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Diego, l’altro Giacometti in mostra alla Fondazione Luigi Rovati fino al 18 giugno

Fino al 18 giugno 2023 Fondazione Luigi Rovati ospita la mostra “Diego, l’altro Giacometti”. Curata da Casimiro Di Crescenzo, la mostra espone oltre sessanta opere tra sculture, arredi, piccoli animali e maquettes che rappresentano le declinazioni del lavoro scultoreo e di design di Diego Giacometti e si inseriscono nell’allestimento permanente del Museo d’arte, nella prospettiva di un dialogo con l’arte etrusca

Prima mostra in Italia interamente dedicata all’artista svizzero, accoglie opere provenienti dagli eredi di Diego Giacometti, dalla Fondation Giacometti di Parigi, dall’Alberto Giacometti Stiftung – conservata presso la Kunsthaus di Zurigo -, dal Musée Picasso-Paris di Parigi e da collezioni private.

Considerato da molti l’altro Giacometti, Diego (1902-1985) era fortemente legato ad Alberto (1901-1966). I due fratelli vivono in un rapporto simbiotico nei quaranta anni passati insieme a Parigi. Nonostante le assonanze formali tra le loro opere, Diego sviluppa uno stile artistico originale, caratterizzato dall’amore per la natura e gli animali. Quella di Diego è una produzione dallo stile immediatamente riconoscibile, che prende ispirazione dall’archeologia e dalla mitologia, combinate con elementi naturalistici e, anche, surreali. Gli oggetti prendono vita e acquistano una propria personalità. Le opere esaltano l’essenzialità della forma, le proporzioni perfette e il sottile gioco di equilibrio tra le diverse componenti.

L’opera di Diego è espressione dell’arte del XX secolo, in cui l’estetica e la funzionalità si fondono in modo armonioso. Le sue sculture in bronzo sono capolavori di elaborazione creativa e tecnica, in cui ogni dettaglio è curato con estrema precisione; i suoi mobili sono progettati per essere utilizzati come sedute o come tavolini, ma allo stesso tempo sono opere d’arte uniche e ricercate.

La mostra si sviluppa in quattro temi, approfonditi nel catalogo:

Tra scultura e design. Si evidenziano propensione, vocazione e talento di Diego per la tecnica scultorea, che apprende lavorando con Alberto influenzato dal clima artistico della Parigi degli anni ’20 e ’30. Insieme collaborano con il celebre designer francese Jean-Michel Frank, che inaugura la propria boutique nel 1935 in rue Faubourg Saint-Honoré: di quella inaugurazione resta una foto in cui con Frank compaiono Diego e Alberto. Si delinea in questo periodo quella propensione creativa che porterà alla realizzazione di sculture e degli oggetti decorativi dei mobili in bronzo.

Mobili e oggetti. Sono il fulcro della sua originale e raffinata produzione di design. Il suo lavoro si esprime nella capacità di integrare arte e funzionalità, creando opere che sono anche oggetti d’uso. La tecnica di Diego Giacometti è molto complessa: dallo schizzo su carta realizza una versione dell’oggetto in cera o in gesso, così come in gesso esegue i suoi elementi compositivi, prima del passaggio alla forma definitiva in bronzo, realizzata attraverso il processo di fusione. Provvede personalmente a montaggio, saldatura e fissaggio, per poi terminare con la tecnica di cui è maestro: la patinatura.

Bestiario. Gli animali sono per l’artista non solo soggetti da rappresentare, ma amici e compagni di vita; non solo creature vive, ma un vero e proprio mondo fantastico di cui si è sempre interessato sin da bambino nei boschi dei Grigioni, così come da adulto a Parigi: dal cucciolo Rigolo, al ragno che tesseva la tela nel suo studio, alla volpe Misrose, alla gatta Fofa. Insieme a Rembrandt Bugatti, Diego Giacometti è uno tra i maggiori interpreti della rappresentazione artistica degli animali, un importante filone di ispirazione per molti scultori nella Parigi degli anni ’30.

Diego come modello. Lo Spazio Bianco raccoglie una serie di ritratti di Diego: Diego, nourrisson, dipinto dal padre Giovanni nel 1902, Tête d’homme (III). Diego eseguito nel 1965 dal fratello Alberto. La Tête de Diego del 1914-15, in gesso, è la prima scultura realizzata da Alberto ed è contrapposta al bronzo Tête de Diego del 1937. Buste mince sur socle (Aménhofis), del 1954, è tra le prime opere in cui Alberto, attraverso la forte compressione della larghezza del volto di Diego, presenta allo spettatore due diverse e opposte visioni del modello, lati che non sono visibili nello stesso momento e che portano quindi ad una visione pluridimensionale.

