Eataly Art House – E.ART.H., a Verona, è l’unica sede di Eataly con un progetto dedicato all’arte contemporanea, in cui trovano spazio mostre, produzione di opere, divulgazione e mercato ad ampio spettro. Di questa progettualità e della volontà di Eataly di creare una proposta di alto livello, ma rivolta anche a piccoli collezionisti o a chi desideri iniziare a collezionare, abbiamo parlato con Chiara Ventura, vice-presidente di Eataly Art House, nell’intervista qui sotto.
Eataly Art House – E.ART.H. è «il progetto dedicato alle arti del nostro tempo fortemente voluto da Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, Chiara Ventura, manager culturale, e Francesco Farinetti, amministratore delegato di Green Pea, che ha sede presso EatalyVerona.
Eataly Art House è caratterizzata da una doppia anima, quella culturale che prevede progetti espositivi inediti appositamente concepiti per i propri spazi e momenti di approfondimento e divulgazione dedicati, e quella commerciale costruita secondo modalità innovative e il più possibile inclusive. Il primo piano dell’edificio è dedicato all’Art House e alla sua programmazione di mostre temporanee. Il piano terreno della Rotonda ospita invece, oltre a Eataly, anche i percorsi del progetto Art Market, con allestimenti temporanei realizzati in collaborazione con artisti e alcune tra le più importanti gallerie e istituzioni operanti sul territorio italiano e internazionale», spiegano da Eataly.
Abbiamo parlato di tutto questo con Chiara Ventura, vice-presidente di Eataly Art House, nell’intervista qui sotto.
Silvia Conta: EATALY Art House – E.ART.H. è una realtà unica nel suo genere: come sono nati il progetto e la decisione di dedicare uno spazio all’arte e alla fotografia contemporanea all’interno degli spazi commerciali di EATALY?
Chiara Ventura: «Eataly Art House è un progetto pensato appositamente per la sede di Eataly a Verona, la storica Stazione Frigorifera Specializzata riaperta dopo un lungo restauro firmato da Mario Botta. È un edificio suggestivo e denso di significati che è stato un centro di innovazione e avanguardia tecnologica, una forza economica e commerciale a livello europeo, un luogo di cultura. In qualche modo, E.ART.H. rispecchia e dialoga con questi tre aspetti. L’Art Market rappresenta l’anima commerciale della nostra realtà: è una formula inedita nel sistema italiano, volta a facilitare l’incontro con l’opera, con gli artisti e gli operatori del settore. In sintonia con la filosofia di Eataly, che nei suoi percorsi di spesa promuove la cultura del buon cibo e il consumo responsabile, abbiamo costruito dei percorsi di incontro e approfondimento, con possibilità di acquisto, per creare consapevolezza dei meccanismi del mercato e stimolare nuove frontiere di collezionismo».
Quali sono la mission e la filosofia di E.ART.H.? Da quali professionalità è composto il vostro staff?
«E.ART.H. nasce con l’obiettivo di promuovere la conoscenza dell’arte presso il grande pubblico, generando un’esperienza di visita più consapevole e un avvicinamento ai linguaggi del contemporaneo. Insieme a Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, e Francesco Farinetti, presidente di Green Pea, abbiamo voluto applicare i valori di accessibilità, inclusione, responsabilità e sostenibilità che caratterizzano le due aziende alla fruizione delle arti visive. Abbiamo coinvolto diverse professionalità in ambito curatoriale per l’ideazione dei progetti espositivi e la scelta degli artisti e delle gallerie partner, e da qualche mese abbiamo intrapreso un’iniziativa nel mondo dell’editoria. Edizioni E.ART.H. ha debuttato con il libro Photo&Food, Food in Magnum Photographs from 1940s to the Present Day che è dedicato alla mostra curata da Walter Guadagnini in collaborazione con Costanza Vilizzi e realizzata insieme a Magnum Photos (visitabile fino al 17 settembre 2023). La nostra linea editoriale si caratterizzerà per il carattere apertamente divulgativo, volto ad approfondire le tematiche affrontate nelle mostre».
La vostra sede espositiva è costituita da cinque spazi dedicati all’arte contemporanea che le persone incontrano muovendosi negli spazi del supermercato. Come vengono gestiti questi spazi? Quali specificità hanno? Attraverso quale tipo di lavoro curatoriale sono gestiti?
«I tre corridoi o “raggi” dell’Art Market si trovano nel mercato di Eataly al piano terra, a contatto diretto con il pubblico che li attraversa muovendosi da un reparto all’altro; il progetto prosegue anche al piano superiore, presso il Centro Congressi e la Wine House. Abbiamo cercato di dare identità ad ogni spazio secondo una logica specifica, presentando allestimenti temporanei realizzati in collaborazione con artisti e alcune tra le più importanti gallerie e istituzioni operanti sul territorio italiano e internazionale. I filoni tematici dell’Art Market sono principalmente tre: la fotografia, dai nomi che hanno fatto la storia alle più significative pratiche contemporanee; le ricerche e le sperimentazioni degli artisti visivi emergenti; i movimenti e gli autori appartenenti all’arte, dal Secondo dopoguerra a oggi.
