Alla Tate Britain sta per inaugurare “Happy Gas“, la grande mostra dedicata a quattro decenni di ricerca di Sarah Lucas attraverso più di 75 opere, che sarà visitabile dal 28 settembre 2023 al 14 gennaio 2024. Eccola nella presentazione del museo londinese accompagnata dalle foto della mostra diffuse dal museo londinese in anteprima.
«La Tate Britain presenta una grande mostra sull’opera di Sarah Lucas. Una delle figure di spicco della sua generazione, Lucas è celebrata a livello internazionale per il suo lavoro audace e irriverente, che spesso esplora il corpo umano, la mortalità e le esperienze molto britanniche di sesso, classe e genere. Questa mostra riunisce più di 75 opere che abbracciano quattro decenni, dalle prime sculture e fotografie dirompenti a lavori nuovissimi presentati per la prima volta. Realizzata in stretto dialogo con l’artista e presentata con la sua voce, questa rassegna offre uno sguardo nuovo sulla pratica di Lucas fino ad oggi».
«Sarah Lucas è salita alla ribalta tra i giovani artisti britannici dei primi anni Novanta. Ha frequentato il Goldsmiths College dal 1984 al 1987 e ha esposto le sue opere in “Freeze”, la leggendaria mostra curata da Damien Hirst nel 1988. Esponendo insieme e condividendo un approccio giocoso e audace ai materiali e alle immagini, questa generazione ha sfidato il mondo dell’arte britannico e ha avuto un impatto indelebile sul paesaggio culturale. La mostra della Tate Britain inizia con alcune delle prime opere di Lucas di questo periodo, tra cui quelle realizzate a partire da articoli di giornali scandalistici come Sod You Gits (1990) e Fat, Forty and Flab-ulous (1990). Queste opere introducono l’uso di allusioni e giochi di parole da parte dell’artista, nonché il suo interesse per il discorso femminista e le rappresentazioni del corpo femminile. La sua prima carriera viene anche riconsiderata come parte di una storia più ampia, dall’infanzia alla vita di oggi, evidenziando il suo continuo esame delle condizioni sociali al di là dei confini del mondo dell’arte».
«L’uso delle sedie e l’evocazione di figure sedute hanno un ruolo centrale nella mostra. Lucas spiega: “Ho deciso di appendere la mostra principalmente sulle sedie. Allo stesso modo in cui appendo le sculture alle sedie”. Nel corso della sua carriera, l’artista ha spesso preso mobili domestici e li ha impregnati di un’onestà umoristica e snervante sul sesso e sul desiderio. La Tate riunirà una selezione di sculture di questo tipo degli anni Novanta, dai primi esempi come The Old Couple del 1992 – realizzata con due sedie, un pene di cera e un set di denti finti – fino a sculture più recenti come Hysterical Attack (both Eyes and Mouths) del 1999, che facevano parte di un intervento al Freud Museum nel 2000. Sono presenti anche esempi delle tipiche sculture morbide di Lucas realizzate con collant imbottiti, tra cui Mumum (2012) e Bunny (1997), che è stata esposta nella storica mostra “Sensation” della Royal Academy of Art nel 1997. La mostra prosegue esplorando la crescente gamma di materiali utilizzati nella scultura di Lucas, tra cui bronzo, resina e cemento. Questo cambiamento nella materialità è stato un importante allontanamento dalle tecniche utilizzate per decenni, tra cui collant e imbottiture, sigarette e cibo, scelti per la loro immediata disponibilità. Gli esempi includono mobili in cemento come la Eames Chair (2015), calchi in bronzo di forme falliche impagliate come DICK ‘EAD (2018), e ortaggi giganti in cemento come Florian and Kevin (2013) che sono stati installati sul prato fuori dalla Tate Britain in concomitanza con questa mostra».
«Le sculture sono accostate a fotografie di grandi dimensioni dell’artista, scattate nel corso della sua carriera, tra cui il suo primo e più noto ritratto Eating a Banana del 1990. Questi ritratti, ingranditi come carte da parati e rivolti verso le sue opere scultoree, riflettono l’importante ruolo dell’immagine fotografica nella pratica di Lucas e instaurano un dialogo tra il suo io più vecchio e quello più giovane. Questa giustapposizione continua con la più recente serie di autoritratti di Lucas, Red Sky (2018), esposta accanto a diverse sculture e installazioni di dimensioni maggiori, tra cui This Jaguar’s Going to Heaven (2018) – un’auto smontata rivestita da migliaia di sigarette – ed Exacto (2018) – una sedia infilzata da tubi fluorescenti. Una serie di gessi nudi, tra cui Pauline, Sadie and Me (Bar Stool), sono riuniti, dopo essere stati esposti per la prima volta nel 2015, quando Lucas rappresentò la Gran Bretagna alla 56ma Biennale di Venezia».
«Il punto forte della mostra è un’ampia galleria di sculture recenti realizzate tra il 2019 e il 2023, tra cui 16 nuove opere esposte per la prima volta. Alcune mostrano un ritorno agli oggetti trovati e alle calze imbottite dei primi lavori di Lucas, come SUGAR (2020) e CROSS DORIS (2019), mentre altre sono rese in bronzo e resina finemente fusi. Queste opere recenti dimostrano come la Lucas abbia continuato a ripensare i temi che hanno definito la sua carriera, tra cui l’oggettivazione della forma femminile e il potenziale antropomorfo degli oggetti quotidiani, apportando sempre nuove prospettive alla sua pratica».