La maestria nell’incisione del cartone, che è insieme creazione e esplorazione, sono alla base della ricerca di Eva Jospin (1975, Parigi) da oltre quindici anni. In queste ore alla Galleria Continua a San Gimignano sta aprendo “Vedute” (fino al 10 settembre), la sua prima mostra personale in Italia, che all’Arco dei Becci, uno degli spazi della galleria, presenta una serie di lavori che permettono di apprezzare il lavoro dell’artista secondo varie declinazioni della sua pratica: dalle sculture in cartone ai ricami fino ai disegni. Ne abbiamo parlato con l’artista nell’intervista qui sotto.
Come è nato il progetto espositivo che apre oggi a San Gimignano?
«La nostra collaborazione è iniziata recentemente, e per festeggiare, volevamo lanciarci subito in un progetto importante come questa prima mostra nella sede storica della galleria a San Gimignano».
Quali aspetti della tua ricerca emergono, in particolare, da questa mostra?
«Il titolo di questa mostra, «vedute» fa riferimento ad uno stile di pittura nato in Italia con la volontà di raffigurare il paesaggio. La parola stessa, creata dagli artisti è interessante, deriva da «paese», e il «paesaggio» è nato grazie a loro».
Le tue opere sono realizzate soprattutto in cartone. Quali sono caratteristiche di questo materiale lo rendono particolarmente interessante per la tua ricerca?
«La banalità di questo materiale lo rende unico perché lo puoi trovare ovunque nel mondo, in quantità. Si può quindi trasformare senza timore. Gli incavi e le fenditure alle quali si presta questo materiale lo rende favoloso per uno scultore: contiene la sua propria ombra, creando una vibrazione continua per l’occhio».
Da dove deriva la tua ispirazione?
«Le mie influenze sono varie, ma nutro un amore particolare per i giardini barocchi, soprattutto per le grotte fittizie o i ninfei presenti in diversi giardini di quell’epoca».
Quali altri materiali e tecniche stai esplorando?
«In questa mostra ho voluto presentare le principali tematiche del mio lavoro (foreste, grotte, giardini, ninfei). Ma anche il mio interesse per la metamorfosi del materiale che utilizzo per rappresentare questi mondi (disegni, ricami, cemento per esempio)».
Hai realizzato diverse collaborazioni con brand del lusso, come Max Mara, Dior e Ruinart. Quali sono stati per te gli aspetti più interessanti di queste collaborazioni?
«Sono tutte collaborazioni diverse fra di loro, ma quello che hanno in comune è la libertà totale di creazione. Questo è davvero un lusso.
A quali altri progetti stai lavorando?
«Sto preparando due mostre ad Avignone, per la fine del mese di giugno. Una al Palais des Papes e l’altra alla Collection Lambert. Non vedo l’ora!».