Gertrude Stein et Pablo Picasso. L’invention du langage è il titolo della mostra che il Musée du Luxembourg di Parigi dedica al rapporto tra i due artisti. Dal 13 settembre 2023 al 28 gennaio 2024.
In occasione del 50esimo anniversario dalla morte di Picasso, il primo museo pubblico francese (aperto nel 1750), dedica un’interessante mostra al legame e alla relazione artistica tra due personaggi chiave del Novecento. Quella messa in luce ed evidenziata nel percorso espositivo è un’amicizia nata tra due “stranieri” a Parigi: Gertrude Stein e Pablo Picasso. Qui i loro scambi avranno un impatto cruciale sulla nascita del cubismo, ma anche sui risvolti dell’arte americana degli anni ’50-’60 (e non solo in pittura).
La mostra, curata da Cécile Debray (storica dell’arte e direttrice del Musée National Picasso-Paris) è suddivisa in due grandi capitoli, arricchiti da sotto capitoli, quasi a volersi elevare a una sorta di saggio visivo. La lettura del saggio si snoda in diverse parti cruciali, dove le opere di Picasso e le citazioni della scrittrice americana Gertrude Stein diventano punto di partenza per riflessioni, narrazioni e soprattutto ispirazioni per alcuni dei più importanti artisti e movimenti degli anni successivi.
Il titolo della mostra, in realtà, potrebbe ingannare parzialmente il visitatore, convinto di star per scoprire un’esposizione incentrata unicamente sulla relazione tra il grande pittore spagnolo e la sua prima collezionista nella Parigi degli anni ‘10. Tuttavia, quello che diventa il filo conduttore essenziale del percorso espositivo e sviluppato nei due grandi capitoli Paris Moment e American Moment, è l’influenza che la scrittrice e il pittore hanno avuto non solo per i contemporanei, ma anche per gli artisti delle prime avanguardie americane della seconda metà del Novecento.
La scomposizione grammaticale della Stein, la frammentazione, la ripetizione e l’allitterazione così presenti nei suoi scritti, nelle sue poesie e pièces teatrali, riflettono il processo di scissione visiva portato avanti da Picasso e che sfocia con la nascita e lo sviluppo del cubismo. Entrambi elaborano una personale e radicale scrittura, e si può affermare che la Stein accompagni le principali tappe del cubismo non solo in letteratura, ma anche sostenendo Picasso e diventandone una delle prime acquirenti. Ammirando opere di Juan Gris, George Braques ma anche di Cézanne e Matisse, e leggendo alcune importanti citazioni della Stein in pubblicazioni come Three Lives o The Making of Americans, il visitatore percepisce la scomposizione sintattica delle frasi messa in atto da un lato e la distruzione di piani, forme e volumi operata dall’altro.
Se la prima parte della mostra evidenzia il chiaro dialogo e la relazione diretta dei due artisti nella Parigi di primo Novecento, l’esposizione si fa più densa e sorprendente nel secondo grande capitolo American Moment, che si concentra sulla lenta ma decisiva ricezione dell’opera della scrittrice americana e del cubismo negli Stati Uniti.
Il momento cruciale si sviluppa infatti tra il 1933 e il 1936, anni che coincidono con la pubblicazione della famosa Autobiografia di Alice Toklas (1933) e la prima grande mostra che nel 1936 consacra il cubismo in America: Cubism and Abstract Art al MoMa di New York. Tuttavia, si dovranno attendere gli anni ’50-’60 del Novecento prima di poter assistere alla vera e propria influenza e assimilazione della radicalità della Stein e di Picasso da parte degli artisti concettuali del periodo.
La sezione American Moment inizia infatti con una composizione sonora di John Cage, personaggio chiave delle sperimentazioni formali e artistiche del Black Mountain College e del movimento Fluxus. In Three Song, Cage associa al pianoforte parole estratte da Useful Knowledge (1928) della Stein. Inoltre, attraverso installazioni video, sonore e performative del duo formato da Cage e dal coreografo Merce Cunningham, il lascito di Gertrude Stein e dei suoi scritti viene riportato in vita nel teatro, nella danza e nella musica, elevando la scrittrice a modello per una nuova e radicale contro-cultura e sperimentazione anti-artistica. La sintassi manipolata e storpiata, insieme ad una ripetizione seriale, diventano punto di partenza per il lavoro di numerosi artisti. Allo stesso modo, i collages cubisti di Picasso o anche i ready-made Dada, ritornano ad ispirare il linguaggio visivo dei creatori che desideravano allontanarsi dalla corrente dominante dell’espressionismo astratto.
La mostra si sviluppa infine negli eloquenti sotto capitoli Grammatica e Cerchi e parole, in cui si ritrovano chiare citazioni della Stein nelle opere di Joseph Kosuth, Bruce Nauman, Jasper Johns o ancora Robert Rauschenberg e Andy Warhol. Che sia trasfigurando il suo ritratto (citando il più famoso di Picasso che ha consacrato la loro amicizia nel 1906) o servendosi delle sue citazioni, le opere presenti dimostrano quanto la scrittrice abbia dato il via ad alcune delle esplorazioni artistiche chiave dell’arte concettuale, pop e d’avanguardia americana.
Se l’impatto del genio di Picasso è quanto mai evidente e ben noto, l’esposizione del Musée du Luxembourg indaga un aspetto della scrittrice americana ancora poco conosciuto e tuttavia fondante.