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Corpi e subwoofer: le installazioni site-specific di Stefanie Egedy

B.A.S. 4.0_ Double R-45 by Stefanie Egedy (Photo Sascha Markus) 2021
B.A.S. 4.0_ Double R-45 by Stefanie Egedy (Photo Sascha Markus) 2021

Realizzata per Una Boccata d’Arte, l’ultima installazione di Stefanie Egedy porta avanti la sua ricerca su basse frequenze, corpi e architetture.

“Nel 2023 festeggio il mio decimo anniversario Sonico!” Sottolinea Stefanie all’inizio della nostra chiacchierata. “Se penso alle mie prime sperimentazioni sonore, ricordo le mie sessioni di ascolto in solitaria. Ascoltavo musica ad alto volume con i subwoofer e mi abbandonavo al suono in uno stato tra sonno e veglia, in trance, allontanando tutti i pensieri”.

Stefanie Egedy è nata a San Paolo, in Brasile, e vive a Berlino. Da anni sperimenta con suono, installazioni e performance studiando in particolare le basse frequenze e la loro relazione con i corpi umani e le strutture architettoniche, utilizzando field recordings e sintesi analogica e digitale. Questo cross-over tra linguaggio sonoro e musicale diventa un mezzo per investigare il modo in cui comunicano e interagiscono gli organismi.

Il progetto ongoing “BODIES AND SUBWOOFERS (B.A.S.)” comprende una serie di installazioni sonore site-specific che esplorano le interazioni tra sub-bass, infrasuoni e corpi in base alla disposizione dei subwoofer. Stefanie studia da anni il modo in cui una determinata gamma di frequenze comunica con più tipi di corpi: i corpi umani – e il modo in cui le onde sonore contribuiscono al sistema nervoso con l’aumento del rilassamento, la riduzione dello stress e dell’ansia – e gli aspetti strutturali dello spazio in cui l’installazione è presentata, informando le correlazioni (risonanze) tra il suono e le caratteristiche costruttive (materiali, pareti, colonne e pavimento). Il pubblico percepisce la pressione e le distorsioni del suono come una presenza fisica che pervade lo spazio. “Il mio lavoro si articola sempre in relazione dialettica con l’ambiente e i suoi attori. B.A.S. mi ha insegnato ad arrivare e a comprendere come il suono si relaziona e interagisce con l’ambiente circostante. Mi interessa invitare le persone a sperimentare gli effetti rilassanti dei suoni a bassa frequenza, attraverso l’intensità”.

B.A.S. TRIPLE R-45 @TRESOR by Stefanie Egedy 2 (Credits Polina Georgescu)

Quello che oggi rappresenta un progetto di ricerca articolato è nato a partire da un bisogno e una curiosità personale. “Nel 2014 ho iniziato a sperimentare la composizione del suono, e tutto ruotava intorno al benessere che mi procurava l’interazione con queste onde. Quello che era iniziato solo come un esperimento si è gradualmente evoluto fino a diventare il mio lavoro. Negli stessi anni stavo lavorando ad approcci più sperimentali con Camille Laurent, con la quale ho indagato la sospensione temporanea del controllo fisico e mentale attraverso la spazializzazione di luce e suono. Ero a San Paolo, in Brasile, e avevo un piede nella scena delle feste e un altro nella scena musicale e cinematografica sperimentale. Credo che tutti questi aspetti abbiano influenzato il mio approccio al suono”.

L’ultima declinazione del progetto B.A.S.è l’installazione “BODIES AND SUBWOOFERS (B.A.S.) 8.0: PERMANENZA”, realizzata da Stefanie per la regione della Valle d’Aosta, nel contesto del progetto d’arte diffuso Una Boccata d’Arte. Il paesaggio naturale della Valle d’Aosta ha fortemente influenzato lo sviluppo dell’opera. “Se da un latouna composizione con ritmi serrati può funzionare bene in un ambiente industriale, per un paesaggio naturale verdeggiante non è necessariamente lo stesso. In questo caso ho scelto di comporre un brano in cui il suono si muove lentamente, quasi confondendosi con l’ambiente”.

