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La tensione fra innocenza ed erotismo nel progetto “The Bliss of Girlhood”. Intervista a Kristina Rozhkova

“The Bliss of Girlhood” courtesy Kristina Rozhova

La fotografa concettuale Kristina Rozhkova (San Pietroburgo 1996) ha riscosso grande successo con la serie “The Bliss of Girlhood”, da cui è stato pubblicato un libro dall’omonimo titolo

In un bianco e nero soffusi e eterei, l’artista affronta quel periodo cruciale dell’esistenza, tra la preadolescenza e l’adolescenza, in cui non si è più bambine e non si è ancora donne, facendo emergere una tensione vibrante tra ingenuità ed erotismo, catturata dall’artista in modo naturale, proprio come se lei stessa stesse rivivendo quel periodo, per cui prova ancora nostalgia.

Mi racconti della tua infanzia, di come sei cresciuta a Perm, tua città natale, in Russia e dei ricordi legati a quel periodo? Com’era essere un’adolescente?

Sono nata nel 1996, quindi la mia infanzia si è svolta negli anni Duemila, con la relativa estetica che adoro e alla quale, in molti casi, mi ispiro. Ho avuto un computer piuttosto tardi e l’accesso libero a Internet è diventato disponibile solo in seconda media o giù di lì. Prima di allora mi sembrava di esistere in una bolla, nel vuoto assoluto. Una specie di capsula che mi tagliava fuori dal mondo esterno. Sono stata costretta a cambiare molte scuole, io e la mia famiglia abbiamo dovuto spostarci spesso, motivo per cui la mia infanzia non è stata tranquilla. Quando avevo 10-14 anni, intorno a me cresceva la popolarità di varie sottoculture (ad esempio, emo, goth, punk). Mi consideravo una goth, tingevo i capelli di rosa, ascoltavo i Tokio Hotel, con i miei amici andavamo nei cimiteri, ci facevamo i piercing. I primi baci li ho dati a un’amica femmina. Ma tutto questo non è durato a lungo. Francamente, tutto era piuttosto depressivo e tragico: cattivi/pessimi rapporti con parenti e coetanei, cattivi/pessimi voti. C’era molta tensione su tutto, ma questo era più vicino ai 14-15 anni.

 

“The Bliss of Girlhood”: come hai pensato di realizzare questa serie e cosa vuoi comunicare allo spettatore? 

“The Bliss of Girlhood” è diventato un intero progetto in modo piuttosto accidentale. Camminavo per le strade della mia città e ho visto quelle ragazze. Mi hanno rapito il cuore perché avevano dei volti così espressivi! Prima di conoscerle, volevo realizzare un progetto intitolato “girl friends” sulle mie amiche coetanee, ma quando ho visto quelle bambine che passeggiavano in paese, ho capito che erano loro le “girl friends” che volevo fotografare. Trasmettevano perfettamente tutte le mie idee e i miei pensieri sulla bellezza. Considero la loro bellezza un magnifico cristallo, un diamante grezzo che la rende ancora più splendida e innocente, ma anche capricciosa e maliziosa. La loro immagine è molto controversa: come può la loro bellezza coesistere con la sporcizia sotto le loro dita e con gli sguardi maligni che a volte ti rivolgono! Quelle ragazze mi hanno conquistato con la loro bellezza. Il mondo in cui mi hanno fatto entrare era pieno di gingilli, perline, tatuaggi finti che si possono trovare in una gomma da masticare. E tutto questo si combinava con i loro gesti e le loro azioni permeate da una sorta di timore religioso.

“The Bliss of Girlhood” courtesy Kristina Rozhova

Quali sono i tuoi riferimenti,se ce ne sono, o le influenze che in qualche modo ritroviamo in “The Bliss of Girlhood”?

The Virgin-suicides” è un film assolutamente bellissimo. Ho pensato a questo film una volta terminato il mio progetto, perché mi sono resa conto di aver colto un’atmosfera simile. In generale, il riferimento più forte per “The Bliss of Girlhood” è stato “La fontana della vergine” di Bergman e il punto centrale è in quella meravigliosa ipnotica, stupefacente, incredibile primavera che è spuntata dal nulla (anche se le sue radici provengono dalla morte di una ragazza) e come le sue acque hanno iniziato a scorrere impetuose e hanno dato spazio a così tante cose nuove… è un miracolo. Anche durante le riprese ho pensato molto alle opere di Balthus, alla plasticità delle silhouette e delle pose. Il modo in cui Balthus posiziona i suoi modelli mi ispira molto. E naturalmente sono stato ispirata da motivi religiosi.

