La sindrome di Stendhal si sviluppa al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza, in soggetti particolarmente sensibili
Sulla Treccani è definita come quel «complesso di manifestazioni di disagio e sperdimento psichico conseguenti a una forte esperienza emozionale subita da visitatori di centri storico-artistici dove più forte e caratterizzante è il contesto culturale. La definizione della sindrome è stata fatta in rapporto a quanto lo scrittore francese Stendhal scrisse dopo essere stato in visita alla chiesa di Santa Croce in Firenze, descrivendo il proprio stato emotivo conseguente alla particolare esperienza da lui provata nel visitare il luogo e gli ambienti della chiesa stessa. L’analisi della sindrome ha messo in evidenza le complesse interazioni psicosomatiche che possono attivarsi in alcuni individui, con particolari condizioni psichiche predisponenti, quando il contesto ambientale favorisce gli aspetti di sradicamento rispetto alle proprie abitudini di vita».
Ma chi l’ha scoperta? E’ stata la psichiatra e psicanalista Graziella Magherini, che si è spenta domenica 10 dicembre nella sua casa nel centro storico di Firenze all’età di 96 anni. Nata a Firenze il 23 agosto 1927, Magherini si laurea alla Facoltà di Medicina nel capoluogo toscano e si specializza in psicoanalisi e psichiatria. Come dirigente di un reparto del manicomio fiorentino di San Salvi inizia a occuparsi di arte terapia, poi dirige il Dipartimento di Salute Mentale del Centro di Firenze e il reparto psichiatrico dell’ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova, dove studia diversi casi di turisti italiani e stranieri vittime del disturbo emotivo suscitato dalla visione di una grande quantità di opere artistiche.
E’ alla fine degli anni Settanta che scopre e descrive lo scompenso psicosomatico che provocava tachicardia, capogiri, vertigini, confusione e allucinazioni nei turisti di Firenze, proprio come era successo allo scrittore francese Stendhal in viaggio in Italia.
Magherini ha raccontato i suoi studi clinici nel volume “La sindrome di Stendhal. Il malessere del viaggiatore di fronte alla grandezza dell’arte” (Ponte alle Grazie, 1989).