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Le opere più belle che raccontano il cambiamento climatico

Ken Goldberg, Telegarden (Fonte: Wikipedia)
Flooded McDonald’s installed at South London Gallery, London, 2009. Photo: SUPERFLEX (Fonte: superflex.net)

Anche il mondo dell’arte non può rimanere indifferente di fronte alla nuova sfida che si è trovata di fronte l’umanità nel corso degli ultimi anni. Stiamo parlando della lotta ai cambiamenti climatici, che sta diventando sempre più fondamentale e delicata, come ci si può facilmente accorgere anche dalle ultime stagioni estive. In Italia, come si può notare dall’infografica sulle temperature italiane, pubblicata sul blog del Casinò di Betway, nell’ultimo decennio è abbastanza lampante quanto sono salite in maniera esponenziale le temperature sul territorio italiano.

Anche l’arte ha un ruolo importante nel cercare di raccontare e di porre sempre più l’attenzione su un problema che coinvolte tutta l’umanità da molto vicino. Per questo motivo, è interessare dare un’occhiata alle opere più importanti che sono state realizzate proprio con l’intento di trasmettere una maggiore sensibilizzazione nei confronti del pubblico a una delle questioni più delicate del nostro secolo.

Telegarden di Ken Goldberg

Un’opera molto particolare, ma che racconta probabilmente in maniera nuda e cruda quanto anche la tecnologia possa dare una mano nel cercare di mediare il rapporto tra uomo e natura. In “Telegarden”, infatti, si può notare un vero e proprio braccio robotico, che è stato fissato a un albero e che sembra prendersi cura dello stesso, rispettando le indicazioni che vengono fornite da vari utenti tramite un apposito sito web realizzato per l’occasione.

Ken Goldberg, Telegarden (Fonte: Wikipedia)

Gli effetti dei disastri naturali

Altri artisti, invece, hanno scelto una rappresentazione più diretta degli effetti legati al cambiamento climatico. Le calamità naturali che si sono abbattute fino ad ora sul nostro pianeta hanno lasciato dietro di sé degli scenari tremendi, oltre che una scia di morte. Nell’opera “Flooded McDonald’s”, realizzata da Superflex, si può notare una serie di scenari completamente allagati all’interno di un noto fast food della catena a stelle e strisce, dove si cerca di rimediare all’allagamento causato da un forte temporale, oppure un salone di bellezza interamente devastato dal passaggio di un tornado, come rappresentato nella bellissima opera “Beauty Shop” di Lori Nix.

La sensibilizzazione può fare la differenza

Tanti altri artisti, invece, hanno voluto rappresentare l’importanza di sensibilizzare le persone per cambiare le abitudini nella vita di tutti i giorni e mettere in atto dei comportamenti sempre più virtuosi. È l’uomo che deve rimediare a quanto ha fatto di sbagliato in tutti questi secoli e queste opere rendono perfettamente l’idea. In “Support” di Lorenzo Quinn, troviamo delle enormi mani che fungono da sostegno per palazzo Ca’ Segredo di Venezia. Un’opera in cui si vuole provare a trasmettere la stessa umanità che prova a mettere una pezza ai danni che ha causato. Nell’opera “Did I make the best use ot the time i had?”, invece, Lorenzo Quinn si propone di criticare in maniera evidente la componente politica, rea di non schierarsi in alcun modo attivamente al fianco della lotta ai cambiamenti climatici. In quest’ultima opera, viene rappresentata una particolare versione di Richmond, che si trova in Virginia negli Stati Uniti, sommersa in parte dall’acqua.

L’ironia come mezzo per raccontare i cambiamenti climatici

Altre opere, dal tono decisamente ironico, ma in ogni caso decisamente utili ed efficaci per descrivere in modo evidente gli effetti del cambiamento climatico, si caratterizzano per “sciogliersi”. Di cosa stiamo parlando? Si tratta di quadri, ma anche di statue, che vengono rappresentate in una sorta di stato di fusione. Una delle opere più famose da questo punto di vista è “Melting Panther”, una scultura che è stata creata dal CLEO Institute, che ha voluto poi donarla allo Zoo di Tampa, in Florida. In quest’ultima opera si possono notare due pantere, di cui quella di dimensioni maggiori è ricoperta di cera: il caldo e le varie intemperie portano a una vera e propria liquefazione della scultura, a testimonianza degli effetti del surriscaldamento globale.

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