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La storia della Axel Vervoordt Gallery, specializzata in arte antiquariato e interior design

Axel Vervoordt (Portrait © Jake Curtis)

Axel Vervoordt Gallery inaugura il 2 dicembre nella Terrace Gallery del suo prestigioso spazio a Kanaal nei pressi di Anversa “Folegandros” dell’artista messicano Bosco Sodi e intanto si prepara per la 69° edizione di BRAFA Art Fair a Bruxelles

Dalla fine degli anni ’60, Axel Vervoordt si è costruito una solida reputazione come antiquario e conoscitore d’arte. La sua azienda a conduzione familiare è diventata un’azienda internazionale che propone arte, antiquariato e interior design. Il suo spazio industriale Kanaal propone una collezione unica e molto diversificata di oggetti tra cui pezzi archeologici, mobili del XVIII secolo, design del XX secolo, ZERO e arte Gutai. Tutti gli oggetti, indipendentemente dalla loro origine o valore, condividono una bellezza senza tempo, universale e una purezza intrinseca. La Galleria Axel Vervoordt, diretta da Boris Vervoordt, offre una piattaforma per artisti affermati ed emergenti per mostrare il proprio lavoro a livello internazionale e si concentra principalmente su artisti con una passione per il concetto di vuoto e la cui dedizione al processo creativo esprime un fascino per il significato dell’universo.

Kanaal (PH: ©Jan Liégeois)

Per cogliere l’unicità di Kanaal, vale la pena di andare a ritroso nel tempo. Si trova nella località di Wijnegem, a pochi chilometri da Anversa, lungo le rive del Canale Albert ed è un luogo imperdibile dove si respira arte e cultura attraverso il vortice dei secoli. È una musica per gli occhi che si declina in tutti i linguaggi estetici, moderna e contemporanea. Axel Vervoordt ne è l’artefice con la moglie May e più tardi con i figli Boris e Dick.

 

Reception Axel Vervoordt (PH: ©Jan Liégeois)
Axel Vervoordt e Boris Vervoordt

“Mi considero un collezionista e un mercante molto eclettico. Soprattutto amo ciò che è senza tempo e disdegno le mode. I miei gusti abbracciano secoli, culture, continenti… Mi piace la tensione tra oggetti diversi e culture diverse, e lascio sempre che gli spazi che restauro mi ispirino”. Attivo dal 1968, art dealer noto in tutto il mondo, è Presidente della Fondazione Vervoordt e presente nelle maggiori fiere e a BRAFA a Bruxelles da 25 anni. In un libro intitolato AXEL VERVOORDT HISTOIRE D’UN STYLE – Ed. Assouline, scorre la storia delle origini e lo sviluppo formidabile dell’impresa di famiglia e si riscopre il suo autentico eclettismo colto e appassionato che non ha mai conosciuto una battuta d’arresto e continua con un’espansione delle attività da Occidente a Oriente. Arte come filosofia di vita.

Kanaal (PH: ©Jan Liégeois)
Kanaal (PH: ©Jan Liégeois)

“Crediamo che il modo migliore per abitare pienamente uno spazio sia essere circondati da architettura, mobili, arte e oggetti rappresentati dall’onestà dei materiali e dalla purezza degli intenti nella loro creazione. Riteniamo che sia nostro dovere fungere da guardiani dei vecchi edifici. All’interno di questo dovere collettivo c’è il rispetto per l’architettura storica e il passaggio del tempo. Questa è una linea che collega le prime radici dell’azienda nell’ormai conservato centro barocco di Anversa, al castello di Gravenwezel e infine a Kanaal. Ogni progetto rappresenta una filosofia di trasformazione: abbracciare il passare del tempo per dare nuova vita alla vecchia architettura”.

Nel 1999, l’azienda si è trasferita nella sua attuale sede a Kanaal a Wijnegem, un sito industriale riconvertito che fonde una comunità culturale, commerciale e residenziale per creare una nuova casa per l’arte, il design e l’architettura. “Il locale è diviso in due parti: la prima è costituita da una serie di vecchie brasseries dell’inizio del XIX secolo, costruiti con i tradizionali mattoni rossi che ritroviamo nei dipinti di Pieter de Hooch. Poi, al centro di queste costruzioni, si ergono le torri di un essiccatoio di cemento, eretto negli anni ’50, quando tutti gli edifici erano destinati al deposito dei cereali. Il Kanaal ha praticamente ritrovato all’esterno il suo aspetto originario, mentre l’interno è completamente diverso. In stretta collaborazione con i miei assistenti e i miei figli Boris e Dick, ho restaurato queste vestigia di un’altra epoca, spogliandole completamente per ritrovare l’essenza della loro architettura. I pavimenti sono nudi, nel loro originale legno levigato o in cemento colato. Le pareti sono in mattoni a vista o blocchi di cemento calcinato, le travi e gli elementi metallici lasciati a vista, le scale in cemento. In queste stanze ampie e ariose ho approfondito il mio pensiero su come potremmo desiderare di vivere nel 21° secolo. Da lontano, nello spazio pieno di luce, si può scoprire una collezione di scale e scalette da biblioteca che sembrano molto diverse se fuori dal loro contesto originale. Qui diventano delle sculture, delle opere d’arte” sottolinea il fondatore.

