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Ad Anversa i nuovi lavori di Adrian Ghenie, uno dei più significativi pittori contemporanei

Adrian Ghenie, The Night Bird, 2023 oil on canvas 105 x 155 cm. Courtesy Tim Van Laere Gallery
Adrian Ghenie, The Night Bird, 2023 oil on canvas, 105 x 155 cm. Courtesy Tim Van Laere Gallery

Alla Tim Van Laere Gallery di Anversa una nuova serie di lavori di Adrian Ghenie – dipinti a olio e disegni a carboncino – che si concentrano sullo strano cambiamento avvenuto nella pratica di studio dell’artista nell’ultimo decennio. Sarà la settima personale dell’artista in galleria, sarà aperta al pubblico dal 12 ottobre al 25 novembre 2023.

«Adrian Ghenie – ha ricordato la galleria – è uno dei più significativi pittori contemporanei. Il suo stile unico è caratterizzato da una notevole ricchezza di frammenti pittorici con una disposizione spaziale fluida e allucinata, che si traduce in un assemblaggio a collage di motivi pittorici distinti, in una sensualità edonistica e in un’interpretazione innovativa, radicale ed eclettica dei soggetti più diversi. Con una profonda comprensione del lato oscuro della storia umana, Ghenie esplora i complessi strati del nostro passato e presente collettivo. Le sue opere diventano capsule temporali visive, sollevando domande sull’esistenza umana, sui complessi sviluppi della storia e sui limiti dell’espressione artistica. Con questa tecnica espressiva di pittura e disegno, Adrian Ghenie dimostra di padroneggiare stili storici che vanno dal chiaroscuro barocco alla rigogliosità dell’espressionismo astratto. Le sue opere più recenti mostrano tuttavia un nuovo sviluppo, in cui abbandona la tavolozza dei colori scuri per toni più freschi. Questo cambiamento si nota anche nel soggetto, dove Ghenie si allontana dall’esplorazione degli eventi storici per concentrarsi sulla rappresentazione del corpo umano».

Adrian Ghenie, Studio Scene 8, 2023 oil on canvas 210 x 150 cm. Courtesy Tim Van Laere Gallery

Secondo Ghenie, ha spiegato la galleria, «la solitudine dell’artista in studio è cambiata grazie ai social media», e ne ha riportato le affermazioni in merito: «Abbiamo ancora questo bisogno di essere soli, ma non lo siamo. Siamo soli, ma allo stesso tempo con voci collettive. Ci sono persone con cui si può interagire attraverso un tablet, un laptop o un iPhone. Non sono più solo, ma nemmeno connesso. Ho la strana sensazione di trovarmi in una via di mezzo. Questo finirà per cambiare il modo di fare arte. Ci sono queste applicazioni che permettono di modificare, estendere, fondere insieme le cose. Mi ha fatto pensare alla fantascienza, alla specie dei Borg che sono tutti interconnessi. Sono io nello studio in questo limbo con i miei pensieri. Ma allo stesso tempo con questa mente collettiva all’interno, che è l’immagine di me. E penso che tutti noi iniziamo a funzionare in questa trinità».

In merito a questo l’artista ha dichiarato: «Credo sia difficile, dopo tanta pittura figurativa, continuare a rappresentare il corpo umano. Quindi ho questo bisogno di decostruirlo, di distruggerlo, di rimetterlo in questo nuovo tipo di silhouette, che io chiamo ‘il corpo impossibile’. Non c’è anatomia. Non c’è nulla. Ma c’è comunque qualcosa di riconoscibile. La pittura del XX secolo è iniziata con questo, con Picasso che ha smantellato il corpo umano ed è proseguita con altre persone, tra cui Duchamp, o persone come Bacon, naturalmente. Questa decostruzione è presente anche nei cartoni animati. C’è un genio lì dentro, che rispetto totalmente. È uno dei migliori prodotti del XX secolo. Mi piace il modo in cui Dix e la generazione di artisti della Repubblica di Weimar si rapportano alla storia della pittura, perché erano nel bel mezzo della rivoluzione modernista. Tutti erano radicali. Se si pensa a persone come Malevich, erano così desiderosi di cancellare la tradizione. Ma i tedeschi sapevano come relazionarsi con la loro storia della pittura, il gotico tedesco, e io credo di far parte della stessa famiglia. Per me, tutto ciò che è fino al 1990 è di dominio pubblico. Si può rubare. Probabilmente sono stati loro i primi a proporre questa cosa. Quindi mi piace credere di avere lo stesso atteggiamento».

Adrian Ghenie, Study for “Summer Indoor”, 2023 charcoal on paper. 100 x 140 cm. Courtesy Tim Van Laere Gallery

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