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Ilda Boccassini, la stanza n. 30. L’autobiografia, senza sconti, di una donna vissuta 40 anni in Procura

L’ex magistrato Ilda Boccassini sarà a Fano venerdì 21 aprile, ospite di Unisaperi, per presentare il suo libro “La stanza n. 30. Cronache di una vita“. Edito da Feltrinelli alla fine del 2021, scritto poco dopo l’inizio della pensione, è il racconto della vita di una donna in magistratura, dalle indagini di mafia al pool di Mani Pulite

“Ilda la rossa”, così era soprannominata, è stata per tanti un simbolo di giustizia e un modello di donna, per altri un nemico politico. Ha vissuto tutta la sua vita lavorativa in prima linea. Ora racconta la sua storia affidandola alle pagine di un’autobiografia. Dalle indagini sulle stragi mafiose del 1992 in cui morì il suo grande amico Giovanni Falcone ai processi con imputato Silvio Berlusconi. Queste pagine ripercorrono gli avvenimenti da uno straordinario punto di vista: quello di una donna libera, sotto la toga e nella vita che ha scelto, con la forza di pochi e la fragilità di tutti.

Un’autobiografia che è insieme la biografia di una donna, di una Procura e della magistratura. Un libro sincero e coraggioso, che non fa sconti a nessuno.

Ottavia Piccolo, attrice e amica della Boccassini, lo scorso 20 marzo ha portato in scena al Teatro Gerolamo di Milano un reading teatrale del libro, in cui ha letto alcuni tra i brani più significativi. Potremmo dire che ha portato nuovamente in scena una “donna non rieducabile”, citando un’altra grande donna raccontata sul palcoscenico dalla Piccolo, la giornalista russa Anna Politkovskaja uccisa a Mosca nel 2006 e protagonista dello spettacolo dal titolo, per l’appunto, “donna non rieducabile” scritto da Stefano Massini (un adattamento in forma teatrale di brani autobiografici e articoli della giornalista).

Il volume

Ilda Boccassini apre il suo libro, La stanza n. 30. Cronache di una vita, con queste parole:  «Poco prima di andare in pensione ho cominciato a fare pulizia nell’ufficio in cui ho lavorato per decenni, a riguardare vecchie carte per decidere cosa conservare. Operazione non facile, perché è come maneggiare brandelli di vita, ritagli di gioia e di dolore, di speranza e di frustrazione. Ma è stata la mia vita e spetta solo a me decidere cosa farne».

L’ex magistrato del pool Mani Pulite ha lavorato 40 anni alla Procura di Milano, dal 1979 al 2019 (con una parentesi siciliana tra il 1992 e il 1995), cioè all’ufficio giudiziario che ha contribuito a fare la storia d’Italia. Appena arrivata capisce subito che la vita non sarà facile. Raccogliendo il palese malumore dell’allora procuratore, il “Corriere della Sera” commenta il giorno stesso che “il lavoro inquirente poco si adatta alle donne: maternità e preoccupazioni famigliari male si conciliano con un lavoro duro, stressante e anche pericoloso”. Inizia così per “Ilda la rossa” un corpo a corpo dentro e fuori la procura, che durerà fino al giorno della pensione, nel dicembre 2019. Il lavoro è duro, certo, ma entusiasmante già dal primo periodo, a partire dai successi ottenuti insieme a Giovanni Falcone nell’indagine “Duomo connection”, che svela la presenza di Cosa nostra a Milano. Fino al giorno in cui tutto finisce e tutto comincia: il 23 maggio 1992, lo squarcio sull’autostrada, la strage di Capaci. Si parte allora per la Sicilia, bisogna indagare su quelle morti, sconsigliata da tutti, perseguitata dal senso di colpa per i figli lasciati a Milano. Ma è necessario capire, dare giustizia. Il ritorno in procura, nella stessa stanza numero 30, sarà segnato dai processi Imi-Sir, Lodo Mondadori, “Toghe sporche”, che la portano ad affrontare anche Silvio Berlusconi, fino agli anni duemila con il caso Ruby. E con quei processi, l’inizio di una campagna d’odio che dura da decenni.

 

Venerdì 21 aprile 2023, ore 17.30
ex Chiesa Gonfalone, Fano
Interviene con Ilda Boccassini il giornalista Lionello Mancini

Incontro organizzato dall’Università dei Saperi “Giulio Grimaldi”
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Info 0721 831316
www.unisaperi.it

 

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