Print Friendly and PDF

Sotheby’s Milano: Morandi e Fontana tra gli highlights della grande asta autunnale

Giorgio Morandi, Natura Morta, 1955, est. € 1-1,5m
Giorgio Morandi, Natura Morta, 1955. Stima 1-1,5 milioni di euro
Al suo ottavo anno in Italia, Sotheby’s presenta l’asta di arte contemporanea autunnale in programma a Milano il 22 novembre 2023. Tra le 50 opere in vendita, spiccano i lavori dei più importanti artisti italiani del dopoguerra e dei principali esponenti della Scuola Romana e dell’Arte Povera, così come un nucleo di dipinti di artisti internazionali.

É uno degli appuntamenti più attesi dell’anno per quanto riguarda il mercato dell’arte italiano. Non sono molte, infatti, le aste che le major internazionali organizzano nel nostro Paese e ogni occasione diviene così un evento, una vendita rara da seguire con particolare attenzione. A renderla così importante è ovviamente il livello delle opere proposte.

Non manca praticamente mai, non può farlo certo ora che a pochi passi da Palazzo Serbelloni, sede di Sotheby’s Italia, è in scena la mostra monografica che Palazzo Reale gli ha dedicato. É Giorgio Morandi, in asta con tre opere: Natura Morta 1955 (1-1.5 milioni di euro),  Fiori 1944, Paesaggio, 1966. Ognuna di esse, a modo suo, racconta della particolare attenzione che il pittore dedica alla sua arte, nata nel raccoglimento e maturata nella contemplazione.

A fronte di un nucleo limitato di soggetti, l’artista  ne ha esplorato a fondo le possibilità pittoriche, restituendone migliaia di alternative. Descrivendo la sua pratica, Morandi ha detto: “Mi ci vogliono settimane per decidere quale gruppo di bottiglie andrà bene con una particolare tovaglia colorata. Poi ci vogliono settimane per pensare alle bottiglie stesse, eppure spesso sbaglio ancora gli spazi. Forse lavoro troppo in fretta? Forse tutti lavoriamo troppo in fretta al giorno d’oggi? Una mezza dozzina di quadri sarebbe appena sufficiente per la vita di un artista”. 

Lucio Fontana, Concetto Spaziale, 1961. Stima 800 mila -1.2 milioni di euro

Dieci, invece, le opere di Lucio Fontana, che insieme fanno luce sulla produzione dell’artista e sulle sue esplorazioni nei diversi mezzi espressivi nell’arco di dieci anni. Tra i pezzi forti spicca il Concetto Spaziale (800 mila – 1.2 milioni di euro) in oro, realizzato dall’artista nel 1961. Per Fontana, i buchi e le forature irregolari sulla tela – realizzati a mani nude per creare una sorta di superficie lunare – non solo infrangevano il piano del quadro, ma aprivano dei portali attraverso i quali lo spettatore poteva accedere a un nuovo concetto di spazio. Particolare inoltre l’utilizzo dell’oro che, oltre a rifarsi a una lunga tradizione decorativa, crea una visione metallica che rimanda allo scintillio del cosmo.

Non come l’universo, ma immensa è anche l’opera di Alighiero Boetti intitolata Ammazzare il Tempo (400-600 mila euro). Larga più di due metri, è una delle opere più riconoscibili, in cui apostrofi bianchi e luminosi sono disposti su una superficie blu scintillante, mentre le 26 lettere dell’alfabeto scorrono verticalmente sul lato sinistro. Ogni apostrofo è collocato in corrispondenza delle lettere a sinistra, scandendo così il titolo dell’opera: “Ammazzare il Tempo”, che si traduce in maniera letterale nell’azione dello spettatore che legge l’opera. In vendita anche altre sei opere dell’artista, tra cui tre ricami di varie dimensioni della sua serie seminale Arazzi.

Alighiero Boetti, Ammazzare il Tempo, 1983. Stima 400-600 mila euro

Di un colorismo più intenso vive Da Capo (300-400 mila euro) di Mario Schifano, monocromo composto da vernici industriali su tela. L’opera è stata esposta al pubblico solo due volte in passato. La prima volta nel 1961, presso la Galleria La Tartaruga di Roma; la seconda a gennaio di quest’anno, quando Da Capo è stato uno dei dipinti al centro della mostra newyorkese di David Zwirner, “Roma/New York 1953-64”.

Infine, La Festa (200-300mila euro) è una delle opere più rare di Fausto Melotti offerte in asta negli ultimi anni, anche in virtù delle sue grandi dimensioni (140 cm di altezza). Con le sue forme leggere e armoniose, composte da fili delicati e sottili fogli di ottone, ferro e oro, l’opera è un esempio perfetto delle anti-sculture dell’artista, che rifuggendo la massa e la presenza della scultura classica modellano il vuoto dello spazio piuttosto che riempirlo di materiale.

In occasione dell’asta, l’8 e il 9 novembre si terrà a Roma un’esposizione di due giorni a Palazzo Altieri, prima che tutte le opere vengano esposte al pubblico a Palazzo Serbelloni a Milano dal 17 al 21 novembre.

Mario Schifano, Da Capo, 1971
Mario Schifano, Da Capo, 1971. Stima 300-400 mila euro
Fausto Melotti, La festa, 1970. Stima 200-300 mila euro

Commenta con Facebook