B.A.S._ Triple Circles by Stefanie Egedy @Funkhaus_Monom Studios (Credits_Shai Levy) 2022
Per la realizzazione dell’installazione Stefanie ha collaborato con due artisti italiani dalle pratiche artistiche completamente differenti: Laurent Jacquemod, artigiano di Avise, località in Valle d’Aosta, e Giovanni Sambo, videomaker e fotografo di Venezia.

Il contributo di Laurent Jacquemod, della ditta valdostana Jacquemod Fratelli, enfatizza la ricerca di un dialogo con il paesaggio naturale; “Il mio lavoro è strettamente legato al territorio. Utilizzo materiali locali e mi ispiro alla tradizione e all’ambiente circostante creando pezzi unici, che celebrano l’artigianato e la sua connessione profonda con la regione della Valle d’Aosta”. Jacquemod ha realizzato delle sedute circolari in legno ispirate alle forme naturali e alla ricchezza del patrimonio boschivo delle montagne valdostane. Con grande maestria e attenzione ai dettagli ha selezionato tronchi di legno provenienti da alberi locali, “assicurandomi che ogni pezzo avesse una storia da raccontare”, specifica. La forma circolare delle sedute in legno si fonde con l’ambiente circostante, creando un connubio armonioso tra arte e natura.

B.A.S_ CAVE by Stefanie Egedy @Trauma Bar for The Fairest (Credits_Shai Levy) 1

“Ogni seduta è unica, con le sue venature e le sfumature di colore che raccontano la storia dell’albero da cui è stata plasmata. Queste sedute diventano una testimonianza tangibile della passione per l’artigianato e dell’amore per la natura. Non sono solo oggetti funzionalima vere e proprie opere d’arte che vorrei trasmettessero un senso di calore e autenticità. È un invito a prendere parte a un momento di contemplazione e connessione con la natura circostante e con il progetto sonoro di Stefanie Egedy” racconta Laurent.

Giovanni Sambo è cresciuto nell’atmosfera salmastra della laguna di Venezia, dove vive e lavora. La sua pratica artistica spazia dalla fotografia, al cinema documentario fino alla direzione della fotografia in cortometraggi indipendenti. Giovanni ha realizzato un documentario dedicato all’installazione di Stefanie Egedy per Una Boccata d’Arte. “Collaboro spesso con altri artisti e porto avanti la mia ricerca artistica insieme a mio fratello. Penso che sia molto stimolante lavorare con personalità che sviluppano pratiche artistiche varie e complesse”. Giovanni racconta del suo lavoro con entusiasmo e occhio critico. “Nella realizzazione delle riprese mi focalizzo in particolare sull’ equilibrio presente fra luce e composizione, ricercando una purezza e una pulizia formali. In futuro vorrei riuscire a concentrarmi maggiormente su progetti documentaristici indipendenti o sulla finzione, focalizzandomi ed esplorando gli aspetti autoriali oltre a quelli tecnici e fotografici”.

La collaborazione con i due artisti italiani caratterizza l’installazione realizzata per Una Boccata d’Arte rispetto alle precedenti declinazioni del progetto. La partecipazione di Laurent e Giovanni ha permesso a Stefanie di esplorare un ulteriore livello relazionale nell’ambito di una pratica interessata in primo luogo alle relazioni e alle interazioni. “B.A.S. mi ha insegnato che ogni cosa è ricollegabile alle relazioni umane. Non si tratta solo dell’interazione con l’architettura, ma anche di come l’opera interagisce con le persone che frequentano lo spazio in cui l’opera esiste” conclude Stefanie.

 

BODIES AND SUBWOOFERS (B.A.S.) 8.0_ STRETCHED OUT R-45 photo by Polina Georgescu

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