pittore”, per la prima volta elevato ad artefice della prassi pittorica, che è oggetto della mostra e restituisce la grandezza di un artista al di fuori delle consuete categorizzazioni, nella sua complessa e irrinunciabile totalità.
SOMAINI. IMMAGINARE SCULTURA / LA PITTURA (1950-1965)
2 marzo 2023 – 15 luglio 2023
Fondazione Francesco Somaini Scultore, Corso di Porta Vigentina 31, Milano;
Ingresso per i visitatori in via Cassolo, di fronte al civico n. 3;
Giovedi, venerdi e sabato dalle 10.00 alle 17.00;
Ingresso gratuito solo su prenotazione:
+39 02 583 117 07
fondazione.somaini@gmail.com.