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Un dipinto riscoperto di Fausto Zonaro arriva in asta da Dorotheum

lotto 521
lotto 521

A ottobre, l’arte antica e dell’Ottocento è protagonista a Vienna da Dorotheum in due giornate d’asta, il 24 e il 25 ottobre. Guidano i cataloghi un disegno di Raffaello e un dipinto riscoperto di Fausto Zonaro 

Si parte il 24 ottobre con i dipinti del XIX e XX secolo. Il catalogo è ricchissimo. Conta oltre 215 lotti e si apre con diversi paesaggi e vedute di città, molti scorci e vedute veneziane a firma di Antonietta Brabdeis, Giuseppe Bernardino Bison al lotto 506 con “Venice, View of the Grand Canal with the Palazzo Grimani” (90.000 -110.000 euro), Carlo Grubas con un tipico notturno, “Venice, Feast on the Grand Canal with the Ca’ d’Oro by Moonlight” stimato 110.000 -140.000 euro (lotto 519) e Luigi Querena con “Venice, View of the Grand Canal from Palazzo Cavalli-Franchetti with Santa Maria della Salute in the Distance” del 1867 (lotto 520) offerto a 70.000- 90.000 euro.

lotto 506

Un dipinto riscoperto di Fausto Zonaro

Al lotto 521 si incontra uno dei top lot del catalogo, un dipinto di Fausto Zonaro dal titolo “La Coda del Diavolo”  e quotato 100-160 mila euro. L’opera fu a lungo considerata perduta. Raffigura un gruppo di contadine venete in un prato che si divertono partecipando al gioco popolare chiamato, per l’appunto,  ‘La Coda del Diavolo’. In questo gioco, una delle fanciulle impersona il diavolo e cerca di afferrare l’estremità della catena umana. L’artista ha trasferito la scena sulla tela con grande vivacità e dinamismo. L’opera era nota solo in fotografia ed è stata recentemente riscoperta in una collezione privata tedesca. La sua controparte, “Dopo il gioco”, era già stata messa all’asta da Dorotheum nell’aprile 2010. Anch’essa non era più stata esposta al pubblico dopo l’ultima mostra risalente al 1908, nella casa della famiglia Zonaro a Istanbul.

Fausto Zonaro fu pittore di corte del sultano Abdülhamid II (1842-1918) dal 1892 al 1911, dopo anni di formazione a Parigi e Venezia. Egli sviluppò una profonda amicizia con il figlio maggiore del sultano, Şehzade Mehmed Burhaneddin (1885-1949), il quale divenne un appassionato collezionista delle sue opere e acquistò anche “La Coda del Diavolo” direttamente dall’artista. In seguito allo scoppio della rivoluzione, l’intera famiglia del sultano fu costretta a lasciare Istanbul. È assai probabile che il principe Burhaneddin abbia portato il dipinto con sé in Europa, dopodiché se ne persero le tracce.

Altri lotti da tenere d’occhio

Tra gli altri dipinti di rilievo in catalogo, gli esperti di Dorotheum segnalano, all’interno di un grippo di dipinti orientalisti,  “Il mercante di tappeti” di Alphons Leopold Mielich, uno dei più famosi orientalisti austriaci (Lotto 570, € 70.000-90.000). L’impressionismo austriaco è rappresentato al meglio da Tina Blau con un motivo del Prater viennese, un dipinto a olio che fu acquistato dall’imperatore Francesco Giuseppe I nel 1901 in seguito ad una mostra alla Künstlerhaus di Vienna (Lotto 704, € 80.000-120.000). Da tenere d’occhio anche dipinti di Olga-Wisinger Florian e Leontine von Littrow, entrambe considerate tra le più importanti pittrici del loro tempo.

Lotto 570
Lotto 704

Non solo la Laguna: presenti in asta anche numerosi paesaggi e vedute di città austriache, tra le quali si segnalano lavori di Rudolf von Alt, Franz Steinfeld, Emil Jakob Schindler, Friedrich Loos, in catalogo con  una rara veduta del lago di Neusiedl (Lotto 694, € 5.000 -7.000). Larga quasi sei metri è invece una veduta panoramica delle Alpi Giulie del pittore paesaggista Markus Pernhart (Lotto 533, € 160.000-220.000), un panorama composto di quattro tele. Sempre tra i top lot un bel ritratto dipinto da Władysław Czachórski, in primo piano e di tre quarti una giovane venditrice di fiori e sullo sfondo un luminoso paesaggio montano (Lotto 596,  € 120.000-150.000), L’offerta internazionale include pittori italiani, croati, cechi, danesi (Michael Peter Ancher) olandesi (Josef Israels) e spagnoli (Jose Mongrell y Torrent “La riparazione delle reti”, € 40.000-60.000).

