Print Friendly and PDF

Ricerca e sperimentazione. La Quadriennale ricorda Irma Blank

Irma Blank, Bleu Carnac (1992), Installazione dell’opera per la 17a Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni (Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma, foto DSL Studio) Irma Blank, Bleu Carnac (1992), Installazione dell’opera per la 17a Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni (Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma, foto DSL Studio)
Irma Blank, Bleu Carnac (1992), Installazione dell’opera per la 17a Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni (Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma, foto DSL Studio)
Irma Blank, Bleu Carnac (1992), Installazione dell’opera per la 17a Quadriennale di Roma, Palazzo delle Esposizioni (Courtesy Fondazione La Quadriennale di Roma, foto DSL Studio)

Irma Blank partecipa a tre edizioni della Quadriennale, XI (1986), XIV (2005), 17a (2020-2021), quando è scelta dai curatori come istallazione centrale

La scomparsa di Irma Blank è una grande perdita, la sua forza espressiva ha rappresentato un unicum nel panorama contemporaneo. Nell’ultima edizione della Quadriennale d’Arte la sua imponente opera Bleu Carnac fu scelta dai curatori come istallazione centrale della mostra al Palazzo delle Esposizioni. L’artista lascia l’eredità di ricerca e sperimentazione di una poetica destinata ad occupare un capitolo di rilievo nella storia dell’arte”. Con queste parole Umberto Croppi ricorda la grande artista di origine tedesca che ha vissuto dagli anni Cinquanta in Italia. Vivendo e operando soprattutto a Milano e scomparsa ieri.

Irma Blank partecipa a tre edizioni della Quadriennale d’arte: XI (1986), XIV (2005), 17a (2020-2021). Nella più recente edizione, dal titolo “FUORI” al Palazzo delle Esposizioni, Irma Blank è scelta dai curatori Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol tra le figure emblematiche di una rilettura dell’arte italiana dagli anni Sessanta ad oggi. Annoverandola tra le visioni indipendenti e i modelli artistici alternativi alle narrazioni dominanti. Il lavoro scelto per la mostra, Bleu Carnac (1992) indagava il segno nel suo senso pre-linguistico, mettendo in atto un’esplorazione fisica della scrittura non semiotica e autoreferenziale che si dispiegava in una sorta di trance.

Le 38 tele formavano un corridoio pulsante e ipnotico che rievocava gli allineamenti megalitici di Carnac in Bretagna, un percorso sacro scandito dal ritmo creato dal colore e dalle pause. Ciascun esemplare della serie dipinto dall’artista in assoluto silenzio, partendo dal centro della tela e facendo coincidere ogni pennellata con un respiro.

https://quadriennalediroma.org/

Commenta con Facebook