Il museo ALBERTINA di Vienna ospita l’imponente retrospettiva “Roy Lichtenstein. A Centennial Exhibition” nel centesimo anniversario della nascita dell’artista, avvenuta nel 1923 a Manhattan nel 1923. La mostra, organizzata in collaborazione la Roy Lichtenstein Foundation, dall’8 marzo al 14 luglio 2024 porterà nella capitale austriaca capolavori da importanti musei europei e statunitensi e da importanti collezioni private.
Lo scorso giugno l’Albertina di Vienna aveva ricevuto dalla Roy Lichtenstein Foundation 34 opere su carta realizzate dell’artista, tra il 1948 e il 1997: le prime xilografie e incisioni su linoleum, assieme litografie e serigrafie successive. Questa donazione – già parzialmente esposta in una mostra allora in corso e dedicata all’arte della stampa moderna e contemporanea “Andy Warhol to Damien Hirst – The Revolution in Printmaking“, nella sede dell’ALBERTINA Modern, poco distante dalla sede storica – ha costituito la base per la mostra del centenario.
Le opere cedute facevano parte di una donazione di un totale di 186 opere (tra stampe, disegni, sculture, dipinti e filmati d’archivio) che la fondazione ha passato a cinque istituzioni, tra le quali l’ALBERTINA è la sola europea, mentre le altre sono tutte statunitensi: il Colby College Museum of Art di Waterville, nel Maine, il Nasher Museum of Art della Duke University di Durham, nel North Carolina, il LACMA Los Angeles County Museum of Art e il Whitney Museum of American Art di New York (che nel 2026 dedicherà all’artista un’importante mostra, per ora annunciata come “Roy Lichtenstein. Retrospective”).
«Il Museo ALBERTINA celebra con una grande retrospettiva quello che sarebbe stato il centesimo compleanno di Roy Lichtenstein (New York, 27 ottobre 1923 – New York, 29 settembre 1997), uno dei pionieri più influenti dell’arte del XX secolo e uno dei più importanti protagonisti della pop art. Opere di importanza centrale provenienti da musei europei e americani come il MoMA e il Whitney Museum di New York, la Yale University Art Gallery, il Museum Ludwig di Colonia, il Louisiana Museum of Modern Art, il Moderna Museet di Stoccolma e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid e da collezioni private internazionali sono state selezionate per presentare le fasi più importanti della multiforme opera di questo artista, dai primi anni Sessanta fino alle opere più tarde. La selezione comprende celebri icone della pop art degli anni Sessanta, come le donne bionde stereotipate e i cliché degli eroi militari ironicamente ritratti da Lichtenstein nelle sue appropriazioni di Topolino, dei fumetti romantici e di quelli a tema bellico, nonché celebri motivi pubblicitari, con l’intento di affrontare sia le costruzioni di femminilità e mascolinità dell’industria dei prodotti di consumo del dopoguerra sia le proteste iniziali dei movimenti americani delle donne, contro la guerra del Vietnam e contro il nucleare.
Saranno rappresentate anche le creazioni di Lichtenstein che riprendono opere di personaggi che vanno da Picasso a Monet fino ai surrealisti, le sue rielaborazioni di nature morte, i suoi dipinti murali dall’aspetto futuristico, le sue opere a smalto e i suoi dipinti Rowlux, così come le sue serie di specchi autoreferenziali, i suoi interni e paesaggi e i Brushstrokes costruiti con i puntini di Ben Day con i quali rifiuta la soggettività degli espressionisti astratti.
I dipinti di Lichtenstein si riferiscono quasi sempre a immagini preesistenti e presentano quindi una realtà di secondo grado, attingendo in egual misura all’arte “alta” e “bassa”. In quest’ottica, si presterà attenzione anche all’estetica dei cartoni animati e alle imitazioni delle tecniche di stampa industriale, nonché alla sua finora meno nota opera scultorea, di cui Lichtenstein stesso ha detto: “Mi piace fingere che la mia arte non abbia nulla a che fare con me”», ha anticipato il museo.