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Dieci anni di paesaggi onirici. Parte il tour di Dreamscape di Eva Frapiccini: prima tappa Torino

Eva Frapiccini, Dreamscape, installazione sonora, Polo del ‘900, Torino, 2023, crediti Cristina Leoncini, Courtesy AlbumArte e Polo del ‘900 Eva Frapiccini, Dreamscape, installazione sonora, Polo del ‘900, Torino, 2023, crediti Cristina Leoncini, Courtesy AlbumArte e Polo del ‘900
Eva Frapiccini, Dreamscape, installazione sonora, Polo del ‘900, Torino, 2023, crediti Cristina Leoncini, Courtesy AlbumArte e Polo del ‘900
Eva Frapiccini, Dreamscape, installazione sonora, Polo del ‘900, Torino, 2023, crediti Cristina Leoncini, Courtesy AlbumArte e Polo del ‘900
Il 9 maggio 2023 (e fino al 24 maggio) si è inaugurato al Polo del ‘900 di Torino il progetto Dreamscape di Eva Frapiccini, per la curatela di Paola Ugolini. Si tratta di un lavoro di sound art, un’installazione sonora che evoca, come recita il titolo, il tema del sogno. Indagato dal punto di vista personale, psicologico, ma anche sociale, politico e culturale.

L’evento, completato da un talk di approfondimento, è prodotto dall’associazione AlbumArte ed è visitabile al Polo del ‘900 di Torino fino al 24 di maggio, per poi spostarsi al Museo Madre di Napoli e infine a Palazzo Ducale a Genova.

L’installazione si inserisce in un progetto di ricerca più ampio che Eva Frapiccini conduce ormai da più di 10 anni. Nel corso del tempo l’artista ha personalmente raccolto e registrato racconti di sogni, proprio intesi nel senso della produzione onirica notturna di persone qualunque, in qualsiasi ambito sociale e che ricoprono qualsiasi ruolo all’interno della comunità di appartenenza. Il progetto si svolge trasversalmente in diversi luoghi, perciò le voci che raccontano i sogni parlano tutte le lingue del mondo o quasi.

Ora l’opera si compone di una serie di ripetitori interattivi posti in cerchio, che aumentano o diminuiscono il volume del suono a seconda che i visitatori si avvicinano o si allontanano da essi. Non si tratta di un lavoro visivo ma puramente sonoro. Eppure l’effetto immersivo dell’installazione comporta anche una rilevante componente estetica, che non riguarda soltanto il mero suono emesso dai ripetitori, ma anche lo spazio nel quale questo si riverbera e si riproduce.

I racconti dei sogni, poi, sono suggestivi e invitano alla riflessione sia presi singolarmente, sia ascoltati nel loro susseguirsi e sovrapporsi apparentemente disordinato. Ne nasce un’installazione evocativa e poetica, che invita soprattutto alla riflessione. Il lavoro infatti indaga le profondità dell’animo umano, inteso anche come psiche, rintracciando tratti comuni in situazioni sociali, luoghi del mondo, ambientazioni tra loro anche molto differenti.

Oltre a coinvolgere lo spazio espositivo e non, il progetto si misura anche con il tema del tempo. Il titolo del progetto, nella sua completezza e complessità, è infatti Dreams’ Time Capsule. Una sorta di macchina del tempo, insomma, capace di viaggiare toccando situazioni politicamente rilevanti. Alcuni dei sogni raccolti riguardano infatti luoghi e periodi particolari, scelti con precisa intenzione dall’artista, come l’Inghilterra della Brexit o l’Egitto nell’epoca del primo voto democratico. Questa scelta permette a Frapiccini di indagare temi e simboli ricorrenti nell’immaginario psichico delle popolazioni nei momenti cruciali della loro storia recente, restituendo un quadro articolato e complesso della nostra epoca.

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