Milano. Lo scorso 27 settembre nella magnifica cornice dello spazio di eFM, situato in zona Moscova, è andato in scena Re-Generation, evento di prim’ordine dedicato alla relazioni feconde tra arte e impresa nonché primo appuntamento di un roadshow nazionale. Il tutto si deve all’organizzazione di Art & Management, un gruppo di lavoro particolarmente attivo e stimolante in AIDP.
Lo Spazio eFM: un luogo pensato per le persone e per il lavoro, in ottica di sharing ed efficienza, dove anche l’arte ha un suo spazio grazie all’esposizione di diversi lavori provenienti da iniziative che si sono susseguite nel tempo. L’arte “vissuta”, lo spazio si presta e le tracce restano. Ibridare i luoghi di lavoro è un tema che appassiona eFM da sempre.
Dopo i saluti istituzionali di AIDP Lombardia da parte di Elena Panzera la palla è passata a Rossella Cardinale, co-fondatrice di AIDP Lombardia, che ha acceso fin da subito i riflettori su 3 “parole seme”: gratitudine, nutrimento e evoluzione. L’arte viene posta come facilitatore di consapevolezza per persone e organizzazioni e di rinascimento manageriale con l’umano al centro. Abilitare nuovi paradigmi di intersezione tra arte e management è la spinta del gruppo, guardando al futuro in un’ottica che da contemplativa diventa sempre più relazionale.
Luca Zuccala, giornalista e storico d’arte, introduce il panel, conducendoci a osservare come l’arte presa sul serio diventa pensiero critico, e come l’arte contemporanea in particolare possa essere eclettismo puro, attraverso il quale toccare vie alternative di ragionamento, con l’uso di linguaggi molto diversi, anche in azienda.
Arianna Merlini viene chiamata a raccontare il Sistema Peccioli, che partendo dalla valorizzazione di un’azienda (e non un’azienda qualsiasi, ma una discarica), ha portato a sviluppare un processo di maturazione sociale e culturale dei cittadini, e ad aprirsi al resto del mondo. La visione d’insieme di Arianna ci porta a scoprire le diverse facce di questo esperimento riuscito, dal tabernacolo del 1400 di Benozzo Gozzoli alle installazioni dei giganti di pietra, dal Palazzo senza tempo alla passerella pedonale, all’anfiteatro, all’accademia musicale. Oggi a Peccioli si svolgono eventi che ospitano fino a mille persone, dalla cena in discarica, alle visite guidate, ai concerti, la sfida di rendere un luogo controverso come una discarica un luogo piacevole da visitare è stata vinta, e sono oggi gli artisti contemporanei stessi a cercare Peccioli per poter lasciare la propria impronta. Questo ha portato soddisfazione e orgoglio nei dipendenti, che l terza domenica di ogni mese si sono resi disponibili ad aprire le porte della discarica ai turisti.
Silvia Cireddu di Dior, racconta invece un’esperienza di rigenerazione del proprio team di lavoro in area marketing, nata da un bisogno delle persone di riconnettersi, al di là dei programmi lanciati “dalle risorse umane”, attraverso l’espressione artistica del teatro. Il progetto si è svolto presso il teatro Strehler a Milano ed è stato guidato da Claudio Achilli, formatore che del “chi è di scena” ha fatto il suo format. In questo caso vediamo come l’arte si sia fatta strumento e soluzione per scoprire se stessi e riscoprire rapporto e relazioni, in una dimensione di profondità empatica altrimenti impossibile da suscitare. Attraverso diverse tecniche di laboratorio teatrale prima e alla realizzazione di una vera e propria performance teatrale poi, la squadra ha recuperato la propria forza unitaria, e la consapevolezza di poter raggiungere obiettivi più grandi. Già dal giorno successivo Silvia testimonia come il team lavorasse con una prospettiva diversa, come se una fiamma si fosse riaccesa, ed insieme ad essa la capacità di valorizzare il contributo di tutti.
Giada Susca di Elis racconta una storia nata trent’anni fa in periferia di Roma e diventata un campus di formazione e consorzio di azienda, nonché sede romana del Politecnico di Milano. Nel 2020 la scommessa: in periodo di Covid, dare ambienti fisici in sicurezza alle persone che non potevano frequentare i propri spazi di lavoro, attraverso la nascita delle Palestre Relazionali. Si tratta di giornate in cui il luogo di lavoro diventa uno spazio terzo (presso le aziende del consorzio), dove le persone si sono trovate (e tutt’ora si trovano) per lavorare insieme fuori da casa, allenandosi alle competenze trasversali attraverso un palinsesto di eventi di 45 minuti ogni giorno, in tutta Italia. Il team di ricerca di Luca Solari ne ha studiato gli effetti monitorando quattro dimensioni: benessere, produttività, creatività e networking. Ogni community che si è venuta così a creare è stata anche ingaggiata in un processo di restituzione al territorio, portando anche sostenibilità, arte, teatro. Alcune palestre sono diventate un ulteriore start up per persone che hanno potuto tornare nei propri luoghi d’origine, come nell’esempio di Trapani, che Giada definisce un esempio di “lavoro che va verso le persone anziché chiedere alle persone di andare verso il lavoro). Elis vuole poter scalare il modello verso il futuro, e già vediamo fiorire alcuni esempi come la partnership del progetto polis di Poste Italiane, per la riqualificazione e valorizzazione in chiave palestra relazionale allargata delle sedi postali ormai sovradimensionate in diverse parti d’Italia. “More to come”
La serata si conclude con un aperitivo di networking, ed è una delle poche volte in cui i partecipanti si attardano, non vogliono andarsene, non sembrano avere nessuna voglia di scappare a casa nonostante ormai si siano fatte le nove.