Con Duomo Gotico pungente, opera fotografica a mosaico del 2009, composta da 400 polaroid montate a mosaico, Maurizio Galimberti firma l’identità visiva della diciottesima edizione del Photofestival, la kermesse di fotografia che dal 15 settembre al 31 ottobre si presenta con 143 mostre in 100 spazi, dal cuore di Milano all’hinterland cittadino fino ad alcune località delle province di Bergamo, Lecco, Monza e Brianza. Ma che lavoro c’è dietro a un Festival così ampio e articolato?
Lo spiega Roberto Mutti, il Direttore Artistico che, con il fratello Pierluigi Mutti e Cristina Comelli organizzano da anni ogni aspetto di questa manifestazione.
“Photofestival non significa solo proporre delle mostre, si tratta di immaginarle, di scrivere testi, talvolta anche fisicamente di allestire delle mostre, ma il nostro compito che talvolta viene apprezzato e talvolta non è nemmeno conosciuto ed è un impegno che non si trova in altri festival, è quello di accogliere le proposte di alcuni autori che non sanno dove esporre le loro fotografie. Quindi li analizziamo, li selezioniamo, quelli che non riteniamo all’altezza ricevono una lettera in cui si spiega di migliorare i loro lavori, troviamo i nostri interlocutori e li mettiamo in comunicazione. E questa è un’operazione che si svolge in tutta gratuità. E non è così semplice come si può immaginare, ma il Festival deve essere anche un’occasione didattica”. E, a tutto questo si aggiunge la stampa di un catalogo bilingue, distribuito gratuitamente nelle sedi espositive.
Come ogni anno per questo Festival, i progetti autoriali dei nomi già consolidati si alternano a personali collettive di emergenti o giovani talenti alla loro prima esperienza espositiva, chiamati a rappresentare, ognuno con la propria creatività, il tema scelto per quest’anno: Aprirsi al mondo. La fotografia come impegno civile.
Il programma è vasto e le mostre si snodano dal centro alle periferie, nelle gallerie d’arte, nei musei, nelle biblioteche e in tanti spazi pubblici. Il Direttore artistico, storico e critico e docente, autore di oltre 200 libri tra saggi e monografie, sottolinea anche l’importanza del significato del titolo:
“È soprattutto il modo in cui osserviamo la realtà, ne cogliamo la bellezza e le contraddizioni, la interpretiamo secondo i nostri valori”.
Spicca tra le varie iniziative un progetto fotografico ad hoc, Le forme della passione, dedicato a Iron Fox Garage, officina specializzata nel restauro di auto d’epoca e main sponsor della rassegna fotografica. Chiamati a interpretare i gioielli storici a quattro ruote sono due autori: Romana Zambon e Edoardo Baj Macario.
Tra i grandi nomi affermati che si incontrano in questa manifestazione emergono Maria Vittoria Backhaus, Romano Cagnoni, Mario De Biasi o Luigi Ghirri. Il panorama è vasto e Mutti si sofferma su alcune tra iniziative salienti come la mostra di Piero Gemelli (Premio AIF alla Carriera 2023), a cura di Maria Vittoria Baravelli, alla Galleria d’Arte Frediano Farsetti. Poi cita un’assoluta novità: “Al Centro Culturale di Milano, presentiamo Luigi Ghirri ma prima, inauguriamo con Fabio Borquez, uno fotografo argentino ritrattista che sarà una rivelazione. Una vita da fotografo è la sua prima personale importante in Italia e inaugura il 22 settembre”.
Fabio Borquez è conosciuto per l’audacia delle sue architetture, la spettacolarità dei suoi paesaggi, l’intensità dei suoi reportage, la creatività delle sue immagini di moda e di nudo e da qui si comprende la ragione del suo successo internazionale.
Palazzo Castiglioni ospita molti progetti e in particolare Pino Ninfa con Havana Noir e un lavoro sapiente, a quattro mani, firmato da Angelo Anzalone e da Raoul Iacometti sulle imprese storiche che tramandano il loro sapere attraverso le generazioni e rappresentano un patrimonio unico del tessuto economico italiano.
Per il Direttore artistico che insegna all’Istituto Italiano di fotografia, è fondamentale puntare molto anche su autori non particolarmente famosi.
“Organizzata ex novo è una mostra su quattro autrici focalizzata sull’autoritratto al femminile, una riflessione sul ritratto e sul corpo in particolare espressa con stili diversi e scelte culturali ed estetiche differenti. Le quattro fotografe sono Marta Baffi, Florence Di Benedetto, Francesca Meloni, Giancarla Pancera e con Oltre l’immagine. L’autoritratto al femminile come indagine sull’identità.
Espongono in collaborazione con Municipio 3 all’Auditorium Stefano Cerri. O L’algoritmo della fantasia. Quando un bar è sotto il mare che si avvale della collaborazione con l’Istituto Italiano di Fotografia e le fotografie dei giovani diplomandi del Corso Superiore professionale.
“A Monza presentiamo, a cura di Fondazione 3M Il Diaframma 1967-1996: una storia italiana, una mostra che vuole ricordare un personaggio e una galleria importanti come sono state Il Diaframma e Lanfranco Colombo. Ricordo il 13 aprile del 1967, quando in Via Brera è stata inaugurata come la prima galleria totalmente dedicata alla fotografia, aperta non solo in Italia ma in tutta Europa”.
Trent’anni di storia e un riferimento importante per la crescita della cultura. Un percorso parallelo tra fotografia e scultura è allestito da Hautematerial Showroom dove le creazioni di Lux Bradanini s’incontrano con la fotografia di Loredana Celano, Miriana Corabi ed Edoardo Romagnoli.
Uno degli appuntamenti più rilevanti è il Premio Le Immagini rilegate dedicato al miglior libro fotografico dell’anno. “Quest’anno ne sono arrivati più di 50 e ci teniamo a sottolineare la possibilità di premiare e di segnalare sia la produzione classica con i libri d’artista, fatti da editori importanti con autori importanti sia i libri autoprodotti. Tutti i libri che arrivano sono esposti alla Kasa dei Libri”. Un ricco programma di eventi collaterali completa il Photofestival e, tra questi, un convegno di attualità come La fotografia nell’era dell’Intelligenza Artificiale al MEET Digital Culture Center e con Nikon, previsto per il 24 ottobre.