Ivo Saglietti si è spento lo scorso 2 dicembre all’età di 75 anni (qui un bel ricordo). Inaugura oggi, 13 dicembre, al Museo Nazionale del Risorgimento di Torino una mostra a lui dedicata dal titolo “Ivo Saglietti. Lo sguardo nomade”
L’esposizione, che raccoglie 53 fotografie in bianco e nero di Ivo Saglietti, è una sorta di saggio su una parte di esperienze vissute in oltre quarant’anni di carriera: dall’inizio delle rivolte in Centro America – Cile, Perù – ad Haiti e poi il vicino Oriente e Mar Musa in Siria. Lavori in assignement come quelli per il New York Times Magazine, Time, Der Spiegel, Newsweek e collaborazioni con prestigiose agenzie di fotogiornalismo come Sipa Press, Stern e Zeitenspiegel.
La curatrice Tiziana Bonomo e lo stesso Saglietti hanno scelto insieme le immagini più significative che ripercorrono il tragitto professionale dagli anni ’80 al 2018. Nella circostanza Tiziana Bonomo sottolinea che: «Ivo Saglietti, un fotografo che porta con sé il coraggio di chi fa reportage e la dolcezza di uno sguardo in perenne stupore, di uno spirito libero da condizionamenti, di poche parole ma che racconta molto con la sua fotografia. Difficilmente risolve i suoi progetti in pochi giorni: gli piace farli durare a lungo, approfondirli. Dei drammi del mondo spesso racconta il lato umano, quello più intimo, più quotidiano». Lo fa mostrandoci la realtà così com’è: senza distrazioni, senza mediazioni. Stupore e sorpresa continuamente accompagnano il lettore delle sue fotografie di fronte all’abilità dei potenti di generare disordine, caos, distruzione. Innegabilmente il disordine contagia il paesaggio, privandolo di vita, denudandolo della sua sensualità, lasciandogli la nostalgia di ciò che sarebbe potuto rimanere.
Del resto, come osserva Michele Ruggiero (presidente dell’Associazione La Porta di Vetro che si è occupato dell’organizzazione e supervisione della mostra): «Il coraggio di Ivo Saglietti non si esprime soltanto nella ricerca di un bianco e nero che vuole snidare l’indifferenza dalle nostre coscienze, ma nell’amore che esprime per gli ultimi, che sono anche i più deboli». E come dichiara Luisa Papotti, Presidente Museo Nazionale del Risorgimento: «Il Museo Nazionale del Risorgimento offre, attraverso le fotografie di Ivo Saglietti, uno sguardo sul mondo contemporaneo e i suoi drammi più recenti; filtrati con empatia dall’obiettivo del fotografo, gli attimi fermati dalle immagini in mostra formano un lungo, epico racconto della nostra epoca».
Le immagini in mostra sono accompagnate da alcuni testi di Ivo Saglietti, Paolo Rumiz, Tiziana Bonomo, Federico Montaldo tratti dal libro “Rivoluzioni” (Sanpino Edizioni) e dal libro “Lo sguardo inquieto” (Postcart Edizioni).
La lentezza è un fondamento della fotografia. O almeno lo è della mia. Nella mia visione non vi è una buona fotografia se non ho il tempo di soffermarmi sui luoghi, osservare la realtà che mi circonda. Quando arrivo sul luogo del mio lavoro, il primo giorno raramente estraggo la macchina fotografica. Avanzo torno indietro, passeggio, giro intorno, osservo, prendo appunti. Quando la lingua lo consente cerco di scambiare qualche parola con le persone. Tutto con grande lentezza, lasciandomi penetrare dalle sensazioni, cercando di entrare in sintonia con i luoghi e con le persone”. “Ho aperto gli occhi nella luce del Mediterraneo, a Tolone, nel sud della Francia, dove, se lo guardi a lungo, il sole diventa un cerchio nero. Credo che il primo sguardo determini anche un destino: quasi sicuramente è grazie a questa luce che sono diventato fotografo”. Ivo Saglietti
IVO SAGLIETTI. LO SGUARDO NOMADE
Museo nazionale del risorgimento italiano
Palazzo Carignano – piazza Carlo Alberto 8, Torino
dal 13 dicembre 2023 al 28 gennaio 2024
www.museorisorgimentotorino.it
www.laportadivetro.com