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Resistere al dolore. A Milano Greta Pllana racconta la violenza domestica attraverso le piante

Un altro modo è il titolo della mostra che lo spazio Ferrobedò di Milano dedica a Greta Pllana. Una serie di dipinti – realizzati tra il 2021 e il 2023 – raccontano della violenza domestica vissuta quotidianamente dalle donne albanesi. A cura di Piersandro Pallavicini, l’esposizione è visitabile dal 28 aprile al 29 maggio 2023, su appuntamento (328 966 8235; 349 087 5171) e negli orari di apertura dello spazio per altri eventi.

Greta Pllana guarda indietro, lungo e oltre i confini abitati o attraversati, verso un’infanzia trascorsa in luoghi dove, nelle famiglie, la sopraffazione dell’uomo sulla donna è tutt’altro che scomparsa. La violenza, quando perpetrata tra le mura di casa, diventa dramma ancora più subdolo, incomprensibile; si lega ad ogni aspetto della quotidianità e in essa si confonde, si nasconde, per manifestarsi ancora più efficace. Per questo l’artista sceglie di non mostrarla direttamente nel suo atto tragico, ma di rappresentarla indirettamente tramite le immagini di una pianta.

La pianta in questione è il cardo. Il cardo è fiore né morbido né arreso, ma irto di spine nate dalla sofferenza, che diventano apparato di difesa e resistenza. Evidente dunque il rapporto con le donne albanesi della generazione che ha preceduto quella di Pllana; la cui storia, segnata dalla violenza casalinga quotidiana, ha scelto di raccontare. Un dramma che non coinvolge solo l’Albania, ma che qui ha assunto i caratteri di una tradizione che implica sottomissione al maschio, accettazione della punizione, silenzio.

In particolare essa si traduce in una serie di dittici dipinti tra il 2022 e il 2023 che prendono il nome di Fiori Spinosi. Qui le spine del cardo diventano l’alter ego del volto, lo specchio rivelatore a cui Pllana affianca dei ritratti femminili, come a esplicitare la metafora. D’altra parte la palette, tutt’altro che primaverile, dichiara in modo esplicito i toni drammatici del racconto suggerito. Verde scuro, mattone, viola: colori mai rassicuranti, mai dentro la stucchevole retorica floreale. Il dolore traspare così in modo discreto, quasi noncurante, in tutta la sua lacerante ordinarietà.

Ferrobedò

Ferrobedò è uno spazio culturale polivalente e non commerciale nello storico quartiere di Brera, in via Moscova 40. Aperto nel 2022, centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, deve il suo nome al titolo che Pasolini avrebbe voluto dare al suo primo romanzo, poi diventato Ragazzi di vita. Ha mutuato i propri locali da quelli della storica galleria d’arte Spotorno, attiva nel dopoguerra, fino agli anni Cinquanta: una galleria atipica, uno spazio come ora non commerciale, fondato dalla scultrice Enrica Spotorno per far conoscere i giovani artisti insieme a nomi come Felice Casorati, Arturo Martini, Marino Marini, Carlo Corsi. Dopo mesi d’intensa attività con incontri letterari, proiezioni di film e documentari incentrati sulla figura di Pasolini, il Ferrobedò sta allargando le sue attività all’insegna di una cultura alta e fuori dalle logiche commerciali: incontri con scrittori e poeti, documenti filmati, mostre fotografiche. Con Greta Pllana arriva la prima mostra di arte figurativa. 

Greta Pllana

Greta Pllana (ig @greta.pllana) nasce a Durazzo, in Albania, nel 1992. Nella seconda metà degli anni ’90 arriva in Italia con la famiglia e si stabilisce a Villorba, in provincia di Treviso. Diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2020, nel 2021 si trasferisce a Milano, ospite dello studio di Adrian Paci in zona Lambrate. Dalla fine del 2022 il suo studio è in un atelier di giovani artisti ai confini della città, in via Chopin. 

Mostre recenti – 2023: collettiva Visions 23, a cura di Isorropia Homegallery, Sea Visions – Pavia; tripersonale Greta Lena e Renata, a cura di Superstudiolo. Temporari Place – Bergamo. 2022: murale alla Cittadella degli Archivi di Milano, nell’ambito di un progetto finanziato da «Donna Moderna»; Videoinsight Prize 2022; collettiva Entre Nous, Galleria Ipercubo – Milano; collettiva Pleasures, a cura di Domenico De Chirico, Bazament Art Space, Tirana (Albania)

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