Lotto 533

 

I dipinti antichi, guidati da Raffaello

L’asta di Dipinti antichi, in calendario il giorno seguente (25 ottobre) ha in serbo – come vi abbiamo anticipato qualche settimana fa QUI – un altro lavoro recentemente ritrovato: un disegno attribuito a Raffaello, che stima oltre 1 milione di euro. L’opera, raffigurante un cavallo e un cavaliere, è un bozzetto preparatorio dall’altissimo valore artistico. Non solo perché vive come opera individuale, una delle poche del periodo tardo di Raffaello arrivate a noi, ma soprattutto perché si inserisce negli studi grafici utili a realizzare uno dei progetti artistici più ambiziosi del Cinquecento: la decorazione degli appartamenti papali in Vaticano.

 Raffaello Sanzio, called Raphael (Urbino 1483–1520 Rome) Study for the Battle of the Milvian Bridge: a rider on horseback and a horse’s head and eye, red chalk and pen on paper, 22 x 24 cm © Dorotheum

Il disegno è un lavoro di studio per una parte dell’affresco della Battaglia di Ponte Milvio nella Sala di Costantino. Le Stanze, conosciute come ‘Stanze di Raffaello’, sono considerate tra le realizzazioni più significative della storia dell’arte mondiale. In particolare, la Battaglia di Ponte Milvio tra il primo imperatore cristiano Costantino e il suo rivale Massenzio doveva essere il culmine del programma iconografico delle Stanze, in quanto raffigurante la storica vittoria del cristianesimo sul paganesimo. Una scena densa di personaggi, tutti in movimento, con i corpi dei guerrieri dei due esercizi intrecciati in combattimento.

L’asta offre 140 lotti in totale, dai fondi oro alle vedute, dai soggetti mitologici ai ritratti religiosi (e non), fino alle nature morte. Molti i nomi italiani. Il top lot per prezzo è per Jusepe de Ribera, detto Lo Spagnoletto con un “Ecce Homo” quotato 800.000- 1.200.000 euro (lotto 81). Molto bello anche la “Madonna con Bambino in Trono con San Michele e San Sebastiano” di Filippo d’Antonio Filippelli dipinto  registrato presso la Fototeca Zeri al n. 14813 (come artista fiorentino anonimo). Sia stilisticamente che compositivamente il dipinto può essere paragonato a due affreschi di Filippo d’Antonio Filippelli nella navata destra della Pieve di Santa Maria a Colonica presso Prato. I due dipinti murali rappresentano i Santi Rocco, Giuliano e Sebastiano e il Martirio di San Sebastiano, e furono eseguiti dall’artista alla fine del Quattrocento. L’opera da Dorotheum stima 300-400 mila euro (lotto 12). Un grande olio raffigurante Leda e il cigno attribuito al Maestro del “Narcissus and Endymion di Doria Pamphilj”, detto Maestro Ovidiano Doria Pamphilj stima 80-120 mila (lotto 76). Spicca anche il bel ritratto di uomo al lotto 101 di “Scuola romana”. Per la pregevole qualità pittorica, in passato è stato attribuito a Gian Lorenzo Bernini (1598–1680) ed è stato considerato un autoritratto del celebre artista. Tra gli studiosi proponsi all’attribuzione Maria Giulia Aurigemma che ha suggerito che questo ritratto sia stato forse iniziato come schizzo di un autoritratto di Gian Lorenzo Bernini nel 1650-55 circa, poi completato da Jacob Ferdinand Voet nel 1670 circa. L’attribuzione al Voet per la tela in esame è stata avallata anche da Tomaso Montanari, che però non accetta l’identificazione del soggetto con Gian Lorenzo Bernini. L’opera è in catalogo, come detto, come “Scuola romana” e quota 40- 60 mila euro.

lotto 81
Lotto 12
lotto 76

 

Lotto 101

 

Dipinti dell’Ottocento
24.10.2023 – 18:00

Dipinti antichi
25.10.2023 – 18:00

Vienna | Palais Dorotheum

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