Negli ultimi 5 anni i due fotografi italiani, già autori di Soviet Asia (FUEL, 2019), hanno percorso più di 20.000 km attraversando tutte le regioni della penisola per documentare la grande varietà di edifici costruiti prevalentemente tra gli anni ’60 e gli anni ’80.
Dalla Casa del Portuale di Napoli al cimitero di Jesi, dal Santuario di Monte Grisa a Trieste alle “Lavatrici” di Genova, il volume raccoglie esempi sorprendenti dell’architettura brutalista italiana, caratterizzati dall’utilizzo di cemento armato a vista oltre che da componenti strutturali chiari e ben definiti, che ne delineano un’estetica essenziale e unica.
Il libro contiene testi in italiano e in inglese: un’introduzione di Adrian Forty, professore emerito di storia dell’architettura alla Bartlett School of Architecture – University College of London e una post fazione dei fotografi.
“È soprattutto nella volontà di riconoscere che il cemento possa riferirsi a più di un’epoca, rappresentando contemporaneamente presente (o futuro) e passato, che gli architetti italiani si sono distinti dai loro colleghi all’estero. Nel corso del XX secolo è stato prevalentemente considerato un materiale orientato al futuro: indicava un’epoca non ancora arrivata e si negava strenuamente che avesse anche un passato. Ma le specifiche circostanze italiane hanno reso gli architetti impazienti di rappresentare il suo passato oltre al suo futuro” (Dall’introduzione di Forty)
BRUTALIST ITALY. Concrete architecture from the Alps to the Mediterranean Sea
Roberto Conte e Stefano Perego
Copertina rigida, 160 x 200 mm, 200 pagine ISBN: 978-1-7398878-3-4
Pubblicato da FUEL
7 Settembre del 2023
Distribuito da Thames & Hudson / D.A.P.