Anish Kapoor (PH: ©Jan Liégeois)

Ogni angolo di Kaanal è una scoperta artistica. Gli allestimenti e gli spazi espositivi si basano sulla forza dell’architettura industriale esistente e sono stati progettati per dare nuovo scopo ai vecchi edifici. Un pezzo luminoso di James Turrell, Red Shift, 1995 è installato permanentemente in una cappella in disuso. Opere di Marina Abramovic, Otto Bol, Kimsooja, Tatsuo Miyajima, Otto Piene, Takis e Angel Vergara sono installate alla base di diversi silos di grano riconvertiti. Questi si aggiungono a un’installazione permanente di Anish Kapoor intitolata At the Edge of the World“, che Axel definisce il cuore pulsante del sito di Kanaal. Si aprono gallerie e lunghi corridoi dove trovano una perfetta collocazione dipinti, installazioni e progetti grandiosi. E fino al 13 gennaio sono allestiti tra tanti, i lavori Sailing di Jaffa Lam e Tabula Rasa di Waqas Khan.

Jaffa Lam
Waqas Khan
Waqas Khan
Waqas Khan

Fin dall’inizio è sempre stata un’azienda a conduzione familiare. Axel, May e i loro figli Boris e Dick sono attivi nelle operazioni quotidiane con un team di circa 100 collaboratori. Boris Vervoordt ha creato la Axel Vervoordt Gallery nel 2011. La galleria è stata inaugurata in uno spazio storico nel centro di Anversa con una mostra di Günther Uecker. Boris ha scelto di aprire la galleria nello stesso identico luogo in cui suo padre aveva allestito mostre per Uecker e Jef Verheyen negli anni ’70. La prima mostra e le successive legano questo nuovo inizio alla lunga storia dell’azienda con l’arte e alla sua sede originaria nel Vlaeykensgang. Un percorso di oltre 40 anni di lavoro a stretto contatto con gli artisti. La galleria si è estesa in Asia nel 2014 con uno spazio nel centro di Hong Kong nell’Entertainment Building. Per preservare l’integrità della collezione d’arte per le generazioni future, impegnandosi al contempo in attività accademiche, di sponsorizzazione e curatoriali è stata creata nel 2008 la Fondazione Axel & May Vervoordt, attiva nella produzione di una serie di mostre a Palazzo Fortuny a Venezia dal 2007 al 2017. Costruita nell’arco di quattro decenni, la collezione d’arte della fondazione comprende oltre 700 opere e spazia dall’archeologia antica all’arte contemporanea.

Ronde Silo Bibliotheek (PH: ©Jan Liégeois)

In vista della 69° edizione di BRAFA Art Fair che aprirà i battenti nel 2024 (dal 28 gennaio al 4 febbraio) nella sede di Brusssels Expo, Boris Veervordt, 49 anni, mercante d’arte, designer, gallerista e direttore della Axel Vervoordt Company e, dal 2007, alla guida dell’omonima concessionaria di antiquariato, design di interni e arte dei suoi genitori, ha svolto un ruolo decisivo nelle trasformazioni fondamentali che hanno cambiato il volto dell’azienda, espandendone la portata globale e rafforzando i legami con clienti e artisti. E BRAFA, il primo appuntamento dell’anno, tappa imperdibile per gli art dealers del mondo, si avvicina.

Un lavoro di Pierre Alechinsky che sarà esposto a Brafa,
(PH: ©Jan Liégeois)

“Partecipiamo a BRAFA fin dall’inizio, 25 anni fa, quando si chiamava Foire des Antiquaires de Belgique e si svolgeva al BOZAR. Grazie al duro lavoro di Béatrix Bourdon e del suo team, questa fiera si è evoluta enormemente e si è trasformata in una fiera internazionale con un layout e un design prestigiosi, un’eccezionale campagna di pubbliche relazioni e un elenco internazionale e vario di espositori. L’idea di mescolare tutte le diverse gallerie e di non raggrupparle per sezione, rende piacevole per i visitatori scoprire cose nuove. Anche se per noi è quasi una partita giocata in casa, incontriamo sempre nuovi clienti e può essere un’occasione per incontrare anche clienti già conosciuti che non sempre si sforzano di venire a trovarci nella nostra Galleria”.

Per tutti, il periodo della pandemia ha cambiato il sistema di fruizione dell’arte e cosa ne pensa Boris Vervoordt? “Dopo la pandemia, abbiamo imparato tutti a comunicare in team, in videoconferenza e a guardare le opere d’arte dal nostro iPad. Quindi organizzare una fiera d’arte oggi è piuttosto impegnativo. Sento che la galleria con un entusiasmante programma di scoperta avrà un posto centrale nel mercato, ovviamente visitabile virtualmente anche dal comodo divano di casa”.

Boris Vervoordt (photo Thomas Mayer)

E come viene percepita l’arte dalle nuove generazioni? “I giovani collezionisti tendono a guardare l’arte con lo smartphone in mano; seguono gli artisti su Instagram e seguono i risultati delle aste, con un semplice accesso. C’è una grande trasparenza nel mercato dell’arte. I risultati delle aste sono liberamente accessibili su Internet e i giovani collezionisti controllano immediatamente la provenienza di un’opera d’arte sul proprio smartphone. Con la nostra attività di art dealers dobbiamo essere aperti nella nostra comunicazione verso i nostri clienti. E sono assolutamente d’accordo con questa evoluzione”.

www.axel-vervoordt.com

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