La forza multidisciplinare di Matete Martini parte dal film Beaten Egg e dilaga in dipinti e sculture, su supporti differenti, che richiamano l’evocativo racconto della pellicola. In mostra da Nonostante Marras, a Milano, dal 6 al 28 ottobre 2023, a cura di Costanza Longanesi Cattani.
L’artista italiana Matete Martini ha fatto della multidisciplinarietà e dello spirito collaborativo i tratti distintivi della sua pratica. Negli anni ha lavorato a stretto contatto con il mondo del teatro, della performance, del video e del cinema selezionando i suoi soggetti lasciandosi inspirare, ricercando contesti spontanei e semplici.
Una volontà di coinvolgere ed esprimere l’altrui talento che si proietta anche nel progetto Future Young Talent, un programma di workshop internazionali volto alla diffusione delle arti attraverso una metodologia progettuale: pittura, astrazione, design e architettura diventano medium per sognare un mondo dell’arte e dell’educazione artistica che operano in stretta connessione.
Nel 2023 realizza e scrive il film Beaten Egg (40’, scritto da Matete e Giulio Bertolo, fotografia di Maurizio Polese, con Thomas Bozzetto, Riccardo Lovatini, Giulia Manfrin, Clemente Grava), nucleo che confluisce nell’omonima mostra negli spazi di Nonostante Marras. Qui la proiezione è accompagnata da una serie di oggetti che richiamano i soggetti e le tematiche del video, in un percorso che dal contenuto digitale arriva al materico, passando per “effetti personali”.
La scena iniziale, dove un uovo viene ripetutamente sbattuto in una terrina, introduce a cinque personaggi, cinque prove, un mescolarsi esteriore e interiore di verità scomode, di vite simili, di brillanti intuizioni che fanno perdere il segno. Beaten Egg è un esercizio contro la pena dell’essere umano, il pensiero vacante e intangibile che ci accompagna durante la nostra esistenza, un augurio, un messaggio sociale di ritorno all’essenza.
Dalla tela del film l’esposizione si muove su materiali morbidi e setosi, con tele di stoffe e tessuti di recupero, su opere pittoriche e di vetro che richiamano l’architettura fisica e psicologica del film, fino ad arrivare a materiali ruvidi e porosi, rappresentati da sculture in cemento, per ritornare infine alla forma primordiale dell’uovo, simbolo e insieme sintesi del film stesso.
Il feticcio, gli abiti, gli oggetti di scena e la loro rappresentazione umana parla dei cinque protagonisti di Beaten Egg, in un processo che man mano svela le trame del film, rendendolo tangibile, presente, in un racconto e una narrazione muta, che si può toccare.