Un dipinto di Cristo appartenente alla chiesa di San Salvatore nella piccola cittadina bavarese di Bettbrunn – 261 abitanti – potrebbe essere opera dell’artista rinascimentale tedesco Lucas Cranach il Giovane.
A lungo, a Bettbrunn, si è preferito mantenere la riservatezza. Eppure è dal 2002 che lo storico dell’arte Friedrich Fuchs ha notato un dettaglio piuttosto interessante in un dipinto religioso conservato nella chiesa di San Salvatore. Subito sotto l’anno di realizzazione, 1570, scritto in numeri romani, si scorge nitidamente una firma per iniziali: “L.C”. Il pensiero, ovviamente, corre subito (speranzoso) a Lucas Cranach. In questi anni sembra però essere prevalso lo scetticismo, con la cittadina che non voleva attirare inutili clamori e gli esperti d’arte arrendevoli di fronte alle difficoltà nell’indagare la provenienza dell’opera. Un elemento chiave per certificare l’attribuzione. Ora però sembrano aver trovato la giusta motivazione.
La svolta è arrivata grazie al nuovo parroco di Bettbrunn, Peter Stier, che spera di rendere il dipinto più accessibile al pubblico, spostandolo dai locali parrocchiali e collocandolo nella piccola cappella di San Salvatore. Prima di farlo, Stier ha contattato il Bavarian State Department of Monuments and Sites (BLFD) per assicurarsi che il nuovo ambiente non danneggiasse il dipinto del XVI secolo. Ma soprattutto ha avviato le ricerche per stabilire finalmente la sua attribuzione. L’opera, nello specifico, raffigura Gesù come Salvator Mundi, il salvatore del mondo, come indica la sfera che tiene nella mano sinistra.
Il team bavarese sta quindi utilizzando tecnologie moderne – tra cui esami UV, raggi X e infrarossi – per indagare indagare sugli aspetti meno evidenti del dipinto, come per esempio i disegni sottostanti la superficie, i pigmenti e il legno utilizzato. Inoltre si stanno affidando al nuovissimo progetto digitale che ha raccolti dati su oltre 600 dipinti di Cranach il Vecchio, dei suoi figli e della sua bottega. Uno strumento che consente dunque analisi incrociate e confronti tra le opere dei pittori e il dipinto di Bettbrunn.
L’obiettivo principale dei ricercatori, in ogni caso, è scovare una traccia particolare nel dipinto. Ovvero il serpente alato, ovvero lo stemma concesso a Cranach il Vecchio nel 1508 e firmato sui dipinti come certificato di autenticità dalla famiglia.
Rimane, lecito, un dubbio: com’è finito un dipinto di Lucas Cranach il Giovane a Bettbrunn? Anche qui c’è un’ipotesi solida. Se è vero che il paesino è di dimensioni davvero ridotte, è altrettanto accertato che in passato la sua chiesa sia stata un’importante meta di pellegrinaggio. Non è quindi escluso che l’opera possa essere stata donata da qualche generoso benestante, passato dalla cittadina lungo il suo percorso.