L’amore per il rigore, per la forma pura geometrica. La Collezione Juan Carlos Maldonado, fondata nel 2005 dall’omonimo imprenditore venezuelano, si basa su questa passione ossessione: la geometria e la sua serena poesia. Novità di quest’anno: la bellissima raccolta cambia spazi, iniziando così un nuovo periodo di ricerca e curatela. Direzione: Design District. L’occasione è sembrata propizia per fare una pausa e chiedere al suo deus ex machina di riflettere su quali siano stati i suoi processi; quali erano le sue premesse iniziali; quali opere furono quelle che diedero inizio al suo percorso; e come, progressivamente, la raccolta sia passata da latinoamericana a, in una parola, universale, che accoglie nel suo seno il lavoro di artisti operanti in paesi e continenti diversi, tutti accomunati però da una passione comune: il rigore delle forme geometriche e la quieta poesia che le caratterizza.
La missione della Collezione Juan Carlos Maldonado (JCMC) è quella di contribuire allo studio e all’apprezzamento dell’astrazione geometrica come movimento universale che trascende geografie e background culturali: questo grazie a una collezione d’arte in continua espansione che viene attivata dalla programmazione pubblica e comprende mostre dinamiche, pubblicazioni accademiche e prestiti di opere alle istituzioni.
Nasce così la mostra In Time The Rigor of Geometric Shapes (fino al 4 marzo 2024), un progetto che costituisce un tentativo di dare forma museologica sia ai processi collezionistici sia a quella curiosa materializzazione dell’anima in una serie di opere che si intrecciano e che tessere poco a poco una rete di senso – un modo di iscriverci al mondo e di dire cosa siamo e cosa pensiamo. Ogni collezione, difatti, richiede tempo; e ha i suoi tempi perché esige dal suo autore una maturità di sguardo che non si ottiene senza sforzo, né senza una riflessione costante su ciò che si vuole acquisire e sul perché si deve ottenere. Perché l’occhio umano non è uno strumento meccanico, e lo sguardo non si ferma alla semplice ricezione di uno stimolo esterno, retinico come talvolta viene chiamato. Se è vero che guardare coinvolge certamente l’occhio umano, esso ha bisogno anche e soprattutto del cervello, quello che solo vede, che solo guarda. Così, nel gesto del collezionista che acquista un’opera perché sostiene il suo sguardo, si esprime un’intera vita, comprese le attese, i dubbi e le gioie di chi guarda: tutto questo e non solo un fenomeno ottico.