Ultimi giorni per vedere la mostra “Il mattino ha Lory in bocca” (19 al 27 agosto 2023) ai quattro cantoni di un incrocio di Bari, tra via Dalmazia e via Spalato, nel popolare e vivace quartiere di Madonnella, a due passi dalla casa natale di Pino Pascali e dalla pinacoteca metropolitana intitolata a Corrado Giaquinto
La seconda edizione della mostra-evento “Il mattino ha Lory in bocca”, nata da un’idea del curatore Francesco Paolo Del Re e da lui organizzata insieme ai collezionisti Loredana Savino e Matteo De Napoli, che abitano proprio in via Dalmazia, è liberamente accessibile da chiunque passi per strada e in qualunque momento della giornata. La mostra presenta le opere di diciannove artisti, che si mostrano con la leggerezza del bucato steso al sole. Non ci sono solo dipinti, ma anche sculture, fotografie, video, installazioni: tutti interventi costruiti su misura o ripensati per l’occasione da Natascia Abbattista, Mariantonietta Bagliato, Pierluca Cetera, Guido Corazziari, Marika D’Ernest, Sabino de Nichilo, Elisa Filomena, Nunzio Fucci, Simona Anna Gentile, Iginio Iurilli, Pierpaolo Miccolis, Ezia Mitolo, Mario Nardulli, Patrizia Piarulli, Stefania Pellegrini, Fabrizio Provinciali e Fabrizio Riccardi. Accanto alle loro opere, due citazioni di Cristiano De Gaetano e Jolanda Spagno, due bravissimi artisti pugliesi che non ci sono più.
“Centinaia di persone – commenta Francesco Paolo Del Re – vengono a trovarci, attratte dalla curiosità dell’iniziativa. Senza contare gli innumerevoli passanti che, anche senza volerlo, diventano attori di un’operazione artistica che non si limita a essere un’esposizione di opere, ma diventa un più elaborato dispositivo di comunicazione. È il quartiere stesso a mostrarsi ed è proprio l’interazione con gli abitanti del luogo ad attivare e vivificare gli interventi degli artisti. La popolazione di Madonnella non si trova a essere un soggetto passivo, ma il vero motore dell’evento, che è allo stesso tempo una festa di quartiere e un’occupazione giocosa e insurrezionale che risignifica gli spazi e mette in subbuglio abitudini, aspettative, desideri, immaginario e sogni”.
“Amplificando tutto il suo potenziale fantasmagorico e persino sovversivo – prosegue il curatore – l’arte dunque si ritrova in mezzo alla strada e qui si mostra, fuori dai tradizionali contesti espositivi che segnano inevitabilmente barriere e limiti. ‘Stare fuori come un balcone’ è il motto ironico che accompagna la mostra: non solo un invito a rompere le regole, ma anche un modo concreto di dimostrare agli artisti che non bisogna aspettare che qualcuno dall’alto dica loro cosa fare. In assenza di spazi e di progettualità specifiche per l’arte contemporanea, gli artisti hanno il compito di organizzarsi e appropriarsi di spazi non convenzionalmente attribuiti all’arte, trasformandoli per il tempo necessario in inusitati territori di liberazione e aggregazione e ripensando, nell’esperienza di una condivisione, il modo di essere parte di una comunità”.