Lo scorso 27 aprile, a partire dal tema scelto per il “Premio Driving Energy 2023 – Fotografia Contemporanea” Elogio dell’equilibrio, si è svolta una serata multidisciplinare con una conferenza di Lorenza Bravetta, (Presidente della Giuria del Premio e curatrice del settore Fotografia, cinema e nuovi media presso La Triennale di Milano) organizzata da Terna, il gestore della rete elettrica nazionale, allo Spazio Novecento di Roma. L’evento – interamente moderato da Michele Gaudenzi (responsabile Advertising, Brand Image, e TernaCult) – ha visto anche la performance musicale di un ensemble dell’Accademia di Santa Cecilia.
Lorenza Bravetta ha proposto un excursus sul tema dell’equilibrio nella storia dell’arte, attraverso le teorie di Winkelmann e Warburg, le opere di Fidia e Policleto, il “Laocoonte” dei Museo Vaticani. E poi la “Maestà del Louvre” di Cimabue, la simmetria perfetta di Piero della Francesca, i paesaggi di Turner, che bilancia i colori nel rispetto della sezione aurea. E ancora le Avanguardie, Kandinsky e Mondrian. Infine il Modernismo, movimento in cui l’artista distoglie lo sguardo dall’esterno per rivolgerlo alla propria interiorità, per arrivare agli anni Cinquanta in cui l’equilibrio lascia definitivamente il posto alla materia e l’arte rinuncia all’idea secolare di dare ordine al caos. La fotografia non è naturalmente esente da questo dibattito. Bravetta ne offre alcune letture attraverso le opere di Peter Fischli e David Weiss, Louis Daguerre, Hippolyte Bayard, Francesco Cocco, Richard Moss e molti altri.
«Il concetto di equilibrio nell’arte e soprattutto in fotografia – dichiara Lorenza Bravetta – chiama in causa un gran numero di questioni, estetiche, morali, concettuali, etiche e formali, che ben riflettono gli obiettivi del “Premio Driving Energy 2023 – Fotografia Contemporanea” promosso da Terna, dedicato alla fotografia contemporanea come forma di espressione artistica, ma al tempo stesso come strumento per capire il mondo. Al di là della tecnica e della bravura, il fotografo è colui che riesce ad agire su quel particolare momento in cui qualunque cosa diventa di massimo valore, e non si tratta semplicemente di vedere, scegliere cosa fotografare, ma anche avere la capacità di cogliere il momento giusto e fissarlo sotto l’aspetto dell’eternità e poterlo trasmettere. È questo allora che possiamo definire “equilibrio” in fotografia. Credo che una chiave di lettura utile, se non la risposta, ce la fornisca Roland Barthes nel celebre saggio “La camera chiara”, parlando del rapporto tra chi la fotografia la fa (operator), chi la subisce (spectrum) e chi la guarda (spectator). È il punctum quel segno particolare che funge e lascia una ferita, quella fatalità che scaturisce dall’immagine, ma che necessita sempre dello sguardo unico e arbitrario dello spettatore, il punto di equilibrio di ogni fotografia. E allora, come ci ricorda Ettore Sottsass, “vivere in equilibrio significa abituarsi a disegnare un’oscura incertezza piuttosto che presumere il disegno della certezza”».
In un’ottica di dialogo tra le arti, all’intervento di Lorenza Bravetta ha fatto seguito la performance musicale sul tema dell’equilibrio di due giovanissimi violinisti dell’Accademia di San Cecilia, Alice Notarangelo e Federico Piccotti, entrambi nati nella seconda metà degli anni Novanta, ma con un curriculum di grande rilievo, che si sono esibiti sulle arie di Reinhold Glière e Béla Bartòc.
È quindi intervenuto Marco Delogu, curatore del Premio e presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo, che ha illustrato la storia della sua collaborazione con Terna e i criteri curatoriali che la giuria adotterà per la valutazione delle opere ricevute. «Il Premio – ha aggiunto Delogu – è fondamentale perché l’Italia è purtroppo un po’ indietro nel Sistema Fotografia. In altri paesi c’è un sistema fotografia forte. Quello italiano ha una serie di debolezze. L’intento è dunque quello colmare queste debolezze e fare sistema. Tramite la rete degli Istituti Italiani di Cultura auspichiamo che le opere selezionate possano viaggiare nel mondo».
Infine Marco Pisciottani, coordinatore del Premio, ha sottolineato come il concorso sia stato progettato per creare il più possibile valore per i partecipanti, abbinando un valore economico a un valore di più lungo periodo, che contribuisca a far decollare il loro percorso. Da qui, la mostra finale al Palazzo delle Esposizioni con Metaverso e virtual tour, il catalogo, il coinvolgimento degli Istituti Italiani di Cultura, il roadshow nelle Accademie, i nuovi riconoscimenti, tutto nel segno della massima apertura e inclusione sociale.
Al termine dell’evento, i presenti hanno potuto visitare la mostra allestita per l’occasione con le opere vincitrici dell’edizione 2022 del Premio e una selezione dei lavori realizzati dai 40 finalisti, con particolare attenzione ai fotografi più giovani.