La selezione dei progetti espositivi è affidata a curatori e storici dell’arte e ciascun corridoio è associato a una narrazione accessibile al grande pubblico, strutturata insieme alla Scuola Holden di Torino. Le didascalie delle opere sono pensate come una sorta di “carta d’identità”, in cui vengono indicati i dati tecnici, la provenienza, una breve contestualizzazione dell’opera e, soprattutto, il prezzo (comprensivo di IVA): crediamo che la trasparenza sia un punto di partenza necessario per avvicinare le persone a un mercato che talvolta soffre di opacità».
A quale tipo di collezionismo si rivolge E.ART.H.?
«La proposta di E.ART.H. è adatta a diversi tipi di collezionismo, da quello più esperto e avvezzo alle dinamiche di acquisto nelle gallerie o nelle fiere d’arte, a modalità quali l’acquisto emozionale che nasce dalla fascinazione immediata per l’opera esposta o dal desiderio di regalarla per un’occasione speciale. Abbiamo messo a punto una serie di proposte gratuite per avvicinare tipologie di pubblico differenti al mondo dell’arte, tra cui incontri e riflessioni sul collezionismo con esperti del settore, e la formula “Art Market is for Everybody”, itinerari tematici guidati disponibili ogni domenica, gratuiti e su prenotazione, che conducono il pubblico nell’esplorazione dei corridoi dell’Art Market di Eataly Verona, fornendo nozioni di storia dell’arte e di mercato a partire dalle opere esposte».
Come selezionate le opere esposte? Quali collaborazioni avete attivato?
«La selezione delle opere è avvenuta di concerto tra la direzione artistica e i curatori, gli artisti, le gallerie coinvolti nel progetto. Anche il prezzo gioca un ruolo determinante: i tre corridoi dell’Art Market privilegiano la fascia più economica del mercato, dai 100 ai 3.000, massimo 5.000 euro, cifre che solitamente vengono tralasciate nei report sul mercato dell’arte ma che possono incuriosire un’ampia platea di potenziali collezionisti».
Sostenete anche una progettualità specifica per i giovani talenti. Ce ne potete parlare?
«Eataly Art House sostiene le ricerche di artisti emergenti su più fronti, dall’istituzione di un premio annuale dedicato a giovani under 35 – il Premio E.ART.H., curato nella prima edizione dedicata alla biodiversità da Treti Galaxie e assegnato all’artista Giovanni Chiamenti – alle mostre dedicate nella Project Room al primo piano di Eataly Verona. Sviluppiamo inoltre progetti e workshop che mettono in relazione i giovani talenti con il mondo dell’impresa, come la performance Sorry Mom di Simona Andrioletti e Riccardo Rudi per lo store milanese Orefici11, e promuoviamo la produzione di edizioni realizzate appositamente per il nostro Art Market».
Quali sono i progetti espostivi in corso?
«Nel primo corridoio dell’Art Market è in corso un allestimento in collaborazione con Magnum Photos: da un lato una serie di fotografie che raccontano gli anni Sessanta, dall’altro una selezione di poster delle immagini tra le più famose del secolo (una tra tutte, Dalí Atomicus di Philip Halsman).
Il secondo corridoio presenta la mostra “Cibo e paesaggio, un tempo presente”, un’esplorazione delle ricerche degli artisti Eleonora Agostini, Marina Caneve, Matteo de Mayda, Giaime Meloni, Camillo Pasquarelli, Sara Scanderebech, che trattano il tema del cibo e il suo legame con la società e il territorio. È la prima di un ciclo di mostre tematiche curate da Giangavino Pazzola e nate in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, che vede come protagonisti gli artisti selezionati per FUTURES Photography, la piattaforma europea sulle tendenze della giovane fotografia. Il terzo corridoio vede un focus su alcuni dei grandi maestri del Novecento, attraverso una scelta di multipli ed edizioni tra cui le pregiate calcografie della Stamperia d’arte Albicocco di Udine. Al piano superiore, presso l’Art House prosegue la mostra “Photo&Food” a cura di Walter Guadagnini e Costanza Villizzi, così come la mostra “WARHOL SCHIFANO. Photos and Polaroid” a cura di Luca Beatrice, responsabile del coordinamento artistico dell’Art Market, con l’assistenza di Giorgia Achilarre».
E per il prossimo futuro?
«A ottobre, in occasione della 18a edizione di ArtVerona, sarà presentata Première, un’esposizione di giovani artisti curata da Luca Beatrice, con una selezione di opere uniche a prezzi accessibili. In parallelo, la Fondazione E.ART.H. celebrerà Bruno Munari con una mostra a cura di Alberto Salvadori e Luca Zaffarano, in collaborazione con Repetto Gallery».