“Deep Creep” è la nuova mostra di Claire Bendiner in corso alla galleria Someday a New York fino al 21 ottobre
L’essere umano ha la capacità di formare uan sorta di mappatura del mondo esterno all’interno della mente per formare una topografia intima, dei paesaggi integrali, delle “mappe cognitive”. Le astrazioni su larga scala di Claire Bendiner approfondiscono la relazione tra spazio, memoria e sé.
Le loro composizioni sono personali, ognuna basata su una località distinta familiare all’artista. Interni domestici, hall di sale d’attesa, circuiti cittadini, seminterrati sotterranei e cabine d’auto sono evocati da ricordi personali o immagini di riferimento, solo per essere astratti oltre la leggibilità.
Bendiner sfrutta decisioni materiali e formali invece di rappresentazioni convenzionali per rappresentare questi spazi. Non si preoccupano di assomigliare a una fotografia, ma di sembrare un pensiero; trasformano echi visivi dell’immagine mentale in una forma tangibile. Senza bozzetti preliminari, Bendiner distilla il regno fisico nelle sue proprietà formali più basilari: forma, colore e linea. Pareti e partizioni, una volta simboli di isolamento e separazione, si dissolvono in pennellate porose; campi saturi di colore permeano attraverso la membrana di pastello ad olio e acrilico. L’uso della vernice per interni, un materiale radicato nel lavoro quotidiano, sovverte le distinzioni tradizionali tra lavoro artistico e lavoro domestico, belle arti e design d’interni, artigianato e merce.
La discontinuità tra il sé e l’ambiente può compromettere la consapevolezza dello spazio, portando alla disorientazione. Questo fenomeno si verifica spesso in spazi di transizione, come gli aeroporti, dove i punti di ancoraggio convenzionali dell’identità diventano svincolati. I dipinti di Bendiner risuonano con tali esperienze, attraverso la rottura dei confini spaziali e la deformazione della prospettiva. I margini diventano sfocati; i ricordi si offuscano. Vertiginosi e effimeri, le composizioni tracciano la consapevolezza situazionale e catturano la nostra relazione paradossale con la contenimento, che temiamo e desideriamo entrambi.
SOMEDAY GALLERY
120 Walker Street #3R New York NY 10013
FINO AL 21.10.2023