La scrittura Kushan era rimasta un mistero sin dalla sua scoperta negli anni ’50. Ora, a 70 anni di distanza, un team di ricercatori del Dipartimento di Linguistica dell’Università di Colonia (Svenja Bonmann, Jakob Halfmann e Natalie Korobzow) ha parzialmente decifrato l’enigmatica scrittura che per decenni i linguisti non sono riusciti a tradurre
I risultati del loro studio sono stati pubblicati sulla rivista Transactions of the Philological Society, in un articolo intitolato “A Partial Decipherment of the Unknown Kushan Script”.
La svolta è arrivata nel 2022, quando una nuova scoperta fondamentale ha dato nuova vita alla ricerca della decifrazione: è stata trovata un’iscrizione bilingue nel Tagikistan nordoccidentale, che presenta sia la sconosciuta scrittura Kushan che una sezione nella nota lingua battriana. I ricercatori dell’università, in collaborazione con l’archeologo tagiko Dr. Bobomullo Bobomulloev, hanno analizzato meticolosamente l’iscrizione bilingue e un’iscrizione trilingue rinvenute in Afghanistan. Attingendo da precedenti decifrazioni di successo come la Stele di Rosetta e l’antica scrittura cuneiforme persiana, il team ha messo insieme il linguaggio e il sistema di scrittura sottostanti.
Attualmente, circa il 60% dei caratteri della scrittura Kushan è stato decodificato e i ricercatori stanno continuando i loro sforzi per decifrare i caratteri rimanenti.
Il gruppo di ricerca suggerisce provvisoriamente il termine “Eteo-Tocharian” come nome preliminare per questa lingua iraniana appena identificata.