“The Bliss of Girlhood” courtesy Kristina Rozhova

Le tue immagini usano un bianco e nero molto delicato, soffuso. E’ una scelta legata alla tensione emotiva che vuoi trasmette?

Per quanto riguarda la tensione tra ingenuità ed erotismo, posso dire che per me è una delle parti più significative della fotografia. Se parliamo specificamente di “The Bliss of Girlhood”, mi piace la giocosità, il processo di immaginazione e di finzione, un momento in cui durante alcuni giochi innocenti la più piccola scintilla di erotismo si accende e si spegne con la stessa rapidità con cui è apparsa. L’ho colta come si cerca di afferrare i raggi di sole e sono felice di essere riuscita a catturare questa sensazione effimera ma sensuale. Ieri stavo sfogliando il mio libro in edizione limitata “The Bliss of Girlhood e mi sono sorpresa a sentire di nuovo tutte quelle emozioni, soprattutto la tensione di cui sopra. Mi ha stupita il fatto che queste foto mi influenzino ancora. Voglio dire, come è possibile dopo averle viste così tante volte!

“The Bliss of Girlhood” courtesy Kristina Rozhova

L’intreccio narrativo è reso dalle tue immagini da elementi che schiudono verso un erotismo appena accennato, in embrione, assieme all’innocenza di queste giovani ragazze. E’ una sorta di rielaborazione di un’esperienza comune che rimane nella memoria come una fase fondamentale dell’esistenza?

È una bella domanda, in realtà, perché ho visto la mia infanzia mentre realizzavo questo progetto. Mi immaginavo una ragazzina bionda con il caschetto, le sopracciglia e le ciglia molto chiare, che indossava pantaloncini rosa, una giacca di jeans e le infradito che la mamma le aveva comprato (anche se allora le odiava). Ricordo quanto mi piaceva il trucco dei bambini: era sempre rosa, a forma di farfalle, cuori, fiori…. Ancora oggi adoro tutto ciò che è rosa o scintillante, tanto che a volte compro anche del trucco per bambini per me. Le ragazze che ho fotografato erano contemporaneamente spensierate e contemplative, ingenue e serie. Credo che sia uno dei tratti distintivi di questo fragile periodo della vita.

“The Bliss of Girlhood” courtesy Kristina Rozhova

Le atmosfere sono oniriche, richiamano sentimenti nostalgici di un’età ormai passata. Provi anche tu nostalgia, e hai riflesso questo sentimento nel tuo progetto?

Non so perché succede così. Farei volentieri foto a persone molto più grandi di me, ma purtroppo è così difficile negoziare con loro! Anche se mi piacerebbe. In parte il mio interesse per i giovani nasce dalla nostalgia che ho iniziato a provare quasi subito dopo aver superato l’adolescenza. Oggi ho 26 anni, ma provo una forte nostalgia per i tempi in cui avevo 11, 15, 18, 21, 23 anni… Mi piace ricordare il passato. Se devo spiegare con precisione per me il significato “The Bliss of Girlhood” , beh  si tratta di andare in visibilio per i cosmetici per bambini, le figurine, i diari e i diari, di mantenere piccoli segreti, di fare giochi ingenui e di sfruttare al meglio il tempo prima dell’età adulta. Ora, improvvisamente, mi viene in mente che andavo in bicicletta quando avevo la stessa età delle bambine che ho fotografato. Vedete? Ho ricominciato a sentire la nostalgia. Allora tutto era allo stesso tempo così facile e così difficile. Ora è viceversa.

“courtesy Kristina Rozhova”

Cosa dobbiamo aspettarci prossimamente?

Ora sto lavorando a un nuovo progetto e sto già pensando di farne un libro. È un caleidoscopio dei miei feticci visivi che vanno di pari passo con i miei amici, l’ambiente che mi circonda, il BDSM, le coppie queer, le effigi in cera, gli animali imbalsamati di un museo zoologico, la bocca aperta di un cane, le bambole Barbie,etc… Queste immagini sono piuttosto aggressive e contengono molta espressione, ma c’è anche spazio per il gioco, l’ingenuità, l’evasione e il tentativo di fuggire dagli orrori del mondo esterno. Sto anche scattando nuove foto aggiungendovi diverse trame, in cui l’amore per le immagini giocose si combina con il concetto di potere e di feticcio.

@strapon_svinopas

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