Tra le opere più significative in mostra: Lionne del 1931, prima scultura di Diego; Testa di leone del 1934, possente lavoro in pietra, che per anni fu visibile all’ingresso della casa di famiglia a Maloja, prestito dall’Alberto Giacometti-Stiftung; Table basse “Carcasse” modèle à la chauve-souris del 1975 e Console “La promenade des amis” del 1976, tra le opere più rappresentative del lavoro artistico di Diego; Torchère, maquette demi-grandeur del 1983-84, un modello utilizzato per il Musée Picasso-Paris di Parigi.

Nell’ingresso del piano nobile Lanterne à quatre lumières del 1983, creata per la filantropa e collezionista americana Rachel (Bunny) Lambert Mellon.

Infine, per la prima volta vengono esposti i tre Oiseaux creati nel 1942 per il salotto dell’appartamento di Francis Gruber, lo Specchio del 1942, nato da una fantasia barocca, la Mano del 1942-1944, e l’Applique aux panthères, un tempo collocata nella casa dell’artista in rue du Moulin-Vert a Parigi.

Casimiro Di Crescenzo, curatore della mostra, racconta: Questa mostra è stata l’occasione per approfondire l’opera di Diego e la sua relazione personale ed artistica con il fratello Alberto attraverso lo studio della corrispondenza con la famiglia. Il parallelismo biografico tra Diego ed Alberto consente di comprendere la genesi e l’evoluzione artistica di Diego e ne conferma l’assoluto talento.

Sottolinea Giovanna Forlanelli, Presidente della Fondazione Luigi Rovati: La scelta di ospitare per la prima volta in Italia Diego Giacometti nel museo della Fondazione Luigi Rovati è motivata dalla forte ispirazione che l’artista trae dall’arte etrusca. Dal piano ipogeo al piano nobile, le opere di Diego si inseriscono nel percorso permanente, nel dialogo continuo fra antico e contemporaneo, dimensione identitaria del nostro Museo d’arte.

La mostra è accompagnata dal catalogo “Diego, l’altro Giacometti” a cura di Casimiro Di Crescenzo e pubblicato da Fondazione Luigi Rovati, disponibile allo shop del Museo e online (museo.fondazioneluigirovati.org/it/shop).

I PODCAST

In collaborazione con doppiozero, è disponibile una nuova serie di podcast che prendono spunto dal lavoro dell’artista. I testi sono di Tiziano Scarpa, Silvia Ballestra e, prossimamente, Luigi Grazioli. I podcast sono gratuiti e disponibili su Apple Podcasts, Google Podcasts, Spotify e Spreaker.

I LABORATORI PER BAMBINI

Il sabato sono previsti laboratori per avvicinare i più piccoli alla scultura di Diego Giacometti.

La scultura tra forma e materia
Laboratorio bambini tra i 6 e gli 11 anni

Terracotta, gesso e bronzo sono alcuni dei materiali con i quali Diego Giacometti dava forma alle sue creazioni e plasmava le sue sculture: dopo la visita alla mostra, immaginiamo di entrare nel suo atelier per capire come lavorava e realizziamo una scultura traendo ispirazione dal mondo vegetale che tanto amava.

Sabato 1/4 29/4 e 27/05, ore 16
Durata 90 minuti
Costo 20 euro: con il biglietto per il laboratorio è incluso l’ingresso per un adulto

Il laboratorio si effettua con minimo 4 partecipanti; in caso di annullamento per mancato raggiungimento del numero minimo il biglietto è automaticamente valido per una data successiva a scelta.

I biglietti saranno sempre non rimborsabili, i cambi sono possibili contattando l’Ufficio Prenotazioni (prenotazioni@fondazioneluigirovati.org)

Nell’atelier di Giacometti, animali d’artista
Laboratorio bambini tra i 6 e gli 11 anni

Cani, gatti, uccelli, topi popolano le creazioni di Diego Giacometti, che amava osservare gli animali sia dal vero sia su libri illustrati. Dopo la visita alla mostra, con matite, colori, carte colorate e di diverse consistenze, i bambini progettano un oggetto nel quale gli animali sono i protagonisti.

Sabato 15/4 e 13/5, ore 16
Durata 90 minuti
Costo 20 euro: con il biglietto per il laboratorio è incluso l’ingresso per un adulto

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