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Albert Hofmann, l’inventore dell’LSD

Albert Hofmann Albert Hofmann
Albert Hofmann
Albert Hofmann

Due libri recenti focalizzano la figura di Hofmann, il chimico che nel 1938 scoprì la dietilamide dell’acido lisergico (LSD) e i suoi effetti

Da poche settimane in Italia sono uscite due pubblicazioni notevoli con lo stesso protagonista, Albert Hofmann. Una è stata realizzata dall’illustratore americano Brian Blomerth, Bicycle Day, pubblicato da WoM Edizioni. Un fumetto che si completa con una duplice prefazione: la prima dello scrittore Vanni Santoni, la seconda firmata da Dennis McKenna, ricercatore nel campo dell’etnofarmacologia e importante ricercatore e divulgatore del mondo psichedelico. L’altra invece è pubblicata da Piano B, e sono gli ultimi scritti di Albert Hofmann dal titolo Lo scienziato Divino.

Il libro di Brian Blomerth è un vero viaggio psichedelico anche senza l’assunzione di particolari sostanze, disegni stupendi che danno forma ad un’opera magistrale (quelli che illustrano questo articolo). Sfogliando le tavole siamo posti davanti a una vera e propria interpretazione lisergica della scoperta fatta il 19 aprile del 1943, dall’allora giovane chimico Albert Hofmann, un racconto immaginifico della primissima esperienza di trip da LSD della storia. Le tavole di questa incredibile pubblicazione curata nel minimo dettaglio dall’editore italiano, vi porteranno tra illustrazioni coloratissime e visionarie, polimorfe e sorprendenti.

Un sentiero del bosco

Lo scienziato Divino invece comprende le ultime riflessioni di Hofmann, il racconto di cosa lo spinse a studiare chimica, la sua voglia di ricerca iniziata grazie allo stupore e l’incanto provato dallo scienziato ancora bambino in un sentiero del bosco sul Martinsberg in Svizzera. Nel libro Hofmann ci racconta che mentre passeggiava in quei boschi all’inizio della primavera la luce scintillante dei verdi prati, il bagliore emesso dagli alberi gli toccò il cuore, sentì un forte senso di appartenenza, di unità, uno stato di pace interiore. Rimase incantato, una sorta di prima esperienza mistica della realtà che al contrario di quello che potremmo pensare è stata proprio una delle ragioni per cui scelse di diventare un chimico.

 

Una tavola da Bicycle Day, fumetto dedicato ad Albert Hofmann
Una tavola da Bicycle Day, fumetto dedicato ad Albert Hofmann

Questa ed altre esperienze nei boschi risvegliarono nel giovane Hofmann il desiderio di una comprensione profonda della struttura e dell’essenza del mondo materiale. Si occupò come chimico di piante fin da subito e nel 1938 scoprì la dietilamide dell’acido lisergico (LSD), mentre faceva ricerche sull’ergotina nei laboratori farmaceutici Sandoz di Basilea. I laboratori per i quali lavorava avevano avviato un programma per identificare e sintetizzare i composti attivi di alcune piante e Hofmann scelse la segale cornuta. Si tratta di un fungo velenoso che le ostetriche hanno utilizzato per secoli per accelerare il parto e che nel medioevo era noto per provocare l’ergotismo, un’intossicazione alimentare causata dall’ingestione di grano ammuffito o cibi farinacei con cui si cibavano soprattutto i pellegrini.

Il primo “viaggio sintetico”

La ricerca di Hofmann ha permesso di isolare altre sostanze attive da questo fungo e di sintetizzare, oltre all’LSD, un farmaco che blocca le emorragie postpartum. Sebbene i suoi colleghi non credessero nell’LSD, Hofmann non gettò la spugna fino al 1943, quando sperimentò in prima persona le proprietà allucinogene e di alterazione della coscienza della dietilamide dell’acido lisergico. L’esperienza narrata proprio nelle tavole di Brian Blomerth. Alcune gocce di questa sostanza furono assunte dal chimico svizzero e gli provocarono strane sensazioni e visioni: fu il primo “viaggio sintetico” della storia. La nausea e un leggero capogiro gli impedirono di lavorare, quindi salì sulla sua bicicletta e tornò a casa.

Natura/cultura

Entrò in uno stato di sogno stranamente lucido, la sua immaginazione fu fortemente stimolata e iniziò ad avere visioni caleidoscopiche allucinate, nonostante i suoi occhi fossero chiusi. Dopo alcune ore, l’effetto svanì. Ma dentro Hofmann qualcosa aveva preso fuoco. Sono particolarmente interessanti le considerazioni sulla natura presenti nello Scienziato divino, dove Hofmann chiarisce la sua posizione non duale rispetto al concetto di natura/cultura. E spiega che risiede proprio nella natura la vera fonte di energia.

La tragedia è che non riusciamo a vedere il carattere secondario e transitorio di tutte le opere umane; che non ci rendiamo conto che la scienza e la tecnologia trovano il loro fondamento in cose preesistenti in natura. Il chimico opera con la materia di cui è fatta la terra; il fisico e il biologo indagano le forze e le leggi trascendentali che perpetuano l’universo organico e animano il mondo vegetale e animale; il tecnico trasforma queste leggi in forze asservite e sfruttabili. Le intuizioni delle scienze naturali non sono altro che descrizioni di condizioni preesistenti, non spiegazioni.

Una tavola da Bicycle Day, fumetto dedicato ad Albert Hofmann
Una tavola da Bicycle Day, fumetto dedicato ad Albert Hofmann

Un profondo senso di indivisibilità

Gli ultimi anni della sua vita, il chimico svizzero, li trascorse con la moglie a Leimental, non lontano da Basilea. In un paesaggio idilliaco ai piedi della catena montuosa del Giura che separa la Svizzera dalla regione francese dell’Alsazia. Nelle sue ultime interviste dichiarava che non aveva più esperienze che alteravano lo stato di coscienza attraverso l’assunzione di sostanze. Semplicemente perché non ne aveva bisogno. Gli bastava lo stare nella e con la natura provando un profondo senso di indivisibilità.

In queste sue considerazioni pubblicate da Piano B, non troverete solo lo studio dell’LSD o dei funghi magici messicani ma anche la sua visione filosofica, l’interdipendenza tra spazio interno e spazio esterno e la consapevolezza che sentirsi parte della natura, va di pari passo con la ricerca della felicità e del senso della vita. In una delle ultime interviste alla televisione svizzera di lingua tedesca, ha così riassunto la sua filosofia di vita: “Oggi la maggior parte degli uomini vive nelle grandi città, in un mondo morto. Vanno sulla luna, ma non sanno godersi il cielo stellato. Ed è che tutto ciò di cui abbiamo bisogno per essere felici non è nella bellezza della creazione umana, ma nella bellezza della natura“.

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