Il parco di San Sebastiano al Vesuvio ospita l’installazione sonora del giovane artista contemporaneo Vincenzo Gallo, uno specchio della potenza del Vesuvio e dello spirito umano.
Siamo nel parco urbano di San Sebastiano al Vesuvio, provincia di Napoli. Qui il giovane artista Vincenzo Gallo espone permanentemente al pubblico la sua installazione site-specific intitolata EUS: Ecosistema Unico Sonoro, una scultura sonora in grado di trasformare i visitatori in attori che agiscono direttamente sull’opera d’arte.
L’installazione è stata realizzata con la collaborazione di artigiani vesuviani e ospiterà eventi di musicoterapia e performance di percussionisti professionisti. EUS: Ecosistema Unico Sonoro è un’opera multisensoriale e fortemente legata alle radici. Arte e suono, nel corso della storia, sono sempre state a diretto contatto influenzandosi a vicenda. Ritroviamo questo inseparabile legame anche qui, alle pendici del Vesuvio. Il confine tra strumento musicale, arte pubblica e performance viene totalmente abbattuto a favore della creazione di un’opera che è tutti questi aspetti insieme. Dentro ad EUS si cammina, si suona, si esplora e si vive: EUS (dal latino Lui) è l’eco dei cittadini di Napoli e del rapporto con una natura più viva che mai.
L’opera, di dimensioni molto grandi, si presenta con una base metallica dalla quale svettano 126 cilindri di diverse altezze che tracciano idealmente la sagoma del Vesuvio e del Monte Somma, presenti alle stesse spalle dell’opera. Qui il visitatore può entrare nell’intricato labirinto di metallo, suonandolo con mani o altri oggetti cilindrici: EUS, come un antico rito, ha bisogno del pubblico per vivere. La scultura, infatti, mira ad evocare tramite la multi sensorialità una connessione emotiva e sonora tra paesaggio e fruitori.
Un labirinto o una sagoma? Un’opera naturale o artificiale? I numerosi binomi scelti da Vincenzo Gallo insegnano allo spettatore l’importanza dei diversi punti di vista, svincolandosi da una definizione artistica stagna e accademica. Il materiale scelto è il ferro, simbolo di forza e resistenza ma al tempo stesso richiamo industriale, mentre sia il soggetto che la sua funzionalità sono naturali e primitivi: la potenza silente del Vesuvio, il ritmo creato dai visitatori che ricorda il battito della terra sottostante, il ticchettio del tempo che scorre. L’intervento installativo del giovane artista vuole perciò sottolineare il forte legame tra territorio abitato e abitanti: la storia di Napoli e del Vesuvio è caratterizzata da un forte attaccamento, in bilico tra meraviglia e riverenza. La ora silente potenza esplosiva del vulcano porta con sé storie e miti, dove la tradizione si mischia perfettamente con gli accadimenti storici creando un legame indissolubile tra il popolo napoletano e il loro amato e temuto “EUS”.
È lo stesso artista che afferma:
Credo che per qualsiasi artista, il legame con la propria terra sia di fondamentale importanza, sono le nostre radici a formarci culturalmente e personalmente. Essere riuscito ad installare un’opera all’interno della mia città è sicuramente una enorme soddisfazione e spero che diventi un simbolo di rinascita artistica e culturale di questo territorio. Voglio che sia un monito per i giovani artisti nel credere nella propria terra, nei suoi valori e nelle opportunità che alla lunga può dare.
Anche il curatore Luigi Giordano aggiunge:
L’opera agisce sull’identità e sull’essere dell’utente, dandogli la possibilità di controllare i suoni che vengono prodotti. Gallo difatti non ha progettato quest’opera con l’intenzione di farla diventare uno strumento musicale ma ha sfruttato il contatto dei componenti metallici della scultura per ottenere dei suoni innovativi, che si leghino indissolubilmente con l’anima della scultura, con il suo site e con i suoi fruitori.
Napoli e la sua provincia, con le sue bellezze storico-culturali e paesaggistiche, diventa sempre più una vera e propria officina a cielo aperto di idee e stimoli creativi in grado di accorpare passato con presente e la natura con gli artefatti umani. Il percorso artistico di Gallo ci racconta di come sia fondamentale integrare diversi stimoli e pensare fuori dagli schemi: lo spazio espositivo diventa la natura, l’opera d’arte diventa il paesaggio.