Domenica 2 luglio, alle ore 21.15, il teatro all’aperto ai Parchi ha inaugurato il suo Nervi Music Ballet Festival con Soirée Rachmaninoff, omaggio a Sergej Rachmaninoff (1873-1943) di cui quest’anno si celebrano i 150 dalla nascita e gli 80 anni dalla morte. Uno spettacolo, in prima assoluta, ideato da Daniele Cipriani con la consulenza musicale di Gastόn Fournier-Facio
Soirée Rachmaninoff, come è stato due anni fa per Stravinsky’s love, ha visto sul palco coi danzatori la celebre pianista Beatrice Rana, questa volta insieme al pianista Massimo Spada e la violoncellista Ludovica Rana, sua sorella.
Lo spettacolo si è aperto con la riproduzione di una storica registrazione del Preludio in do diesis minore op. 3 n. 2 nell’esecuzione di Rachmaninoff stesso. Brano bellissimo e suggestivo eseguito dalle mani del compositore. Chi non avesse letto le informazioni prima di prendere posto in platea, difficilmente avrebbe potuto intuire l’importanza di tale ascolto. Ma successivamente ha pensato a spiegarlo Ettore F. Volontieri (ex Direttore generale della Fondazione Rachmaninoff presso Villa Senar in Svizzera) che, sul palcoscenico, ha avuto il compito di raccontare in prima persona ricordi e aneddoti della vita e della carriera di Rachmaninoff.
La musica dal vivo arriva con Vocalise in mi minore op. 34 n. 14 nella versione per pianoforte e violoncello eseguita dalle sorelle Rana e il Preludio in re maggiore op. 23 n. 4 eseguito da Massimo Spada. La danza è arrivata dopo con le coreografie di Uwe Scholz in Sonata – sull’Andante dalla Sonata per violoncello e pianoforte in sol minore op. 19, e Trio – sull’Andantino, dalla Suite n. 2 per 2 pianoforti op.17 . Protagonisti Rachele Buriassi (Les Grands Ballets Canadiens), Esnel Ramos (Les Grands Ballets Canadiens, già Balletto Nazionale di Cuba) e Oleksii Potiomkin (già Teatro dell’Opera di Kyiv). Coreografie di stile neoclassico che non presentano molte novità creative e che invece hanno posto in rilievo le difficoltà che sempre presenta il palco di Nervi con la sua umidità che rende impervio l’andare sulle punte e i salti.
Interessante invece l’ultima parte della serata che prevedeva la prima assoluta della coreografia Alla fine del mondo, sulle Danze Sinfoniche op. 45. suonate a quattro mani da Beatrice Rana e Massimo Spada.
«Ci piace pensare che in questa serata realizziamo il sogno di Rachmaninoff di vedere una coreografia sulle Danze Sinfoniche. In occasione del suo compleanno, ci piace fargli questo regalo» hanno commentato la pianista pugliese e i coreografi/danzatori Sasha Riva e Simone Repele che sono stati assolutamente all’altezza della situazione. Nessuna incertezza sul palco per la compagnia che ha visti impegnati gli stessi Riva e Repele accanto a Yumi Aizawa (già Grand Théâtre de Genève), Parvaneh Scharafali (già Nederlands Dans Theater), Riccardo Ciarpella, Luca Curreli, Francesco Curatolo, Chiara Dal Borgo, Giulia Pizzuto, Chiara Ranca.
Il lungo brano ha sedotto il pubblico per il suo dinamismo, autenticità e capacità espressiva. Riteniamo che se Rachmaninoff (che sappiamo aver sognato di affidare ai Balletti Russi di Diaghilev la messa in scena delle sue danze) avesse visto quanto eseguito ieri, non avrebbe che gioito, dimenticando anche Fokine, e pensando forse che nulla poteva essere migliore per tradurre le intenzioni scaturite dalle sue mani miracolose. Quelle mani che proteggeva al caldo di un manicotto e che assicurò ai Lloyd’s di Londra. Mani così ampie da permettergli di raggiungere un intervallo di dodicesima, o forse addirittura di tredicesima, sulla tastiera del pianoforte e scalare le vette interpretative delle proprie virtuosistiche partiture. Mani che intelligentemente hanno colpito l’ispirazione creativa di Sasha Riva e Simone Repele, che fanno indossare ai loro ballerini (come grossi guanti) che le rappresentano metaforicamente. Mani che si muovono attraverso una danza che racconta la bellezza di quelle note, ma anche la passione che c’è fra gli spazi del pentagramma.
Ottimo lavoro in cui si intravede qualche richiamo alla danza di Mats Ek e a quella più recente di Akram Khan e che mette sempre più in risalto il talento dei due coreografi non a caso considerati “I poeti della danza” che si sono formati entrambi all’Accademia del Balletto di Amburgo e da lì sono partiti per creare nel 2020 la Compagnia RIVA & REPELE.
Lo spettacolo sarà replicato il prossimo 6 luglio al Ravenna Festival.