Nel contesto attuale, in cui l’arte digitale e, in particolare, la cryptoart stanno guadagnando sempre più rilevanza, si può osservare un momento storico in cui la curatela di queste forme d’arte è ancora in uno stadio immaturo. Mentre la tecnologia e la sua integrazione aprono nuove possibilità creative, la valutazione e l’organizzazione delle opere sono spesso basate su criteri molto diversi da quelli in uso all’arte tradizionale. Il discorso è chiaramente anacronistico, visto che ho appena menzionato “arte tradizionale” e “arte digitale/ cryptoart” come elementi differenziati anche se annoverabili nel computo generale delle “opere”. Quello che sarebbe giusto sottolineare è che il sistema de“l’arte tradizionale” con tutti i suoi limiti, ha comunque saputo creare negli anni dei processi che, in ultima analisi, tutelano il collezionista.
Diversamente la figura del collezionista nella cryptoart è il vero agnello sacrificale. In questa fase iniziale infatti, l’attenzione spesso si concentra sulla capacità degli artisti di comunicare e promuovere le proprie opere piuttosto che sulla profondità della ricerca artistica. Gli artisti che riescono a destreggiarsi abilmente nell’ambito della comunicazione e dell’autopromozione spesso ottengono un maggiore riconoscimento e successo commerciale, anche a discapito di coloro che potrebbero esprimere una ricerca artistica più approfondita ma che non riescono a farsi valere in un sistema che soffre copiosamente di tutti i mali dei nostri tempi, tra i quali allegramente annoveriamo in via esemplificativa ma non esaustiva, la dittatura del percettivo a discapito del contenuto/messaggio, la fruizione su micro display, la competizione nell’unica vetrina feed dei social e la soglia massima di attenzione, intorno ai cinque secondi (e in caduta libera). È un momento in cui il ruolo della curatela e della critica nell’identificazione delle opere di valore e nell’approfondimento delle tematiche artistiche, tanto cruciali per il futuro sviluppo e la maturazione di questo campo artistico in continua evoluzione, sono sostanzialmente superficiali e poco qualificate.
In questo scenario è appena giunto al termine il forum “Le nuove frontiere dell’arte al tempo delle AI Generative”, un evento votato all’esplorazione e alla celebrazione del connubio tra tecnologia e creatività nell’ambito dell’arte digitale.
Nato dalla collaborazione tra IULM AI Lab e Var Digital Art, l’evento si è svolto il 29 Giugno 2023, suscitando interesse e coinvolgimento da parte di studiosi, artisti e appassionati di arte.
In un mondo in costante evoluzione, l’arte riveste un ruolo fondamentale nel raccontare, interpretare e trasformare il contemporaneo. Quando la tecnologia si unisce all’arte, si aprono nuovi orizzonti creativi che permettono di anticipare lo spirito dei tempi. Proprio questa affascinante connessione è stata al centro delle riflessioni e delle discussioni del forum, che ha offerto uno sguardo approfondito sullo stato attuale dell’arte generativa basata sull’intelligenza artificiale.
L’arte digitale, nata e sviluppatasi in un’epoca di profonde trasformazioni, ha conquistato un riconoscimento sempre maggiore nel panorama artistico contemporaneo. Attraverso le sue regole proprie e i suoi linguaggi unici, l’arte digitale ha il potere di permeare la quotidianità e di ridefinire il modo in cui viviamo e fruiamo l’arte stessa. Durante il forum, sono state esplorate le diverse forme dell’arte digitale, dalle prime sperimentazioni degli anni ’50 fino alle espressioni più contemporanee come la fotografia digitale, il digital imaging, la net art, la pixel art, la crypto art e l’arte generativa.
La collaborazione tra Var Digital Art e IULM AI Lab ha dato vita al forum “Le nuove frontiere dell’arte al tempo delle AI Generative”, che si è aperto con i saluti del professor Guido Di Fraia, Presidente dello IULM AI Lab.
Il forum ha avuto come obiettivo principale l’analisi dello stato dell’arte dell’AI generativa e la promozione di un confronto sulle molteplici sfaccettature artistiche offerte da queste tecnologie. Inoltre, si è posto l’accento sull’importanza di percorsi formativi all’avanguardia, in grado di tenere conto delle ultime evoluzioni nel campo dell’arte digitale.
Nel corso dell’evento è stato fornito un quadro completo delle nuove frontiere che si aprono grazie all’integrazione delle intelligenze artificiali nella produzione artistica. La collaborazione tra il mondo accademico e l’impresa è stata sottolineata come un elemento fondamentale per la creazione di un ecosistema in cui l’arte digitale possa svilupparsi e prosperare.
Durante il forum, è stata annunciata una nuova iniziativa nata dalla collaborazione tra IULM AI Lab e Var Digital Art: il VDA Award. Si tratta di un premio biennale dedicato agli artisti italiani il cui lavoro si distingue per l’eccellenza delle sperimentazioni artistiche legate alle tecnologie digitali. La partecipazione al premio sarà su invito, formulato da un comitato scientifico composto da critici, curatori, studiosi ed esperti del settore.
Questo evento si aggiunge alle iniziative che attestano il crescente interesse per l’esplorazione e la valorizzazione dell’arte digitale e delle sue implicazioni sociali. Le molteplici forme e idee dell’arte digitale, come Computer Art, Crypto Art, metaverso, NFT, blockchain, AI generativa, VR e phygital, stanno ridefinendo il modo in cui concepiamo e interagiamo con l’arte stessa. L’arte digitale si conferma come un terreno fertile in cui la tecnologia e la creatività si fondono per offrire nuove visioni del mondo contemporaneo.