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Il mercato dell’arte nel 2022 secondo Deloitte

Salvo, 1982, Ottobre, 19x25 cm, olio su tavola
Salvo, 1982, Ottobre, 19×25 cm, olio su tavola

Pubblicato il report 2023Il Mercato dell’Arte e dei Beni da Collezione” di Deloitte Private: il fatturato delle case d’asta internazionali cresce del +12%,  strategie ibride, fine delle restrizioni e nuovi acquirenti spingono la ripresa

Pochi giorni fa è stato pubblicato il report annuale di Art Basel/UBS sul 2022 che ha riscontrato alcune “crepe”  nel 2022 nonostante un totale forte di vendite globali a circa 67,8 miliardi di dollari. Clare McAndrew, autrice del report e fondatrice della società di consulenza Arts Economics, riporta che alcuni segmenti, in particolare il mercato delle aste, hanno subito una lieve contrazione lo scorso anno e in generale il mercato globale dell’arte “inizia a raffreddarsi”.

Ieri, 12 aprile, è stato presentato il report 2023 realizzato da Deloitte PrivateIl Mercato dell’Arte e dei Beni da Collezione“. Tra i punti chiave, il fatturato delle case d’asta internazionali è cresciuto del 12% e la ripresa è stata  spinta dalle strategie ibride, dalla fine delle restrizioni per il Covid e dall’arrivo di nuovi acquirenti. Anche il report Deloitte parla di un inizio 2023 in chiaroscuro: «Ricorderemo il 2022 come un anno per molti versi straordinario nella storia del mercato dell’arte, caratterizzato da record ed eventi che sembravano quasi allontanare il settore dalle complesse dinamiche sociali, politiche ed economiche che hanno interessato il panorama internazionale. Un’apparenza che deve tuttavia essere ancora confermata, poiché le ultime aste dell’anno e i primi mesi del 2023 si chiudono con risultati in chiaroscuro, mentre ulteriori elementi di complessità, tra cui il crollo di alcune banche internazionali, rendono ancora più complesso fare previsioni per il breve e medio termine. Una eventuale reticenza a vendere da parte dei collezionisti in possesso di opere Outstanding, in attesa di tempi più propizi, potrebbe scatenare nel breve “l’effetto valanga”, già noto in questo mercato» introduce così Ernesto Lanzillo (Senior Partner e Leader di Deloitte Private) che ha presentato il report a Milano insieme a Barbara Tagliaferri (Art&Finance Coordinator di Deloitte Italia), Pietro Ripa (Private Banker Fideuram) e Roberta Ghilardi (Deloitte Sustainability Manager).

Il 2022 entrerà comunque a pieno titolo tra gli anni migliori per l’arte e i beni da collezione. Con un ampliamento di orizzonti sia in termini di acquirenti, sia in termini di tipologia di lotti offerti, il mercato dell’arte nel 2022 ha dato seguito al trend di ripresa iniziato nel 2021, con operatori in grado di beneficiare degli sforzi dispiegati per reagire alla crisi innescata dalla pandemia del 2020.

Il report propone una panoramica sulle dinamiche che hanno caratterizzato il mercato nell’anno passato. Barbara Tagliaferri spiega: «Nel 2022, oltre alle novità indotte della pandemia, come il consolidamento delle aste ibride come “new normal”, osserviamo il crescente protagonismo di nuovi acquirenti, spesso under 40. Oltre ad alimentare la domanda per gli artisti più giovani e “instagrammabili”, i Millennial hanno fatto aumentare l’attenzione nei confronti di diversità e inclusione in termini di mercato, mostre ed esposizioni, portando a una maggiore visibilità per gli artisti finora considerati come minoranze (donne, afro-americani, comunità LGBT+) e dunque sottovalutati». Oggetto del desiderio di molti nuovi collezionisti – spesso giovani arricchiti dallo scoppio dell’economia digitale caratterizzati da un diverso gusto e interesse su elementi iconici – si confermano essere i Passion Assets (borse, sneaker, oggetti di design, orologi e vini), meno impegnativi da un punto di vista economico e più funzionali in tema di rappresentatività sociale. Tra i top lot dell’anno nel comparto dei Passion Assets, si segnala il diamante “Williamson Pink Star”, venduto a ottobre 2022 da Sotheby’s Hong Kong per oltre 57 milioni di dollari, mentre Phillips continua a brillare per il comparto orologi, che nel 2022 ha registrato il tutto venduto. Viene presentata anche un’analisi sul segmento delle Classic Cars, identificando le tendenze principali del mercato delle auto d’epoca in base al prezzo di aggiudicazione.

Rallenta, invece, la corsa ai Non-Fungible Token (NFT): il mercato  nel 2022 ha risentito della generale contrazione dell’economia e, in particolare, della crisi del mercato delle criptovalute seguita al fallimento di FTX, una delle maggiori società per lo scambio di criptovalute al mondo, il cui crollo ha generato il panico sui mercati e portato a un “contagio” che ha trascinato verso il basso il valore dell’intero mercato. Questo si riflette sul volume di NFT scambiati durante il 2022. Se a gennaio il volume scambiato sulla piattaforma Ethereum raggiungeva la cifra record di 5,6 milioni di dollari con una crescita del 33%, a giugno i volumi sono crollati del 60,1% rispetto al mese precedente e hanno continuato a declinare mentre il numero di transazioni giornaliere è crollato dell’82,2%. Questa fotografia del mercato potrebbe portare ad immaginare una fine del fenomeno NFT. Tuttavia, il sentiment del mercato è che il fenomeno NFT abbia solamente rallentato il proprio sviluppo, in attesa che le condizioni del mercato crypto evolvano.

Altro trend che emerge dal report è il rafforzamento dell’attenzione nei confronti della sostenibilità sociale e della corporate social responsibility, in un contesto di grande sviluppo normativo e di crescente consapevolezza da parte dei consumatori e dei privati, sempre più orientati a scegliere realtà “responsabili” nel proprio operato. «Oltre ad una crescita vigorosa in termini di fatturato e nuovi acquirenti, il mondo dell’arte sta evolvendo anche in relazione ad altri aspetti fondamentali per il nostro vivere contemporaneo, la sostenibilità e l’attenzione nei confronti di diversità ed inclusione» conclude Roberta Ghilardi. «Il tutto in un contesto di crescente consapevolezza di quanto la cultura possa contribuire allo sviluppo sostenibile, non soltanto in termini economici ed occupazionali, ma anche e soprattutto di capacità di creare benessere per le persone, inclusione e coesione sociale».

Interessanti, rispetto ai report internazionali, i capitoli 3 e 4 perché sono più concentrati sulla situazione italiana: il primo, curato da Ivetta Macellari, fornisce una panoramica dettagliata di quali siano le implicazioni della Riforma del Terzo Settore per le organizzazioni che operano nel settore culturale, con dettagli relativi ai regimi fiscali e normativi. Il capitolo 4, “PNRR e cultura: lo stato dell’arte”, approfondisce gli obiettivi definiti dal governo italiano e lo stato d’attuazione per l’investimento degli oltre 6,7 miliardi di euro previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il rafforzamento del comparto cultura.

Infine, come sempre, il report si conclude con le interviste agli operatori del settore, con i commenti dei principali player del mercato dell’arte, da Mariolina Bassetti e Cristiano De Lorenzo di Christie’s a Rossella Novarini de Il Ponte Casa d’Aste e Guido Wannenes di Wannenes Art Auction, solo per citarne alcuni.

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