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L’intimità della pittura (e della scultura) di Felice Casorati in mostra ad Aosta

Abbandono (Nudo di schiena),1929 ca., olio su tavola 51,5 x 48,2 cm GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino (fotografia: Studio Gonella)

Pittura che nasce dall’interno: un titolo intimo e profondo scelto dal bravissimo Alberto Fiz, curatore dell’ultima importante retrospettiva su Felice Casorati. Fino al 7 aprile al Museo Archeologico Regionale di Aosta. La mostra propone oltre cento opere tra dipinti, sculture, disegni e bozzetti teatrali dal 1904 al 1960 che consentono di rileggere il percorso creativo di uno tra i maggiori artefici del Novecento affrontando, attraverso sette sezioni, gli aspetti fondamentali della sua ricerca con un’attenzione specifica non solo alla pittura, ma anche a un ambito di ricerca assai meno indagato come la scultura.

Felice Casorati, Le ereditiere (Le sorelle), 1910, olio su tela

Il titolo che “Pittura che nasce dall’interno” prende spunto da un testo scritto dallo stesso Casorati in occasione della I Quadriennale di Roma del 1931 che appare come una dichiarazione di poetica: “Di fatto io non ho mai capito il movimento “qui déplace les lignes” e adoro le forme statiche: e poiché la mia pittura nasce, per così dire, dall’interno e mai trova origine dalla mutevole “impressione”, è ben naturale che queste forme statiche e non le mobili immagini della passione, si trovino nelle mie figure…”

Tra le opere più importanti: Le vecchie comari1908, Persone1910, Le ereditiere, 1910, Maria Anna De Lisi, 1918, Tiro al bersaglio, 1919, Le due sorelle, 1921, Donne in barca, 1933, Testa gialla, 1950. Viene poi presentato a quasi sessant’anni dalla sua ultima mostra pubblica risalente al 1964 Nudo con le trecce o Ragazza di schiena del 1930, un dipinto di particolare suggestione.

Insieme a un gruppo di disegni in parte inediti, viene proposto Fanciulla addormentata, inchiostro su carta intelatastraordinaria testimonianza del 1921 che rappresenta lo studio preparatorio per il dipinto omonimo andato distrutto dieci anni dopo nel rogo del Glaspalast, il Palazzo di Cristallo di Monaco. Compaiono poi due pannelli risalenti presumibilmente al 1919 realizzati da Casorati per la sua abitazione torinese. Sono stati per  decenni occultati dallo stesso artista e oggi, dopo uno studio attento, vengono proposti per la prima volta in una mostra pubblica.

Ritratto di Maria Anna De Lisi o Anna Maria De Lisi, 1918, tempera su tela 141 x 140 cm Collezione privata, Torino (fotografia: Pino Dell’Aquila)

Nell’ambito della scultura viene esposto un raro bassorilievo in gesso La dormiente del 1924 identico a quello che faceva parte del teatro privato del mecenate e collezionista torinese Riccardo Gualino. Non manca poi un approfondimento sulla scuola privata di Casorati, nota come Scuola di via Galliari, dove si sono formati i suoi allievi più noti tra cui Silvio AvondoAlbino GalvanoNella MarchesiniPaola Levi Montalcini, Marisa Mori,, Lalla Romano e Daphne Maugham che nel 1931 diventerà sua moglie.

 La mostra è accompagnata da un ampio catalogo in italiano e francese edito da Gli Ori con saggi critici di Alessandro BottaLuigi CavalloAlberto FizDaria JoriozLuca MottoPatrizia NuzzoFrancesco PoliSergio Risaliti.

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