Con un misto di affetto e ironia Vittorio Sgarbi parla della sconfinata collezione d’arte raccolta da Silvio Berlusconi
“Credo che la sua pinacoteca, la sua galleria, fosse il sostituto dell’amore per le donne. Visto che non poteva avere 24.000 donne – o baci – aveva 24.000 quadri. Per un conquistatore non importa la qualità dell’oggetto, importa averlo”. La stima e l’affetto professati da Vittorio Sgarbi per Silvio Berlusconi si attenuano quando si parla della sconfinata collezione d’arte dell’ex premier scomparso ieri. Ne ha parlato, conservando toni comunque ammirati, durante le molte trasmissioni televisive che lo hanno ospitato. E ne ha parlato a Roma, ospite – proprio ieri – del Premio Cultura + Impresa. Il riconoscimento che ha premiato i migliori progetti del 2022 del Sistema Cultura e Sistema Impresa italiano.
“Raccogliere opere d’arte in una grande scenografia per Berlusconi è stato un divertimento che ha seguito quella per le donne”, ha chiosato Sgarbi. “Se potessimo vedere in un museo le opere raccolte in questi grandi magazzini dove ha messo 24.000 opere, per la gente che capisce poco d’arte sarebbe un divertimento. In realtà sarebbe stato meglio averne 2.400 buone che 24.000 un così”. Ma in materia di arte i loro rapporti erano contrastati: “aveva paura del mio giudizio, mi chiedeva pareri su ogni cosa”, ricorda il sottosegretario. “Però quello che colpiva di lui era la capacità di capire per intuizione: una volta presentai una mostra di Caravaggio al Museo Diocesano di Milano e lui venne a inaugurarla. Dopo il mio discorso, ne fece uno lui e sembrò uno storico d’arte, aveva capito tutto”.