L’artista porta il suo omaggio a Masha Amini nel progetto Ecologia (A)sociale, parte di Biennale Sessions in scena a Mestre
17 settembre 2022: Masha Amini uccisa dalla polizia morale iraniana per non avere rispettato il dress code del regime. Inizia una costante protesta coinvolgendo tutti gli strati sociali del Paese a favore della libertà di espressione delle donne iraniane. La reazione da parte del regime Islamico è brutale. Ignorando norme del diritto internazionale e la costituzione stessa, che il regime ha scritto più di 40 anni fa. II 12 novembre, 227 membri del parlamento iraniano chiedono alla magistratura di emettere condanne a morte per le persone arrestate. 580 persone sono giustiziate soltanto nel 2022, ma probabilmente non è il numero completo. Nel 2023, ci sono già quasi 200 persone giustiziate dall’Iran, molte di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Vanno aggiunti stupri ed altre azioni aberranti, disumane, da parte di forze dell’ordine, le quali pare vengano addirittura drogate per poter agire con tale violenza. L’Iran non è la “repubblica islamica”, non sono estremisti islamici. Gli Iraniani sono eccellenze in campo tecnico e scientifico, fondando radici, orgoglio e cultura nell’antica Persia: eredi del diritto umano istituito da Ciro il Grande 1000 anni prima della Magna Carta e prima della Repubblica dell’antica Roma. Molti chiedono un cambiamento radicale, No al regime islamico, Una vera democrazia laica
Spoglie, Iran
Dalla protesta è nato lo slogan “DONNA VITA LIBERTA”. Lo slogan, erroneamente chiamato “lo slogan delle donne iraniane”, risale al Partito dei Lavoratori Curdi PKK e ha una lunga storia di resistenza. “Jin Jiyan Azadî” ha fatto il giro del mondo più volte: quando le Unità di Difesa delle Donne YPJ hanno combattuto e sconfitto l’ISIS; quando il movimento delle donne curde ha protestato contro il femminicidio, la guerra e l’occupazione; e quando rivoluzionarie curde sono state uccise dallo Stato. Mentre questo slogan torna a farsi sentire ovunque, gli attacchi permanenti contro i curdi e contro il movimento che ha coniato questo slogan continuano e rimangono inosservati.
Nel maggio 2023 Eleonora Gugliotta presenta a Milano alla Fondazione Sozzani il progetto “Spoglie, Iran”, avviato dopo l’inizio della protesta. È il risultato di una performance realizzata all’Accademia di Belle Arti di Brera, all’interno del progetto “Quaderni di Scultura” curato da Donata Lazzarini, Cristina Camino, Cecilia Guida, Roberto Galeotti e Massimo Mazzone. Insieme agli ex studenti e studenti di Brera, che hanno donato una ciocca dei propri capelli per realizzare la mappa dell’Iran, usando la medesima tecnica con cui sono stati realizzati altri luoghi di questa nostra Terra nella mia serie intitolata “Spoglie”, collegata al ciclo performativo “Rito funebre alla Terra”.
Parco Aperto
La performance è stata replicata per Biennale Sessions della Biennale Architettura di Venezia: Parco Aperto > Ecologia (A)sociale insieme al contributo del pubblico e dei capelli raccolti durante le iniziative di sensibilizzazione sul tema promosse dall’artista nel periodo di aprile/maggio 2023 al Liceo Artistico Enrico De Nicola di Sesto San Giovanni e al Liceo Artistico Caravaggio di Milano. All’interno di queste iniziative anche una video intervista, prodotta dall’artista in collaborazione con degli studenti della Naba, di un’artista e attivista iraniana che vive e lavora a Milano: MAHNAZ EKHTIARY. Eleonora Gugliotta ha collaborato con Non Una Di Meno Milano per promuovere alcune performance come “El Violador Eres Tu” realizzata al Duomo di Milano nel 2020.